Ancona-Osimo

Maltempo nelle Marche e terreni allagati Coldiretti: «Politica e agricoltura insieme contro il dissesto idrogeologico»

L’ondata di maltempo dei giorni scorsi con le violente precipitazioni che hanno sferzato le Marche ha portato allagamenti e danni nei terreni invasi dalle acque. Ecco cosa chiede l'ente

Fango sulle strade di Senigallia dopo il maltempo
Fango sulle strade di Senigallia dopo il maltempo (Immagine di repertorio)

L’ondata di maltempo di sabato, 11 dicembre, con le violente e persistenti precipitazioni che hanno sferzato le Marche ha portato allagamenti e danni nei terreni agricoli invasi dalle acque. È soprattutto l’agricoltura a dover fare i conti con i cambiamenti climatici. Quest’anno il meteo sulla nostra regione si è contraddistinto per un inverno secco con temperature bollenti, ghiacciate primaverili un’estate africana interrotta da violenti temporali e trombe d’aria. Piogge così tanto violente e intense che mettono a dura prova la stabilità idrogeologica del territorio: i terreni non sono in grado di assorbire così tanta acqua in così poco tempo.

«Contrariamente alle dichiarazioni di alcuni sindaci del territorio, la responsabilità degli allagamenti e delle alluvioni non è in nessun modo degli agricoltori che sono i primi a subirne i danni – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Anzi, si deve far tesoro della loro permanenza e della loro gestione delle colline e dei suoli tanto da rappresentare il primo elemento di contrasto al dissesto idrogeologico. È forse il momento, invece, di capire che anche le precipitazioni piovose sono ormai imprevedibili come il resto delle manifestazioni meteorologiche e che continuare a sottrarre terreni agricoli per una cementificazione selvaggia, eccessiva ed inutile continuerà a rendere il territorio sempre più fragile».

Proprio la cementificazione e l’occupazione di suolo vede le Marche come la seconda regione d’Italia per cementificazione sulla costa. «L’Ispra ci ricorda – sottolineano da Coldiretti – che nel 2020 nonostante la pandemia si è continuato a costruire e si sono persi altri 145 ettari di suolo libero. In media ogni marchigiano ha rinunciato a quasi un metro quadro di verde». Intanto in parlamento è ferma la legge sul consumo di suolo mentre Coldiretti Giovani Impresa va avanti con la sua raccolta firme per dire no al fotovoltaico a terra che sottrae terreno agricolo in favore di energie rinnovabili che possono essere installate sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. «Il problema della cementificazione è reale e sono sotto gli occhi di tutti. Il lavoro che fanno gli agricoltori, con la quotidiana gestione e manutenzione del territorio dal quale traggono reddito per le loro famiglie, è prezioso e portatore di benefici per tutta la popolazione: la politica dovrebbero intanto portare chiarezza su regole e responsabilità nell’amministrazione del territorio e, al contempo, stringere con gli agricoltori un’alleanza per frenare il dissesto idrogeologico».

© riproduzione riservata