Ancona-Osimo

Marche, 180 morti ogni anno per amianto. Uil: «C’è la legge e ci sono le risorse per fermare la strage»

«Una strage silenziosa» quella legata all'amianto, argomento principe dell'Assemblea regionale Uil Marche. Parola ai sindacati

Immagine di repertorio

ANCONA- “Una strage silenziosa” l’ha definita la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli. È la questione “amianto”, argomento centrale dell’Assemblea regionale della Uil Marche che si è tenuto il 25 luglio ad Ancona alla presenza, tra gli altri, anche di Tiziana Bocchi, segretaria Uil nazionale, Antonio Ceglia, responsabile Ambiente e Amianto della Uil nazionale, del direttore regionale dell’Inps, Antonello Crudo, e Raffaella Compagnoni, in rappresentanza dell’Inail Marche.

Nelle Marche si contano 180 morti ogni anno, 1,22 persone ogni 100mila abitanti sono malate di mesotelioma. Spesso mogli di operai che si sono esposte mentre lavavano le tute da lavoro dei mariti. Il Fondo mesoteliomi non professionali conta 53 denunce di cui 41 accolte, 2 in istruttoria e 10 respinte perché non presentate entro i termini previsti.

Oltre 10.700 domande per scivolo pensionistico, “solo” 2.666 sono state accolte mentre sotto il profilo previdenziale esiste una pensione di inabilità ma anche qui i numeri sono molto bassi: in Italia se ne contano 257, di cui appena 3 nelle Marche. Eppure quanto a prevenzione non si parte da zero.

«Il censimento dei siti c’è già – ha spiegato Roberto Rimini – andiamo abbastanza bene sulla sorveglianza sanitaria degli ex esposti e abbiamo uno dei primi centri di formazione d’Italia poi però per bonifica e smaltimento, le attività centrali, siamo in forte ritardo. La Regione si è data tempo fino al 2025 per lanciare il suo Piano di Prevenzione ma ad oggi nessun coordinatore è stato individuato e nessun tavolo di coordinamento tecnico interdisciplinare è stato costituito, nonostante ci si fosse posti come data di avvio il 2022».

Ma i numeri sono impietosi anche a livello nazionale. Ogni anno in Italia muoiono oltre 4.400 persone a causa di patologie legate al contatto con l’amianto e soprattutto settori come l’edilizia e lo smaltimento dei rifiuti vede lavoratori ancora a rischio. Secondo Ceglia «si deve aggiornare la legge perché ancora non c’è l’obbligo di eliminare l’amianto e perché occorre prevedere impianti di smaltimento sicuri in ogni regione per conferire i rifiuti contenenti amianto». Dalla riunione è emersa, dunque, l’urgenza di aprire e dare impulso alle iniziative a partire da una Piattaforma Amianto che coinvolga le altre organizzazioni sindacali e la Regione Marche.

«Compito del sindacato – ha sottolineato la segretaria Mazzucchelli – è affrontare i problemi dei cittadini e promuovere una buona politica chiamata a risolverli. Per quanto riguarda l’amianto abbiamo le norme e abbiamo le risorse: manca la messa a terra dei progetti». Secondo la segretaria Bocchi «la battaglia sull’amianto non si discosta da quella contro le morti sul lavoro che è prima di tutto culturale perché colpisce persone soprattutto per mancanza di formazione e di prevenzione. Nonostante la legge esista da 30 anni abbiamo ancora 30 milioni di tonnellate di amianto in giro per l’Italia».