ANCONA- Polemica tra la Fiom e la Palumbo, dopo la lettera di licenziamento di Emilano Fava, delegato Rsu e unico Rls nel cantiere dell’Isa Yacht. La Palumbo, società che ha rilevato il cantiere anconetano lo scorso agosto, il 18 aprile gli ha notificato tramite raccomandata il provvedimento di licenziamento immediato. Gli vengono contestate e-mail contenenti minacce e offese all’amministratore della Società e commenti su Facebook lesivi dell’immagine della Palumbo. La Fiom non ci sta e parla “di motivazioni pretestuose ed infondate“. Per questo ieri mattina (20 aprile 2017), è stato organizzato un presidio davanti il cantiere di via Mattei. La Fiom ritiene “il provvedimento un fatto molto grave, illegittimo ed antisindacale”. É pronta ad impugnare il licenziamento e a presentare in Tribunale una denuncia per comportamento antisindacale. Le motivazioni del licenziamento fanno riferimento a quattro contestazioni d’addebito mosse a Fava. La prima risale ad agosto, i tre giorni di sospensione sono stati accettati dal lavoratore. La seconda risalente a novembre, è stata invece impugnata in Tribunale. Poi c’è quella di dicembre, in attesa di giudizio nel collegio arbitrale dell’Ufficio del Lavoro. A marzo inoltre, la società gli ha rivolto una diffida formale a diffondere false notizie relative ai cantiere nel Gruppo Facebook “Noi Isayachts”.
«Emiliano Fava, in cassa integrazione a zero ore, in qualità di rappresentante dei lavoratori della sicurezza poteva entrare in cantiere solo per svolgere le sue funzioni di controllo e non sempre gli è stato permesso. L’operazione di licenziare l’unico rappresentante dei lavoratori per la sicurezza porta a compimento l’obiettivo di liberarsi di ciò che è scomodo per poter gestire a mani libere il cantiere. Secondo la Palumbo, le dichiarazioni di Fava sono lesive dell’immagine o rappresentano delle minacce per la società – commenta Giuseppe Ciarrocchi, segretario regionale Fiom-. La prima sanzione disciplinare l’abbiamo accettata consapevolmente, le altre sono costruite sul nulla per questo le abbiamo impugnate e impugneremo il licenziamento. Presenteremo in tribunale anche una denuncia per comportamento antisindacale di questa azienda. A gennaio ci ha impedito di fare un’assemblea». Attualmente i lavoratori reintegrati sono 50, dei 35 in cassa integrazione a zero ore fino ad agosto, 27 hanno firmato la buona uscita, 8, ora 7 dopo il licenziamento di Fava, non hanno invece firmato.
La replica della Palumbo non è tardata ad arrivare. In una nota rende noto di essere stata costretta ad adottare il provvedimento nei confronti di Fava, a causa di suoi “comportamenti ripetutamente offensivi nei confronti della proprietà e di minaccia e strumentalizzazione delle sue prerogative sindacali per il perseguimento di interessi personali”. «Questi comportamenti non hanno nulla a che fare con l’esercizio dei diritti sindacali che, infatti, la Fiom continua ad esercitare all’interno dell’azienda. Il signor Fava ha messo per iscritto offese e minacce, peraltro attraverso un uso inappropriato di strumenti di comunicazione, integrando anche connotati diffamatori- afferma l’avvocato Maurizio Rumolo, legale del gruppo Palumbo -. Non è affatto vero che la società abbia voluto cogliere l’occasione per liberarsi di un dipendente scomodo, perché nei confronti del signor Fava sono state mosse ben quattro contestazioni d’addebiti (in un lungo arco temporale) e, nelle precedenti occasioni, quando sono stati adottati provvedimenti di carattere conservativo, il dipendente è stato sempre invitato ad evitare di utilizzare espressioni offensive e di assumere atteggiamenti di strumentalizzazione. Ciò non è avvenuto perché, evidentemente, si è cercata la provocazione e lo scontro a tutti i costi».
Per quanto riguarda poi i rapporti con i sindacati, la società rimarca che «alcuni esponenti hanno assunto, in numerose occasioni, atteggiamenti del tutto ingiustificati, come dimostrato dal reiterato rifiuto a sottoscrivere un accordo sindacale per la gestione degli esuberi, cui hanno infine aderito in forma individuale i lavoratori, evidentemente insoddisfatti della linea seguita da questi esponenti impegnati a danneggiare più che a costruire. La costruzione di nuovi capannoni e la ripresa dell’attività produttiva nel cantiere, che era fermo da oltre due anni, sono la dimostrazione della serietà della Società impegnata in un’opera di rilancio e di concreti investimenti. Il cantiere si è già aperto alla visita di autorità cittadine ed è disponibile in ogni momento a mostrare quanto di positivo si sta realizzando con la collaborazione delle maestranze che, in numero consistente, sono già state richiamate dalla cassa integrazione alla produzione».
Sulla vicenda è intervenuto anche Gianluca Busilacchi, capogruppo Pd in Consiglio regionale. Con un’interrogazione urgente chiede chiarimenti al presidente della Regione Luca Ceriscioli e alla Giunta. «Vorrei sapere se le procedure adottate sono legittime e conoscere la reale situazione del cantiere dopo l’acquisizione da parte di Palumbo».