Ancona-Osimo

Marche, campagne in secca. Coldiretti: «Serve una rete di invasi per conservare l’acqua»

In provincia di Pesaro Urbino si oscilla tra il -24% dell’area montana al -69% della costa mentre Ancona registra un -78%. Il punto con Coldiretti

La campagna a Montefortino di Arcevia dove, tra il 1894 e il 1899, è stata portata alla luce una delle più importanti necropoli della popolazione celtica dei Galli Senoni
(Immagine di repertorio)

L’avvio del 2022 si sta distinguendo per avarizia di piogge con punte negative del 78% delle precipitazioni rispetto alla media storica del periodo. Lo rileva Coldiretti Marche (su dati Assam) che torna a porre l’accento sulla necessità di intervenire sul risparmio idrico e sulla possibilità di invasi di raccolta per far fronte ai periodi di siccità. Dal nord al sud della regione, dall’inizio dell’anno, si sono riscontrate minori precipitazioni rispetto alla media storica degli ultimi 10 anni. In provincia di Pesaro Urbino si oscilla tra il -24% dell’area montana al -69% della costa mentre Ancona registra un -78% in Appennino e un -65% in Vallesina. Non va meglio nel sud delle Marche: -75% nelle province di Macerata e Fermo, -65% in provincia di Ascoli.

Il risultato è che in campagna si vedono i primi effetti con gemme e fioriture anticipate con il timore di repentini cambi di temperatura o violenti eventi meteo come avvenuto negli ultimi anni a danno delle colture. Nel corso del 2021 secondo i dati ESWD nella nostra regione è stata registrata una media di 1,5 eventi meteo distruttivi al mese. «La pioggia – precisa Coldiretti – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti».

Situazione che si accentua ancor di più nella nostra regione visto che le Marche, secondo i dati Ispra, hanno il triste primato nazionale con oltre il 37% di consumo di suolo nelle aree ad alta pericolosità idraulica. «Tutto questo – spiegano da Coldiretti Marche – si innesta in una situazione già difficile con i costi energetici e delle materie prime alle stelle. Per risparmiare acqua e aumentare la capacità di irrigazione a stato proposto a livello nazionale la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio per conservare l’acqua e distribuirla in in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione».