Ancona-Osimo

Cenone di San Silvestro: le tradizioni nelle Marche e i consigli di Slow Food

Tra i piatti immancabili le lenticchie, portafortuna, e il cotechino. Ma spazio a parmigiana di cardi e coratellina di agnello. Per salutare in bellezza il 2024, però, si spenderà un +2% rispetto all'anno scorso

ANCONA – La tradizione vince sulle tavole marchigiane per il cenone di San Silvestro. Tra i piatti immancabili le lenticchie, portafortuna, e il cotechino. Per salutare in bellezza il nuovo anno e dire addio al vecchio, è importante «valorizzare il territorio, le sue tradizioni e i piccoli produttori locali, promotori di biodiversità agricola e marina» dice Roberto Rubegni della condotta Slow Food di Ancona.

L’associazione ha realizzato un ricettario della tradizione che spazia dai cappelletti, al sugo per il polentone, passando per la parmigiana di cardi, la galantina di gallina, la coratellina di agnello e il coniglio in porchetta, piatti tipici del periodo delle feste dove si possono trovare anche le ricette dei cavalluci di Apiro e del panettone.

Al centro del cenone delle feste, spiega Rubegni, possono essere protagonisti i prodotti del territorio, dai pesci, preferibilmente di stagione e nostrani, scegliendo le specie meno ‘blasonate’, ma tipiche del nostro mare come bombetti, raguse, sgombro, mugelle, sciuri. Anche nella scelta della lenticchia e del cotechino vige la regola del Made in Marche: lenticchia dei Monti Sibillini, cotechino del fabrianese o del maceratese. Un altro legume molto apprezzato è la cicerchia di Serra de’ Conti, presidio Slow Food.

Quali gli altri piatti della tradizione? L’antipasto all’italiana, con salumi e formaggi locali, i vincisgrassi, il fritto ascolano (olive ascolane, cremini, agnello e verdurine), i cardi, il coniglio in porchetta. Per chi predilige il pesce, lo stoccafisso all’anconetana, il brodetto, la polenta al sugo di pesce. E come dimenticare l’anisetta ascolana?

Anche in tema di vini le Marche sono protagoniste, sia con il vitigno più coltivato e rappresentativo del territorio, il Verdicchio, insieme a Passerina, Pecorino, Lacrima, Rosso Conero e Rosso Piceno. Insomma per il brindisi ce n’è per tutti i gusti e per tutti i menù.

I rincari

Quest’anno però il cenone più atteso dell’anno sarà più caro, almeno del 2% rispetto all’anno scorso. A rilevarlo è Altroconsumo, che stima una spesa fino a 270 euro per i prodotti tipici del periodo. Cotechini e zamponi segnano un rincaro medio di circa il 13%, più contenuto l’aumento del prezzo delle lenticchie (+3%), mentre il salmone, altro piatto must del cenone, costerà di meno rispetto all’anno scorso (-4%).

Sul fronte delle bollicine gli aumenti medi sono del 4%, ma possono oscillare fino al +20%. I più costosi sono gli champagne francesi, mentre gli spumanti italiani metodo classico registrano rialzi più contenuti. Anche per contrastare i rincari è bene optare per bollicine e vini marchigiani a km 0.