Ancona-Osimo

Marche, lavoratori sempre più precari. I dati della Cgil

Nelle Marche sempre più precari: solo il 10,7% delle assunzioni sono a tempo indeterminato, l’89,3% sono contratti a termine e intermittenti. Fontana, segretaria regionale Cgil Marche: «Subito una nuova legge regionale sul lavoro e interventi mirati»

Cresce il lavoro precario nelle Marche, in calo invece i contratti a tempo indeterminato. Nel 2024 le aziende marchigiane hanno attivato 214.162 rapporti di lavoro, il 2,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023 e il 4,0% in meno rispetto al 2022. Secondo i dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps, rielaborato dall’Ires Cgil Marche, sul totale delle nuove assunzioni, quelle a tempo indeterminato sono una quota molto ridotta (10,7%) con 22929 assunzioni; la tipologia contrattuale maggiormente presente è il contratto a termine (39,13%) con 84221 assunzioni, seguita dal contratto intermittente (19,4%) con 41444 assunzioni, tipologia che aumenta la sua incidenza in maniera costante. La regione risulta inoltre essere la prima in Italia per la più alta incidenza dei contratti intermittenti (19,4% contro la media nazionale del 9,9%).

Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche: «Il quadro dei flussi dei rapporti di lavoro del 2024 evidenziano il crollo delle assunzioni a tempo indeterminato e la crescita dei contratti precari. I referendum sul lavoro rappresentano una grande opportunità per modificare alcune delle norme del mercato del lavoro che rendono più deboli lavoratrici e lavoratori».

Lavoro Marche, qualche dato

Rispetto allo scorso anno, la diminuzione più accentuata si osserva nelle assunzioni in apprendistato (-13,2%) con una diminuzione pari a -1511 unità e in quelle a tempo indeterminato (-8,5%), pari a -2127 unità. Nello stesso periodo, le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 209.253, valore sostanzialmente invariato rispetto al 2023 (-0,1%); nei confronti del 2022 si osserva, invece, un calo del 2,4%.
Nel confronto con il 2023 si osserva un aumento non trascurabile dei licenziamenti di natura economica (+10,2%).

Le trasformazioni di contratti precari in rapporti a tempo indeterminato sono state 23.223, 1.395 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023 (-5,7%).

La flessione rispetto al 2023 dei rapporti di lavoro attivati risulta più marcata tra le donne (-3,2% contro il -1,6% degli uomini), le quali osservano anche una riduzione del 10% delle assunzioni a tempo indeterminato.

Tra le classi di età, i tempi determinati crescono solo tra i giovani fino a 29 anni, per poi diminuire. I contratti intermittenti tra gli under 30 pesano per il 24,6%.
Sempre i più giovani, inoltre, sono oggetto della riduzione più significativa delle assunzioni a tempo indeterminato (-14%).

L’analisi delle assunzioni per classe dimensionale delle aziende mette in evidenza in particolare che nelle piccole e medie imprese diminuisce il tempo indeterminato.

Infine, osservando i nuovi rapporti di lavoro per agevolazione contributiva, emerge che il 92,7% delle assunzioni non è agganciato a nessuna agevolazione di tipo contributivo o fiscale. Percentuale che scende al 78,7% per le trasformazioni.

Eleonora Fontana, segretaria regionale Cgil Marche: «La precarietà assume numeri vertiginosi per donne e giovani. Nelle Marche la situazione è in peggioramento. I dati evidenziano che le agevolazioni per le nuove assunzioni non hanno migliorato le condizioni del mercato del lavoro regionale. Inefficaci sono state le misure adottate dalla giunta Acquaroli».