ANCONA – Sei vaccinato? Ti sposti liberamente. Non sei vaccinato? Vai in lockdown. È il modello di restrizioni adottato in Austria per contenere la quarta ondata pandemica che sta investendo l’Europa: i cittadini austriaci non immunizzati contro il Covid possono uscire solo per andare al lavoro, per acquistare beni di prima necessità e per fare attività motoria.
Un modello di limitazioni che è entrato anche nel dibattito politico del nostro Paese, dopo che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha annunciato la volontà di alcune Regioni di chiedere al governo restrizioni simili a quelle adottate dai vicini austriaci.
In pratica quello che propone Toti è di fare in modo che le restrizioni che scattano con il cambio di colore di una regione, possano valere solo per i cittadini che non si sono vaccinati, e non per gli altri.
Dubbioso su questa ipotesi il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, secondo cui «Il tema non è quello di pensare a restrizioni per i non vaccinati, che da sole non risolverebbe il problema, ma quello di invitare con determinazione tutti a rispettare le regole».
Il governatore si trova attualmente in isolamento volontario in seguito alla positività al Covid dell’assessore regionale Guido Castelli, emersa nella giornata di lunedì. Una misura precauzionale adottata in maniera volontaria da tutta la Giunta delle Marche per senso di responsabilità.
In questa fase di risalita della pandemia, il presidente richiama al rispetto delle norme anti-contagio, come «evitare assembramenti, indossare la mascherina, lavarsi le mani». I vaccini sono stati fondamentali per il ritorno ad una certa normalità, come dimostrato anche dai dati relativi alle ospedalizzazioni, che rispetto all’anno scorso vedono «numeri nettamente inferiori, ma è anche vero che il 25% dei ricoverati nelle terapie intensive delle Marche non sono vaccinati» un elemento che dimostra la necessità di continuare a «non abbassare la guardia» e di prestare sempre la massima attenzione. Inoltre, come ha più volte sottolineato Acquaroli occorre evitare di spaccare il Paese, creando una contrapposizione tra vaccinati e non vaccinati.
Il fronte del sì
«Se ci sarà necessità di decidere nuove restrizioni – dichiara la parlamentare del Pd Alessia Morani – ovviamente non possono subirle i vaccinati che con serietà e responsabilità hanno fatto il proprio dovere civico in favore della comunità. Sono favorevole all’obbligo vaccinale o a restrizioni solo per non vaccinati».
«Sono assolutamente d’accordo – afferma Piergiorgio Carrescia membro dell’assemblea nazionale di Italia Viva – e aggiungerei pure che a coloro che si ammalano di Covid, perché non hanno voluto vaccinarsi, vanno fatte pagare le spese sanitarie o almeno gran parte di esse. Se otto su dieci degenti in terapia intensiva sono non vaccinati – prosegue – un motivo c è. Il vaccino – prosegue – non dà la garanzia assoluta di non ammalarsi ma riduce drasticamente gli effetti del virus e i ricoveri. Una sparuta minoranza non può mandare all’aria i sacrifici dell’85% degli italiani che hanno a cuore la propria e l’altrui salute».
La sponda del no
«Imporre nuove restrizioni a coloro che non si sono ancora vaccinati non può essere la soluzione per scongiurare l’aumento dei contagi – afferma Riccardo Augusto Marchetti, commissario regionale della Lega -. Dobbiamo continuare a puntare su una campagna vaccinale seria ed efficace e sensibilizzare gli italiani a fare la terza dose: siamo uno dei paesi con il più alto numero di vaccinati al mondo e, mentre la media europea si attesta al 66%, quella dell’Italia è dieci punti sopra. Applicare ulteriori misure restrittive non farebbe che terrorizzare ancora di più il Paese – prosegue -: come Lega siamo al lavoro per mettere in sicurezza l’Italia, evitare altre chiusure, senza proibire niente a nessuno. Il nostro obiettivo è restituire speranza agli italiani, non farli vivere nella paura».
«Il lockdown per i non vaccinati? Credo sia una misura da evitare». È il pensiero del senatore del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti. «Abbiamo un tasso di vaccinati tra i più elevati d’Europa – prosegue – e l’aumento dei contagi nel nostro Paese, con esclusione di alcune Regioni, è ancora sotto controllo. Non credo sia possibile chiudere in casa delle persone sane per il pericolo che poi si ammalino. In questo modo si violano dei diritti fondamentali garantiti anche dalla nostra costituzione. Non dimentichiamo che il contagio può essere trasmesso anche dai vaccinati. Credo che si debba persuadere le persone e non forzarle e dunque insistere con la campagna vaccinale, uso corretto delle mascherine e distanziamento. Inoltre credo che si debba intervenire maggiormente su misure che abbassano il rischio di contagio tra i quali i purificatori sui mezzi di trasporto pubblico e nelle scuole, una misura già adottate da alcune regioni, inclusa le Marche».
Il senatore, riferendosi alle manifestazioni No Green pass che hanno costellato il Paese negli ultimi tempi, aggiunge «credo sia importante anche non esasperare i contrasti sociali per evitare i disordini che abbiamo visto in varie città italiane e che non vedevamo da anni».
Contrario all’ipotesi dura anche Articolo Uno. Il coordinatore regionale del partito, che esprime il ministro della Salute Roberto Speranza, sostiene che «se c’è una cosa abbiamo imparato da questa pandemia, è che questa si combatte e si supera insieme e affidandosi alla scienza e non ai proclami giornalieri e assecondando gli istinti e i pruriti delle piazze».
«Il vaccino – prosegue – è l’unica arma oggi disponibile. Chi si è vaccinato lo ha fatto per sé stesso e per gli altri», una protezione che si aggiunge alle «modalità già adottate del distanziamento, della precauzione, del controllo e del tracciamento. Di fronte alla possibile ripresa di una ennesima ondata – afferma -, ci si dovrebbe attenere a questi principi, che hanno fatto dell’Italia un esempio per il mondo».
«È un dato riconosciuto dalla scienza, che chi non è vaccinato è più esposto alla malattia, per sé stesso e per le possibilità di contagiare gli altri, oltre che per la possibilità di avere forme gravi della malattia se contagiati – spiega Montesi -; se si dovesse arrivare ad ulteriori interventi di limitazioni e chiusure, credo che questo dato non possa non essere valutato».