ANCONA – «La maggior tutela di noi stesse è la cultura». È questo il messaggio rivolto alle donne dalla presidente della sezione giurisdizionale regionale della Corte dei Conti per le Marche, Luisa Motolese. Magistrato alla Corte dei Conti dal 1991, dopo un periodo presso la Sezione Giurisdizionale della Lombardia, è recentemente approdata alla Corte dei Conti delle Marche. Questa mattina era presente alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Prefettura di Ancona.
Una figura di primo piano la sua: laureata in Giurisprudenza e in Scienze politiche, autrice di svariate pubblicazioni, insegna Contabilità di stato e degli enti pubblici presso la Scuola di specializzazione per l’esercizio alle professioni legali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Parlando di donne e di parità in ambito lavorativo ha detto: «Sono grata alla mia Magistratura, alla mia istituzione perché mi ha permesso di andare avanti nella mia carriera, una parità vera». «Penso che l’educazione sia fondamentale – ha evidenziato – ma i valori vanno insegnati fin da bambini, altrimenti poi non c’è più niente da fare».
«La corruzione è sempre esistita», ha spiegato la presidente ricordando la lettura di un saggio di Guido Melis, proprio su questo tema, dove «l’autore giungeva alla considerazione che è una caratteristica umana». L’educazione si configura quindi come «la base, il punto di partenza» della giustizia, poi «la magistratura ha un ruolo repressivo ma anche correttorio». «Secondo Melis anche nell’antica polis greca, che era un esempio perfetto di democrazia, c’erano casi di corruzione».
Luisa Motolese ha evidenziato un filo conduttore tra magistratura e mondo educativo nel combattere la corruzione, ed ha annunciato che intende coinvolgere i ragazzi delle scuole superiori e dell’università facendoli partecipare ad alcune udienze.
«Spero di portare nella serietà delle istituzioni un tocco di “pietas” e di misericordia» ha concluso.