ANCONA – Il Rendiconto finanziario 2022 e poi l’autonomia differenziata con il decreto Calderoli. Sono stati i temi al centro della seduta di ieri del Consiglio regionale.
In Aula il via libera a maggioranza al Rendiconto finanziario 2022 dell’Assemblea Legislativa delle Marche. Nel 2022 le entrate, risultato di trasferimenti dei fondi del bilancio regionale e dall’Agcom, sono state pari a 20.339.315,32 euro, mentre la spesa complessiva è stata di 19.754.711,18 euro con un incremento di 745.815,69 euro rispetto al 2021 (+3,78%).
I contenuti del documento finanziario sono stati illustrati dal vicepresidente Gianluca Pasqui il quale parlando dell’aumento delle spese ha spiegato che «la percentuale non si può definire come un reale aumento, poiché il bilancio del Consiglio in fase di approvazione aveva subito una contrazione di circa 1 milione di euro rispetto alle necessità espresse dai dirigenti». L’avanzo libero di gestione, che sarà restituito al bilancio regionale, ammonta invece a 476.050,45 euro. «Il Consiglio regionale – ha concluso Pasqui – ha condotto una gestione attenta e responsabile prelevando risorse all’interno dello stesso bilancio senza gravare sulla finanzia regionale».
Molto dibattuto in Aula il tema dell’autonomia differenziata che ha diviso maggioranza e opposizione. Il Consiglio regionale ha rinviato la trattazione delle tre mozioni del decreto Calderoli, presentate dai dem Romano Carancini e Fabrizio Cesetti e dalla pentastellata Marta Ruggeri. Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha chiesto in Aula «una riflessione ulteriore e di valutare la possibilità di rinviare queste mozioni, di un paio di settimane per capire se ci sono punti di incontro per esprimerci su una posizione unitaria o se ognuno rimane nella propria posizione».
Il presidente del Consiglio regionale Dino Latini ha proposto di organizzare «un convegno con tutti i gruppi consiliari sul tema, allargato alle istituzioni interessate, al mondo accademico e alle associazioni, più partecipato possibile, per rappresentare le varie posizioni». L’assessore regionale al Bilancio Goffredo Brandoni ha sottolineato che la riforma promuove il regionalismo «senza incidere sui livelli essenziali delle prestazioni. Con l’autonomia differenziata non si vuole dividere il Paese, né favorire alcune regioni. Alcune possono accelerare, altre finalmente possono crescere». La Lega non ha dubbi sull’autonomia differenziata, Fratelli d’Italia con Carlo Ciccioli ha posto l’accento sull’unità nazionale, spiegando che «le regioni devono funzionare meglio, avere più capacità di spesa veloce e meno lacci e lacciuoli».
La paura dell’opposizione è quella che le Marche restino indietro. Il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi ha chiesto di ritirare il ddl Calderoli, mentre la consigliera regionale del M5s Marta Ruggeri ha spiegato di aver presentato una mozione «di censura del disegno di legge Calderoli per l’attuazione della previsione costituzionale dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, il quale presenta alcuni aspetti che hanno provocato forti preoccupazioni e perplessità, non solo nel M5s ma in gran parte del Paese. Persino la Commissione Europea si è espressa in senso critico, dubitando fortemente che le finalità declamate possano essere perseguite senza oneri a carico dello Stato».
In Consiglio regionale «abbiamo assistito al solito tentativo di disinnescare una mozione che evidentemente tocca un argomento sensibile, sul quale in maggioranza non esiste un fronte unito. Il centralismo patriottico di Fratelli d’Italia e della presidente Meloni, mal si concilia con l’autonomismo dei padroni a casa nostra della Lega». Il dem Romano Carancini ha evidenziato che dietro l’autonomia differenziata «si nascondono diversi rischi», mentre per il collega di partito Fabrizio Cesetti ha affermato la contrarietà sul «metodo che dovrebbe portare all’autonomia».