Ancona-Osimo

Dpcm, la rabbia delle associazioni di categoria: «Al Natale non rinunciamo»

Cna, Confartigianato e Confcommercio contestano le nuove misure che stanno provocando, anche nei settori colpiti indirettamente, perdite di oltre il 60%. Cna pronta a manifestazioni

ANCONA – Le associazioni di categoria manifestano tutta la loro preoccupazione e rabbia per le nuove misure restrittive intraprese con il nuovo Dpcm, siglato in nottata dal premier Conte. Un provvedimento che stabilisce misure comuni su tutto il territorio nazionale, fra le quali il coprifuoco dalle 22 alle 5, la chiusura dei centri commerciali nei festivi e prefestivi, la didattica a distanza al 100% alle superiori e il 50% di capienza massima a bordo dei mezzi di trasporto pubblico, e altre ancora più stringenti legate all’indice di rischio presente nelle regioni come la chiusura dei negozi, dei bar e dei ristoranti. Restrizioni che vanno a pesare ulteriormente su un quadro già compromesso dalla paura diffusa tra la popolazione di infettarsi con il covid, e che ha già portato ad una minore affluenza delle persone nei negozi e nelle altre attività commerciali. Un timore che rischia di mettere in ginocchio intere categorie e di avere pesanti riflessi dal punto di vista occupazionale.

Parla di un provvedimento che «va ad esasperare ulteriormente una tendenza e che potrebbe ulteriormente aggravarsi in caso di passaggio ad una fascia di rischio più elevata» il direttore di Cna Massimiliano Santini con il crescere dell’indice delle positività. Ad essere toccati sono anche i negozi, secondo Santini, a causa del «clima allarmistico che ormai predomina e che ha azzerato completamente i nostri introiti: le persone non vanno più nei negozi, escono poco perché hanno timore, una ansia che si sta scaricando sulle attività».
Oltretutto, il direttore Cna sottolinea, «non saremo neanche oggetto dei Ristori, ma il punto vero è che oggi non lavoriamo perché siamo lesi indirettamente dal provvedimento». Per questo la Cna è pronta a scendere in piazza e manifestare per «dimostrare come questa situazione, mal gestita fin dall’inizio e senza mai fare controlli nelle attività, come da noi più volte richiesto per darci comunque la possibilità di lavorare, ora non aver operato in questa direzione ci porta ad una lenta agonia». Santini spiega infatti che alcune attività commerciali registrano «una perdita di oltre il 60-65% pur non avendo il divieto di operare, restrizioni che hanno colpito profondamente queste categorie, al pari dei bar e ristoranti».

Graziano Sabbatini, presidente Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino

«La preoccupazione per i provvedimenti presi permane – commenta il presidente di Confartigianato Imprese di Ancona – Pesaro e Urbino, Graziano Sabbatini – : le attività si sono ridotte in maniera drastica in tutto il Paese e si stanno fermando al di la della fascia di rischio in cui si colloca la regione. Noi siamo ancora in una zona moderatamente tranquilla, ma il commercio e l’attività economica sta rallentando in maniera molto grave, con una riduzione della concentrazione della presenza della clientela in molte attività».

Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche Centrali

«Si continua a colpire il commercio, sia bar e ristoranti, sia attività nei centri commerciali – dichiara il direttore di Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco -, per questa idea di movida che non esiste. Le nostre attività commerciali hanno sempre dato prova e sicurezza del fatto che non ci sono stati contagi e i dati ce lo confermano, dandoci ragione. Tenere le persone a casa – prosegue – che è l’obiettivo di questo Dpcm, vuol dire bloccare le attività per questo non credo che il provvedimento vada nella direzione giusta». L’auspicio di Polacco è che le scelte prese dal governo, «portino almeno ad una diminuzione dei numeri dei contagi da covid-19, perché a questo punto il nostro obiettivo diventa salvare il Natale e su questo, come associazione di categoria, non intendiamo rinunciare».