ANCONA – Comincia ad emergere tra i primi sanitari vaccinati contro il Covid una riduzione dell’immunità. Si tratta di numeri ancora molto piccoli, e per lo più di casi «asintomatici o poco sintomatici» spiega Susanna Contucci, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona, ma intanto i primi si stanno affacciando al reparto dove vengono eseguiti i test antigenici rapidi per il monitoraggio del personale in servizio.
«Stiamo cominciando a vedere i primi operatori sanitari contagiati dal Covid» spiega il primario, ricordando che medici e infermieri erano stati i primi in assoluto a ricevere il vaccino nel dicembre 2020, all’avvio della campagna vaccinale, ma le somministrazioni della terza dose, già iniziate in ospedale, consentono di guardare alla situazione con un certo grado di tranquillità.
«Gli operatori del Pronto Soccorso si sono già vaccinati con la terza dose del vaccino» spiega Contucci, nel precisare di essersi sottoposta all’inoculazione aggiuntiva proprio in questi giorni. E a Torrette sono diversi i medici e gli infermieri che si stanno sottoponendo alla terza dose, per scongiurare rischi sia per se stessi che per i loro pazienti, nonostante «la terza dose per ora non sia ancora obbligatoria».
Nel punto vaccinale ospedaliero di Torrette le somministrazioni proseguono al ritmo di circa 300 al giorno, tra prime, seconde e terze dosi, e solo nella giornata di oggi le dosi booster inoculate (terze dosi) sono state 150, somministrate a pazienti immunocompromessi, over 80 e operatori sanitari over 60, oltre a quelli che operano nei reparti particolarmente a rischio, come Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Malattie Infettive.
Potrebbe partire a breve invece la terza dose “a tappeto” anche per il resto degli operatori sanitari, di fasce d’età inferiori, così da garantire una copertura piena in vista dell’inverno. E le richieste arrivano a pioggia.
Intanto gli accessi di pazienti positivi al Covid sono «una media di un paio al giorno, il 90% dei quali non sono vaccinati, mentre i pochi vaccinati erano soggetti con patologie gravi». Numeri sostanzialmente stabili rispetto all’ultimo periodo.
Cosa ci si aspetta da qui in avanti? «Mi aspetto verosimilmente un lieve incremento legato all’arrivo dell’inverno – prosegue -, alla ripresa delle attività sociali, ma soprattutto legato ai non vaccinati».