Ancona-Osimo

Ludo e Gabriel, il duo comico che fa impazzire Zelig: «Portiamo sul palco un sex toy vivente»

Gabriel Veraldi e Ludovica Orazi sono entrambi marchigiani. Lei di Civitanova, lui di Ancona. Il 5 luglio gli ˊArticolo determinativoˊ si presenteranno al Super Open Mic di Zelig: «Ridere è necessario, ma oggi è più difficile»

Gabriel Veraldi e Ludovica Orazi sul palco (foto per loro gentile concessione)

ANCONA – Un reporter e una pallavolista fondano un duo comico e arrivano a Zelig. Si tratta di Gabriel Veraldi (al secolo Gabriele Tarabelli, 45 anni) e di Ludovica Orazi (37). Di Ancona lui, di Corridonia lei. Insieme, hanno formato gli ˊArticolo determinativoˊ «per via della nostra statura differente», scherzano. Lei è una ragazza di un metro e 90 e interpreta una donna che ha avuto una marea di uomini, ma che è talmente esausta e annoiata dal genere maschile che nella disperazione arriva a comprare un sex toy, impersonato da Gabriel (che è alto un metro e 50).

I due, il prossimo 5 luglio, si presenteranno «al Super Open Mic di Zelig. In sostanza – fa sapere Ludovica – i vincitori di ogni tappa dell’Open Mic Tour di Zelig si sfideranno in una due giorni a Viale Monza, a Milano. E il vincitore della finalissima del 12 luglio potrà essere inserito nella programmazione ufficiale della prossima stagione di Zelig».

Gli “Articolo determinativo” (foto per loro gentile concessione)

«È nato tutto in modo molto naturale – riflette Orazi – Ci siamo conosciuti all’Accademia 56 di Ancona, frequentavamo corsi diversi, ma Gianluca Budini (insegnante di improvvisazione teatrale, e tra i fondatori dell’Accademia) aveva intuito che qualcosa, tra noi, poteva nascere e ci ha presentati. Gabriel aveva un pezzo scritto a livello embrionale, mi ha proposto di farlo insieme, ci abbiamo lavorato ed è nato Penetron 3000», che poi è il nome del sex toy che interpreta sul palco.

«Abbiamo partecipato al primo contest, che tra l’altro, è stato l’Open Mic tour di Zelig e per presentarci serviva un nome. ˊArticolo determinativoˊ ci è sembrato il più adatto – dicono – saranno poi gli spettatori a decidere se siamo ˊilˊ oppure ˊloˊ – ironizzano – Direi che finora il nostro nome ci ha portato fortuna, visto che abbiamo vinto persino la tappa di Pedaso».

Ludovica, Gabriel: di dove siete?

Ludovica: «Io sono nata a Corridonia, ma ora, dopo aver girato l’Italia per giocare a pallavolo, vivo a Civitanova Marche. Mi sono diplomata allo Scientifico Da Vinci di Jesi e ho un percorso universitario in Lettere e Filosofia. Che però ho lasciato in sospeso. Sa, ho fatto fatica a conciliarlo con la carriera di pallavolista professionista che in quegli anni mi dava maggiori soddisfazioni. Ma la vita è lunga, non si sa mai – sospira – Parallelamente, ho frequentato vari corsi di dizione, recitazione e teatro, fino ad arrivare in Accademia 56 per studiare comicità».

Gabriel: «Io invece sono di Ancona, classe 79′, diplomato all’Artistico Mannucci. Ho frequentato diversi corsi professionalizzanti nell’ambito della produzione multimediale, che è il mio attuale lavoro. Ho sempre fatto ridere in modo naturale, ma non l’ho mai accettato fino alla pandemia. Quando ho partecipato al corso di comicità dell’Accademia 56 sotto la direzione di Dario Cassini, colui a cui devo questa carriera. Ho avuto il grandissimo privilegio di studiare con tantissimi artisti, registi, autori e comici di fama nazionale. Vorrei ricordare Elda Alvigini, la nostra attuale acting coach e Daniele Ceva, che ci segue coi testi».

Ludovica, com’è Gabriel?

«È sempre stato il più coraggioso, io ero un po’ reticente a mostrarmi al grande pubblico con un sex toy vivente di un metro e mezzo. Ma devo ammettere che il pezzo faceva ridere fin dall’inizio».

Gabriel, è lei il sex toy vivente?

«Sì, l’idea di un sex toy a grandezza naturale non è stata accolta da tutti con favore: molti hanno cercato di farmi desistere dal portare in scena lo sketch, ma alla fine la mia ostinazione e la fiducia di Ludovica ci hanno premiati per ben due volte. Oltre il contest di Zelig, infatti, abbiamo vinto anche ˊTe stamo a cerca! ˊ, organizzato dalla Fondazione Marchese del Grillo, a Fabriano, con la direzione artistica di Dario Cassini per il 310° anno dalla nascita del Marchese Del Grillo».

Cosa succederà il 5 luglio?

Il contest organizzato dalla Fondazione Marchese del Grillo (foto per gentile concessione degli intervistati)

«Rappresenteremo le Marche in qualità di vincitori del contest Open Mic di Pedaso e ci scontreremo con gli altri migliori d’Italia. Sarà una sfida durissima. A prescindere dall’esito, è già un grande traguardo, un modo per cominciare a guardare questo mondo più da vicino. Torneremo a Zelig nel 2025, a maggio, per portare in scena lo spettacolo che stiamo scrivendo».

Alla luce del politically correct, è vero, secondo voi, che la comicità sta sparendo?

Ludovica: «Non sparirà mai: per l’essere umano, ridere è necessario. Ridere e amare sono gli unici strumenti a nostra disposizione per esorcizzare la paura della morte e visto che questo è un periodo in cui amiamo molto meno, dobbiamo inventarci il modo per ridere di più. Certo, farlo oggi, è più difficile: i comportamenti che prima, nell’immaginario comune, avevano dell’assurdo, ora non sono più così assurdi, e i meccanismi con i quali l’opinione pubblica si riproduce hanno regole spaventose. È necessario conoscere a fondo il linguaggio e sapere meglio i contenuti per riuscire a far ridere in modo efficace e rispettoso. Parlare del proprio vissuto potrebbe essere una chiave».

Gabriel: «Non credo stia sparendo, cambiano alcuni paradigmi e alcuni modi di fruire la comicità. Forse, si sta solo evolvendo in nuovi percorsi, com’è giusto che sia. Rivendico però il diritto (e il dovere) del comico di denunciare le ipocrisie della società. Ovviamente, va fatto nei giusti termini, ma non credo si possa avere la pretesa di fare la morale o di educare il pubblico. Credo più nell’opportunità che si ha verso gli spettatori di mostrare un punto di vista differente. Ridere è l’elisir e il comico è l’alchimista che può distillarlo».