ANCONA – No al bypass sulla linea ferroviaria adriatica e sì all’alta velocità su tutta la dorsale. Il concetto è stato espresso sia dal governatore della Regione Marche, Francesco Acquaroli, sia dal vice ministro a Infrastrutture e Trasporti Galeazzo Bignami. L’occasione è stata l’incontro organizzato da Confindustria Ancona in cui è stata presentata una analisi del Centro Studi di Confindustria in cui viene stimato l’impatto in termini di sviluppo economico e occupazionale di un progetto di arretramento della ferrovia adriatico con la realizzazione dell’alta velocità lungo i 610 chilometri che da Bologna arrivano fino a Bari. Cinque le regioni coinvolte: Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia.
Secondo il Centro Studi Confindustria, a fronte di un investimento di 44 miliardi di euro in 13 anni, di cui 3 per la progettazione e 10 per la cantierizzazione, l’impatto positivo sul Pil nazionale è stimato in 95 miliardi e 144mila posti di lavoro stabili. Il progetto di arretramento della tratta ferroviaria che porterebbe alla realizzazione di una nuova infrastruttura destinata al traffico passeggeri e merci, andrebbe a liberare l’attuale tratta, che spesso attraversa località turistiche costiere, correndo molto vicina alla costa.
«Il governo Meloni – ha dichiarato ai giornalisti, parlando a margine dell’incontro, il vice ministro Galeazzo Bignami – ha trovato una situazione in cui, con un gioco al ribasso, qualcuno si accontentava di soluzioni bypass che per noi non sono evidentemente condivisibili». Bignami ha spiegato di aver «dato mandato a Rfi di studiare un progetto che porti l’alta velocità nelle Marche, in Molise e in Abruzzo, consentendo un prolungamento su tutto l’Adriatico ormai necessario».
Il governatore della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, parlando con i cronisti ha spiegato «abbiamo lavorato in questi anni per costruire un coordinamento tra tutte le Regioni dell’Adriatico centro-meridionale per sollevare nei confronti del governo nazionale, del Parlamento e dell’opinione pubblica questo gap infrastrutturale pesantissimo, che colpisce tutte le regioni esposte sulla costa orientale, tema che già il precedente Governo ha cominciato ad affrontare: abbiamo ottenuto l’inserimento nella Rete Core TEN-T – ha rimarcato -, un primo stanziamento per rafforzare la linea ferroviaria adriatica, bisogna fare di più perché se la linea adriatica deve essere dedicata sia all’alta velocità che al trasporto merci di certo non può passare dove passa oggi e, in particolare, non può passare nei tratti che sono ancora oggi fortemente antropizzati e urbanizzati, lungo la costa turistica».
Secondo Marsilio «serve una nuova infrastruttura, un arretramento della linea che consenta di avere, anche sull’Adriatico quei tempi di percorrenza e la competitività economica per le aziende come avviene sulla costa tirrenica. Se mai si comincia mai si finisce: dove è stato fatto hanno atteso anni e poi hanno visto i risultati. Ci sono voluti molti anni per realizzare l’alta velocità da Milano a Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Salerno – ha aggiunto -, ancora si sta completando: chiediamo che la stessa attenzione arrivi anche sulla costa adriatica, è vero che c’è uno zero in meno nel numero degli abitanti ma questo non significa che chi abita su questo lato dell’Italia abbia meno diritti di chi abita altrove».