FALCONARA MARITTIMA – Scuola, volontariato e sport, senza dimenticare la questione ambientale, sociale e il tema della sicurezza. Sono gli argomenti cardine portati avanti in questa campagna elettorale dal candidato sindaco del Pd Marco Luchetti, e che diventeranno il fulcro della futura Amministrazione, come ha annunciato ieri pomeriggio lui stesso al Circolo Leopardi, durante l’incontro dal titolo “Falconara – Le buone cose da fare”.
«Partiamo da questo concetto – ha detto Luchetti – occorre ricostruire la comunità falconarese. Quindi massimo impegno su tre ambiti, scuola, volontariato e sport, temi privilegiati per ricostruire la relazione. Ma occorre andare oltre e lavorare per raggiungere altri obiettivi. Bisogna pensare allo sviluppo di Falconara dei prossimi anni che deve puntare su aspetti specifici per quanto riguarda l’occupazione. Aeroporto e area ex Montedison devono diventare sedi importantissime per nuove proiezioni di sviluppo della città in campo del terziario avanzato, tenendo conto che per raggiungere questi obiettivi occorrono persone adatte. Le politiche del lavoro vanno inserite in quelle più ampie dello sviluppo, perché il lavoro va tutelato attraverso la formazione dei ragazzi che non studiano e non lavorano e dei giovani laureati».
L’aspetto sociale e sanitario è «un altro di quegli ambiti su cui punteremo la massima attenzione, che significa tenere conto dell’ “anzianizzazione” che sta caratterizzando la città, ecco perché si deve porre massima attenzione ad esempio sulle situazioni di persone anziane che affrontano nuove patologie come l’alzheimer, che vanno tenute d’occhio con attività specifiche. A Falconara ad esempio abbiamo il Caffè Alzheimer, ma occorre anche una evoluzione, ovvero rendere la città attenta ai problemi delle famiglie che hanno questo problema. Ci rivolgiamo anche ai più deboli e fragili con malattie mentali, perché le famiglie alle prese con situazioni drammatiche vanno ascoltate. Sia il concetto di sviluppo, che i temi dei servizi sociali e ambientali, non possiamo portarli avanti da soli, ma dobbiamo coinvolgere i comuni limitrofi. Falconara ha un’area di 25km quadrati e ha bisogno di un hinterland ampio, perché lo sviluppo non si può confinare dentro confini amministrativi, ma in un territorio più vasto».
A tutto ciò si aggiungono tutte le altre politiche amministrative e di sicurezza, «a partire dalla gestione dei fenomeni come l’immigrazione, che è da monitorare costantemente. È necessario anche lavorare su lavoro e scuola, in modo che gli immigrati sappiano convivere nella nostra comunità. Per quanto riguarda la sicurezza, attenzione massima sulla microcriminalità perché i cittadini hanno bisogno di vivere meglio. E il concetto di vivere meglio è il fulcro della nuova Falconara che abbiamo in mente».
Presenti all’incontro anche il presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche Antonio Mastrovincenzo e il vicepresidente del Parlamento Europeo David Sassoli. «Credo sia indispensabile lavorare per il futuro della città – ha dichiarato Mastrovincenzo – con gli altri comuni limitrofi. A partire da una gestione intercomunale dei servizi, fino ad una progettazione territoriale di area vasta e a un lavoro sinergico per intercettare le opportunità dei finanziamenti europei. Tutto ciò serve per rilanciare e dare prospettive concrete di sviluppo per Falconara, che in questi ultimi dieci anni è rimasta sostanzialmente immobile. Credo inoltre che vadano valorizzate le realtà vive della nostra comunità a partire dalle associazioni, il mondo imprenditoriale e sindacale e il volontariato con cui l’Amministrazione comunale deve lavorare in un rapporto di collaborazione costante».
«Il ricorrente invito a perseguire una più ampia Unione politica per far fronte alle crisi economico-finanziarie odierne – ha sottolineato Sassoli – non può certamente trascurare la necessità di valorizzare la soggettività politica delle autonomie locali e il loro apporto partecipativo e rappresentativo alla costruzione della democrazia europea. Una maggiore verticalizzazione del potere decisionale non può far a meno del rafforzamento della dimensione sociale espressa dalle comunità locali, se non si vuole alimentare il crescente scollamento tra le istituzioni e i cittadini europei. Con la politica di coesione, l’UE ha investito 454 miliardi di euro fino al 2020 per ridurre le disparità e favorire la crescita sostenibile in tutte le regioni. I fondi strutturali e d’investimento europei potranno così accelerare la ripresa rendendola più inclusiva e migliorare la capacità dell’UE di affrontare le sfide emergenti».