ANCONA – Una farmacia interamente automatizzata. È questa la nuova frontiera sulla quale stanno lavorando la direzione degli Ospedali Riuniti di Ancona e la Loccioni, l’impresa di Angeli di Rosora leader nei processi di misurazione e controllo rivolti all’ottimizzazione della sicurezza e dei processi. Il primo progetto al mondo che intende riportare tutte le preparazioni farmacologiche e galeniche nell’ambito della farmacia ospedaliera, dove sono presenti le competenze professionali specifiche, liberando il personale sanitario degli altri reparti da questa funzione e dunque permettendogli di dedicare più tempo al contatto con il paziente. Una vara e propria rivoluzione nell’ambito della sicurezza farmacologica e dell’ottimizzazione delle risorse economiche, quella messa in campo dagli Ospedali Riuniti di Ancona, garantita dai processi di reingegnerizzazione e dall’innovazione tecnologica realizzate dalla Loccioni.
Proprio oggi, 31 agosto, si conclude all’Ospedale di Torrette la due giorni di meeting che ha riunito i maggiori esperti di farmacia ospedaliera provenienti da 18 nazioni e da 20 dei migliori ospedali del mondo, che fanno parte del network scientifico APOTECAcommunity, una specie di ONU della farmacia ospedaliera che è divenuta un punto di riferimento nel panorama sanitario internazionale per strutture e istituzioni quali il John Hopkins Hospital (USA), la Mainz University Hospital (Germania), il Samsung Medical Center (Corea) e la Fundación Arturo López Pérez (Cile). L’evoluzione delle terapie farmacologiche il tema al centro dell’incontro, con un focus sul big data, ovvero le informazioni raccolte dai robot, che possono costituire una risorsa importante per migliorare la salute dei pazienti e i percorsi assistenziali.
Una collaborazione avviata nel 2006, quella tra Ospedali Riuniti e Loccioni, con l’istituzione del Lab@AOR, il laboratorio di contaminazione e dialogo tra pubblico e privato, dove clinici, scienziati e ingegneri di tutto il mondo si confrontano costantemente per dare spazio all’innovazione sanitaria. Obiettivo comune migliorare il benessere dei pazienti e rendere l’ospedale più sicuro, efficiente, economicamente sostenibile e a misura di cittadino. «La collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo di tecnologie innovative, quando ben pensata, genera una contaminazione positiva tra competenze diverse che possono insieme migliorare la cura del paziente», sottolinea il Direttore Generale Ospedali Riuniti di Ancona Michele Caporossi.
Attraverso l’impiego delle tecnologie ingegneristiche più all’avanguardia, l’Ospedale di Ancona in dodici anni di collaborazione con la Loccioni ha raggiunto l’eccellenza in diversi ambiti, ricevendo nel 2014 il riconoscimento in ambito europeo come buona pratica per l’automazione del processo di produzione delle chemioterapie. Una modalità di preparazione completamente robotizzata che, migliorando la gestione del farmaco, garantisce la massima sicurezza per il paziente e il risparmio economico su farmaci costosissimi come quelli oncologici.
«L’Ospedale di Ancona – spiega il primario della Clinica Oncologia di Torrette Rossana Berardi – è stato il primo centro in Italia dove la prescrizione delle terapie oncologiche viene inviata in maniera informatizzata ad un robot, che con una precisione totale nel dosaggio del farmaco antitumorale, consente di evitare l’errore umano per una maggiore sicurezza per il paziente e per gli operatori sanitari. Inoltre è già in fase di utilizzo una nuova procedura che attraverso l’abbinamento di un codice a barre consente di somministrare con sicurezza la sacca per la chemioterapia prodotta in tempo reale dalla farmacia al letto del paziente».
Una collaborazione, quella tra Loccioni e Azienda Ospedaliera di Ancona, che si attua attraverso tre filoni: tecnologia, formazione e innovazione. Il progetto europeo Green@Hospital, ha consentito un risparmio dell’80% sulla bolletta elettrica nei reparti pilota, mentre il data center sta assicurando un flusso di dati sicuro e a basso impatto energetico. Ma sono attivi anche progetti di comunicazione che sfruttano le tecnologie per migliorare l’esperienza dei pazienti e dei loro familiari, come gli schermi interattivi presso il reparto di Oncologia, oltre ad iniziative di formazione congiunta, nelle quali l’impresa forma i medici ed i medici divulgano le loro conoscenze scientifiche ai giovani ricercatori. «Il dialogo tra mondo clinico e tecnologico – evidenzia Claudio Loccioni – ha generato un cambiamento positivo per i pazienti, tanto che oggi APOTECAchemo è uno standard mondiale per la sicurezza, tracciabilità e affidabilità nella preparazione delle terapie anticancro. Incontri come questo tracciano la direzione delle prossime innovazioni». Nel frattempo è partita lo scorso anno in 12 reparti la preparazione robotizzata anche dei farmaci non oncologici, che sta interessando sia l’Ospedale di Torrette che il Salesi.