ANCONA – L’Università Politecnica delle Marche è la prima in Italia tra le università partner della Huawei ICT Academy. Huawei Authorized Information and Network Academy (HAINA) è un programma di partnership non profit che coinvolge università e college in tutto il mondo, autorizzandoli a erogare corsi di certificazione sulle soluzioni Huawei e sulle tecnologie ICT adottate sul mercato. Gli studenti che vi partecipano hanno così la possibilità di conseguire certificazioni tecniche e migliorare quindi le proprie competenze ICT, delle quali il mercato ha particolarmente bisogno. Partecipare ad HAINA dà inoltre l’opportunità di accedere agli innumerevoli corsi online di Huawei.
Per il rettore Sauro Longhi si tratta di «un accordo che faciliterà l’ingresso dei nostri studenti in un mondo del lavoro che sta trasformandosi e dove le competenze digitali saranno sempre più importanti. In sintesi con HUAWEI, così come accade in molte università in giro per il mondo, forniremo ai nostri studenti tutte le competenze necessarie per contribuire in modo proattivo alle trasformazioni che Industria 4.0 produrrà».
«Huawei da sempre punta sui talenti e sulle risorse professionali italiane – dichiara Alessandro Cozzi, Country Director Enterprise Business Group di Huawei Italia – con l’obiettivo di svolgere un ruolo attivo nella crescita economica del Paese. Nelle università italiane abbiamo trovato un importante capitale di ingegno ed energie e siamo fermamente convinti che attraverso iniziative come la HUAWEI ICT Academy, in cui abbiamo il piacere di accogliere l’Università Politecnica della Marche, e il nostro programma di formazione Seeds for the Future, si possa favorire lo sviluppo di know-how distintivo da parte delle giovani generazioni per rispondere alle esigenze di competenze digitali del mondo imprenditoriale».
Gli studenti Univpm avranno da oggi l’opportunità di formare le proprie competenze ICT per essere maggiormente pronti e competitivi per il futuro. Il mondo del lavoro sta diventando più complesso e i giovani hanno bisogno di informazioni e orientamento per individuare le opportunità a loro disposizione. Le nostre imprese e il nostro sistema produttivo hanno numeri importanti: 500 miliardi di export, un brand Made in Italy che è il terzo al mondo, 6.819 startup innovative che danno lavoro a 36 mila persone. Ma sul digitale possiamo fare molto di più visto che siamo ancora, secondo la classifica Desi (Digital Economic and Society Index), al 25° posto nel 2016. Ci sono enormi opportunità, non solo per chi produce ma anche per chi lavora: la Commissione europea ha stimato che fra 3 anni in Europa ci saranno 500 mila posti di lavoro scoperti per esperti digitali. Se il mercato avrà bisogno di data analyst, e-reputation manager e sviluppatori mobile, dovremo essere capaci di formare le competenze tecniche e le soft skill di chi già lavora e di quel 60% di ragazzi che oggi studia per fare un lavoro che ancora non esiste.