MACERATA – Faceva lavorare i braccianti agricoli per 12 ore al giorno senza retribuzione adeguata né riposo settimanale nei campi tra Montelupone e Recanati. Per questo i militari del G.i.c.o., Nucleo di polizia economico-finanziaria di Ancona, hanno denunciato per caporalato un imprenditore agricolo di origini pakistane di 45 anni il quale è stato sottoposto a sequestro preventivo di beni per 700mila euro.
L’indagine, denominata “Girasole”, che ha impegnato i carabinieri del Nil di Macerata è stata coordinata dalla Procura di Macerata. A disporre il sequestro preventivo il procuratore Giorgio su richiesta del Gip. I finanzieri di Ancona hanno sequestrato due immobili e due terreni: un casale con annesso magazzino di oltre 500 mq, un’altro costituito da tre appartamenti, di circa 175 mq, oltre a due terreni agricoli della superficie complessiva di tre ettari, ubicati tutti nella provincia di Macerata.
L’imprenditore impiegava come braccianti lavoratori stranieri che sottoponeva a turni di 12 ore al giorno nei terreni di Montelupone e Recanati. Tra i braccianti c’erano anche alcuni richiedenti asilo politico e con permesso di soggiorno provvisorio. Per tutti il trattamento era lo stesso: dovevano lavorare senza percepire una retribuzione adeguata all’attività svolta e oltretutto senza riposo settimanale.
La procura di Macerata vista la gravità della situazione riscontrata, le irregolarità negli obblighi di tenuta del libro unico del lavoro, e le violazioni delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ha nominato un amministratore giudiziario per l’impresa agricola così da evitare ripercussioni negative sui livelli occupazionali.
Dalle indagini patrimoniali è risultato che l’imprenditore aveva acquisito un cospicuo patrimonio immobiliare, che in parte aveva intestato al coniuge convivente. Un patrimonio risultato sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati e per questo sottoposto a sequestro.