ANCONA – Autonomia e assistenza alle persone disabili. Sono questi i temi sui quali intende puntare i riflettori #liberidifare, la manifestazione che si terrà oggi pomeriggio ad Ancona in contemporanea con altre città italiane. L’iniziativa è promossa dall’omonimo movimento #liberidifare , una rete di persone disabili nata sui social network in seguito alla diffusione di una lettera aperta scritta da Maria Chiara e Elena Paolini, due sorelle disabili attive nel campo dei diritti dei disabili, che da alcuni anni gestiscono Witty Wheels , un blog dedicato a disabilità, stereotipi e giustizia sociale.
Dalle ore 15 in Piazza Cavour, persone disabili e non, formeranno un corteo per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla necessità di garantire una vita indipendente ai non autosufficienti. Un tema scottante, quello dell’assistenza personale, che a causa della mancanza di fondi non consente a molti disabili di provvedere a se stessi in maniera autonoma nella quotidianità. Sono ancora troppi, quelli costretti a vivere nell’isolamento o nella più completa dipendenza dalla famiglia, con limitazioni reciproche e senza libertà di scelta. In questo senso #liberidifare si pone l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla gravità del problema e chiedere alla classe politica risposte concrete. In particolare il movimento #liberidifare chiede che ogni disabile possa gestire direttamente i fondi destinati al pagamento degli assistenti personali. Un modello già utilizzato negli Stati Uniti e in diversi paesi europei, (Svezia, Inghilterra e Finlandia) completamente diverso dalle prestazioni di assistenza “tradizionali”: il disabile in questo caso non è un oggetto passivo di cure ma diviene parte attiva nelle decisioni riguardanti la sua vita.
«Lo stato non garantisce il tipo di assistenza che noi chiediamo – spiega Simone Giangiacomi, coordinatore della manifestazione #liberidifare di Ancona e web master – la Regione Marche ha varato nel 2008 un progetto sperimentale denominato “Vita indipendente”, al quale inizialmente hanno potuto aderire solo una trentina di disabili per carenza di fondi. Poi nel 2012 il bando è stato riaperto e prorogato: ad oggi solo 70 disabili possono beneficiare di fondi a copertura delle spese per gli assistenti personali, ma solamente per 25 ore settimanali. Si tratta di un primo passo, ma purtroppo non è sufficiente, ci sono disabili che hanno bisogno infatti di assistenza 24 ore su 24 e molti altri restano fuori dal progetto. La politica dovrebbe essere in grado di dare risposte e cambiare l’approccio con il quale gestisce questo tipo di servizi: spesso finanziano le strutture residenziali (RSA) ,ma non tutti hanno bisogno di questo tipo di assistenza, inoltre per le persone che vogliono avere l’opportunità di vivere da soli, lavorare e studiare, non vengono stanziate risorse economiche. Non hai la tua liberta, i tuoi spazi, devi condividere tutto con le altre persone e non hai privacy. Inoltre i fondi statali e regionali arrivano anche in ritardo e spesso si vive anche nel disagio di non riuscire a pagare gli assistenti, i quali poi se ne vanno. Quindi non solo pochi fondi ma anche erogati in ritardo. In ambito nazionale è attivo anche un progetto di “Vita Indipendente”, un bando ministeriale della durata di un anno per il pagamento degli assistenti ma non c’è ancora la certezza che sarà rinnovato e questo crea difficoltà non solo ai disabili, ma anche agli stessi assistenti. Purtroppo nelle ore non coperte dai fondi sono i familiari a dover intervenire, costretti spesso anche a rinunciare al lavoro per accudire i propri cari. Ecco, con questa manifestazione vogliamo dare voce a chi non ce l’ha».
La prossima settimana il Comitato Marchigiano per la Vita Indipendente delle persone con disabilità incontrerà alcuni politici regionali per ribadire la necessità di incrementare i fondi del progetto Vita indipendente.