Ancona-Osimo

Cgil, il nuovo segretario generale Santarelli sulle sfide delle Marche: «Ridefinire l’offerta delle politiche industriali, territorio per territorio»

Appena nominato alla guida della Cgil Marche, Santarelli traccia le principali sfide che attendono la nostra regione sul fronte lavorativo, in questo momento segnato dal post pandemia e dalla guerra

Daniela Barbaresi e Giuseppe Santarelli

ANCONA – «Quello che stiamo vivendo è un momento molto delicato e molto difficile per il Paese tutto e soprattutto per le Marche. Un momento in cui anche la democrazia è in pericolo». È la riflessione del neosegretario generale della Cgil Marche Giuseppe Santarelli. Tra pandemia, rincari e sanzioni verso la Russia, a causa del conflitto in Ucraina, imprese e famiglie sono in sofferenza. Una situazione critica.

«Nel mondo – osserva – i regimi autoritari stanno crescendo e anche in Italia c’è il rischio che possa esserci un allentamento di quello che è il valore e la funzione della democrazia che è importante. Credo che unirsi in un sindacato, proprio in un momento come questo, sia per tutte le lavoratrici e i lavoratori assolutamente importante». Secondo Santarelli, il valore del sindacato «proprio in questi momenti di grande difficoltà sia ancora più forte».

Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche

Tra le proposte del segretario generale Cgil Marche, quelle di riprendere «con forza» lo sviluppo delle politiche industriali che va «messo al centro del dibattito regionale».

La crisi Russia-Ucraina sembra destinata a non risolversi in fretta, e rischia di avere un impatto pesante sulle famiglie e sulle imprese, specie in una regione come le Marche dove ci sono settori molto esposti verso questi mercati. Cosa si aspetta da qui in avanti?
«Mi aspetto che nel futuro, come anche in questa occasione, non ci troviamo costretti sempre ad inseguire i problemi. La nostra regione ha un urgente bisogno di un governo delle politiche industriali che ridefinisca una politica dell’offerta industriale, diversificata territorio per territorio. Siamo in una fase di grandi sconvolgimenti geopolitici, se la guerra non si fermerà gli scenari potranno avere delle ripercussioni molto forti sull’occupazione e sulla tenuta sociale».

È vero che la politica industriale dipende molto dalle scelte compiute dal governo centrale italiano in questa fase, ma che tipo di rapporto pensa di costruire con la Regione Marche e che tipo di interventi sono necessari?
«Bisogna capire se la Giunta regionale vuole ragionare con tutti gli attori economici e sociali sul carattere che vuole dare al proprio futuro. Avremo nei prossimi cinque anni oltre 23 miliardi a disposizione come Marche, tra fondi del Pnrr, fondo complementare, sisma e fondi strutturali, la scelta sarà tra decidere di mettere mano ai problemi strutturali della nostra regione dentro un piano strategico o gestire queste risorse ad uso privatistico, clientelare e di consenso politico. Noi su questo daremo battaglia».

Daniela Barbaresi, Cgil (immagine di repertorio)

Daniela Barbaresi, eletta in seno alla segreteria nazionale del sindacato, dice la sua: «Stiamo attraversando un periodo molto difficile aggravato anche dall’incertezza e dalle ripercussioni del dramma della guerra, però sono sicura che Santarelli saprà fare un buon lavoro: ha le caratteristiche, le competenze e soprattutto una grande esperienza e un forte legame con l’organizzazione».

Barbaresi nella segreteria nazionale della Cgil ha assunto le deleghe a Sanità e Politiche sociali, due ambiti che nel Paese necessitano di un forte rilancio, specie con la pandemia che ha messo “a nudo” tante criticità. Deleghe che, come fa notare, «rappresentano la continuità del lavoro svolto nelle Marche, soprattutto per quanto concerne la sanità».

Secondo Barbaresi «la sanità pubblica è un valore fondamentale» a cui «vanno garantite le risorse necessarie» e a tal proposito rimarca che «la missione 6 del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) è dedicata al potenziamento della sanità e alla riorganizzazione della medicina territoriale, che rappresenta anche per le Marche una grande priorità».

«Il lavoro a cui sono chiamata mi riempie d’orgoglio – conclude – ma allo stesso tempo mi carica di una responsabilità particolarmente importante, onerosa, che sento tutta sulle spalle».