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Export marchigiano, tonfo del farmaceutico. L’economista Lo Turco: «Contesto internazionale turbolento pesa su imprese e famiglie»

Al netto del farmaceutico, il calo del commercio marchigiano con l'estero è del -2,6%, in linea col trend del Paese. Ecco i dati

«Il tonfo del farmaceutico guida il calo generalizzato delle esportazioni che non interessa solo le Marche, ma anche il resto del Paese, e che influenza anche il dato relativo alla contrazione delle vendite verso la Cina». La professoressa Alessia Lo Turco, docente di Economia politica all’Università Politecnica delle Marche, commenta così gli ultimi dati diffusi dalla Camera di Commercio delle Marche, relativi al primo trimestre del 2024.

Una fotografia che mostra un calo del -55,5% nelle Marche per la flessione degli articoli farmaceutici chimico medicinali botanici, che arriva dopo il picco registrato nel primo trimestre dell’anno scorso (8.066,0 milioni di euro). Attualmente il valore delle esportazioni in questo settore oscilla tra 2.750 milioni e 3.970 milioni di euro. Se il dato dell’export verso la Germania è positivo (433,9 mln euro ; +7,6%), gli altri sono tutti con il segno meno: Francia (394,5 mln euro ; -2,2%), Stati Uniti (268,3 mln euro ; -33,8%), Belgio (210,0 mln euro ; -74,8%), Spagna (183,0 mln euro ; +0,5%), ma il calo più consistente è con la Cina (-97,2%).

Il risultato, fa notare l’economista, è «in linea anche con il trimestre precedente ed è influenzato dal contesto internazionale turbolento». La professoressa Lo Turco evidenzia che «i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, il cambiamento degli assetti governativi a livello europeo, il timore di una guerra in Europa, sono tutti elementi che causano incertezza non solo per le imprese, ma anche per i consumatori».

Il calo del tasso di interesse di 25 punti operato dalla Bce non è sufficiente, chiarisce, perché «i salari non hanno ancora recuperato il potere d’acquisto perso a causa dell’inflazione, inoltre non è detto che questo taglio sarà duraturo e anche questo genera incertezza. Un contesto del genere non facilita gli scambi internazionali». Sul piatto della bilancia l’economista mette anche le «politiche di protezionismo introdotte da alcuni Paesi. In ogni caso, guardando il peso dei sottori marchigiani sul nazionale, in realtà le quote restano uguali a parte il farmaceutico, per questo non si tratta di una quetione regionale ma nazionale, come testimoniano anche i risultati del Nord del Paese».

Per invertire la rotta «occorrerebbe un percorso verso la pacificazione dei conflitti e la restaurazione di un sistema più favorevole agli scambi globali. L’economia dopo il Covid è cambiata – osserva -, con la pandemia sono apparsi diffusamente i primi strumenti di protezionismo con controlli sulle esportazioni, dopo i dazi già introdotti negli Stati Uniti dall’ex presidente Trump specialmente nei confronti dei prodotti cinesi. Con il crescente raffreddamento delle relazioni internazionali tra Est e Ovest, se non si inverte la rotta, questo quadro continuerà ad avere i suoi effetti».

Al netto del farmaceutico, il calo del commercio con l’estero è del -2,6%, in linea col trend del Paese che registra una flessione dell’1,1%. Bene trasporto (+150%) e automotive (+64%), in calo moda e calzature (-6,3%). Tra i settori che hanno contribuito in negativo, oltre agli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, che segnano un -90,2% rispetto al primo trimestre 2023, ci sono i macchinari e apparecchi (-17,3%), il tessile, abbigliamento pelli e accessori (-6,3%). In flessione anche diversi altri comparti manifatturieri.

Il contributo positivo è arrivato invece oltre che dai mezzi di trasporto, da prodotti dell’editoria e audiovisivi; prodotti delle attività radiotelevisive (più che quintuplicati come valore rispetto al primo trimestre 2023), navi e imbarcazioni (quintuplicati), apparecchi elettrici (+2,9%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+4,4%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+5,8%) e prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (+36,9%), articoli in gomma (+23,5%), apparecchiature di cablaggio (+22%).

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