ANCONA- L’interrogazione comunale del Consigliere di Fratelli d’Italia Angelo Eliantonio, che ha chiesto lumi all’Assessore del Comune di Ancona Ida Simonella circa lo stato dei lavori che stanno andando molto a rilento rispetto alle scadenze, ha riportato in auge il tema del Lungomare Nord – l’ingresso alla città passando per la Flaminia nella zona di Torrette e della Palombella sbucando alla Stazione ferroviaria.
In attesa che vengano risolte le problematiche, legate soprattutto all’estensione dell’ambito portuale fino a Torrette (che dovrebbe sciogliersi entro aprile), alcuni rappresentanti dei cittadini hanno ribadito quelle che dovranno essere le priorità di un progetto ambizioso, da realizzare con i fondi europei, che esecutivamente è stato già firmato e autorizzato da tre anni.
«Nel fare l’uscita a nord sarebbe emersa un sacco di sabbia unita all’argilla e originariamente non si sapeva dove collocarla – ricorda Egildo Messi del Comitato “Frana Contro” di Posatora e Palombella -. Già allora suggerimmo di costituire una barriera per riparare tutta la base della frana e allargare la Flaminia spostando così la Ferrovia. Il progetto ci aveva soddisfatto molto ma le cose sono andate a rilento perchè nessuno si è preso la reale briga di portare avanti la questione e ne è nato il più classico dei ping-pong».
Poi, senza tanti giri di parole: «Regione, Comune, Anas, Ferrovie. Tutti hanno interloquito tra di loro ma nessuno è andato mai oltre i progetti esecutivi. Tutto è stato fatto solo sulla carta. A Genova in un anno è stato rifatto un ponte, qui ancora siamo punto e a capo. Ci occupiamo da dieci anni della questione, siamo sempre vigili e disponibili a trovare le formule giuste ma il tempo sta passando inesorabilmente».
Emiliano Stazio, del Circolo di Ancona di Legambiente, offre il suo punto di vista focalizzandosi su alcuni aspetti standard: «I tempi sono normali in quanto facendo valutazioni d’impatto ambientale di questo tipo tutto si dilata in avanti. Oltretutto tra i principali finanziatori del progetto ci sono anche le Ferrovie dello Stato quindi potrebbe esserci anche qualche problematica legata ai finanziamenti».
Sui principi da salvaguardare, per Stazio «l’aspetto ambientale va tutelato ma soprattutto bisogna stare attenti nelle zone della frana. Nel progetto c’è un ciclopedonale, noi siamo fermamente d’accordo su questo, ma si deve studiare bene il territorio perchè bisogna intervenire nel modo giusto e corretto».
In una delle palafitte collocate nei pressi di Torrette, venendo da Ancona, risiede il ristorante “La Vecchia Pesca”, uno dei luoghi storici del capoluogo dove è possibile degustare ottimi piatti a base di pesce fresco. Il titolare Giorgio Dedè parla di “Lungomare Nord” come di un potenziale enorme da poter sfruttare, un potenziale che fino ad oggi non ha trovato la giusta consacrazione: «Guardando il progetto i lavori dovevano già concludersi ma ci sono stati tanti cambiamenti. Non sono sorpreso di questi ritardi, in Italia funziona così. Contestualmente al Lungomare andrebbe promossa la formazione di attività, chioschi, ristoranti. Avremo il paradosso di ritrovarci con un lungomare gratuito e nulla sopra. Invece dovremmo puntare su un polo di attrazione che sappia attirare gente da fuori città».
Dedè racconta poi il suo “paesaggio” da tutelare, un paesaggio così caratteristico da essere rarissimo nel proprio genere: «Abbiamo un paesaggio tipico di Ancona da salvaguardare. Ci sono le pesche o trabucchi, a seconda di come si vogliono chiamare, le nostre palafitte. Sotto queste esiste un campo di posidonia, un’alga che da maggio a settembre – quando fiorisce – fa sembrare un campo di grano il fondale. Questa lumiera favorisce il ripopolamento dei pesci, cefali soprattutto e in alcune parti d’Italia viene addirittura trapiantata. Ecco, su questo si potrebbe puntare in modo deciso e l’auspicio è che venga fatto. Insieme a molte altre cose fino ad oggi ignorate dall’amministrazione Mancinelli».