Ancona-Osimo

Marche, bando agli allarmismi: la vendemmia sarà «più che buona». Parola di Alberto Mazzoni

La peronospora ha colpito la regione un po' ovunque, a «macchia di leopardo». Il direttore dell'Istituto marchigiano tutela vini, però, esprime ottimismo

ANCONA – La pioggia e la grandine, le malattie che colpiscono i vigneti, la naturale riduzione del quantitativo d’uva che si raccoglierà a breve – la vendemmia per le uve da spumante è già cominciata – e che si protrarrà a lungo: la fotografia della qualità della prossima vendemmia e della situazione nei vigneti, già denunciata nei giorni scorsi da Coldiretti, la fa Alberto Mazzoni, enologo e direttore dell’Istituto marchigiano tutela vini. La sua, da tecnico e professionista, è una visione positiva: sarà una vendemmia più che buona, i vini delle Marche terranno alta la bandiera del territorio.

Alberto Mazzoni
Alberto Mazzoni

«L’annata agraria 2022-23 è un’annata che non si ripeteva da tantissimi anni – spiega Alberto Mazzoni –, tutto il sistema agricolo ha sofferto e ha avuto dei mancati guadagni e aumenti di costi legati a una stagione assolutamente anomala, con un inverno siccitoso, poi aprile, maggio e giugno con più giorni di pioggia che senza. Questa anomalia atmosferica ha condizionato tutti i raccolti, dal grano alle olive, e poi è toccato all’uva. Il problema viticolo lo troviamo a macchia di leopardo in tutta la regione, colpita un po’ come la popolazione durante il Covid, se posso permettermi il paragone: c’è chi è morto, chi si è salvato, chi non l’ha preso. In campagna è lo stesso, abbiamo una situazione molto eterogenea, non legata alla capacità dei nostri tecnici, ma dovuta in certe zone all’impossibilità di agire».

Dunque la prossima vendemmia come sarà? Intanto meno quantità di raccolto: «Avremo un calo generalizzato su tutta la regione. Circa un 20% in meno. I dati allarmistici sono forniti da chi prevede il futuro con una sfera di vetro: nessuno lo può fare. La drammaticità è portata sempre da chi vuole piangere, oggi bisogna guardare il futuro in modo ottimistico e pensare di considerare ogni eventualità». Difficile identificare le zone più colpite e quelle meno: «La peronospora è stata la malattia dell’anno che ha colpito tutta Italia, le regioni più colpite sono quelle del medio e basso adriatico. Tecnicamente non c’è una zona maggiormente colpita, tutte le Marche ne hanno sofferto, di più le province di Macerata e Ascoli Piceno, poi Ancona e parzialmente Pesaro. Ma poi ci sono aziende che hanno avuto un danno maggiore e altre meno, sicuramente il biologico è il più indifeso e avrà un calo più accentuato delle rese per ettaro».

Le note positive, quelle che fanno sperare in un miglioramento ulteriore della situazione: «Poi ci sono stati il gran caldo e le splendide giornate dell’ultimo mese e mi auguro anche il prossimo mese e per ottobre: la vendemmia è in ritardo di due settimane, in questi giorni abbiamo cominciato con le uve per le basi spumante, ma il resto comincerà nella prima decade di settembre, e a seconda della peronospora e della maturazione delle uve anche la vendemmia sarà a macchia di leopardo. Non avremo una partenza a scheggia né un termine perentorio, si lasceranno maturare le uve non mature, faremo vendemmie selettive. È questa la strada per risolvere il problema, ma avremo un’annata più che buona». Già, perché riduzione del quantitativo di raccolta, tecnicamente si chiama resa per ettaro, non significa calo della qualità della vendemmia, anzi. Lo conferma Mazzoni, che conclude: «È proprio così, questa riduzione non ci darà fastidio, sono ottimista. E se produciamo qualcosa in meno non dobbiamo neanche lamentarci, visto che abbiamo in casa qualche piccola scorta, delle giacenze rispetto agli anni passati che per alcune denominazioni sono un po’ più alte. Nessuna drammaticità, dobbiamo solo lavorare con la testa e con intelligenza. Anche quest’anno terremo alta la qualità dei vini marchigiani».

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