ANCONA – La seconda edizione della “Giornata Carlo Urbani”, istituita con legge regionale nel 2020, è stata celebrata nell’aula dell’assemblea legislativa con le testimonianze di chi ha conosciuto e condiviso gli insegnamenti del medico infettivologo di Castelplanio, scomparso nel 2003. «Un medico che ha portato nel mondo un messaggio di pace e di speranza», così lo ha definito in apertura della seduta il presidente del consiglio regionale, Dino Latini. «Cosa direbbe Carlo Urbani oggi di fronte ad uno scenario che vede di nuovo l’Europa teatro di una guerra che nessuno di noi credeva fino al 24 febbraio possibile? Cosa direbbe su quanto il suo messaggio di donare la vita al prossimo possa apparire vano, un messaggio non ascoltato, non tradotto, non applicato? Credo che Urbani – ha affermato Latini – sarebbe andato in prima linea, come sempre ha fatto, per curare gli ammalati senza distinzione di razza e di appartenenza, per dare a coloro che si trovano oggi intrappolati in luoghi senza la possibilità di avere cure, non solo la speranza di sopravvivere, ma di costruire un mondo migliore».
A giugno, come annunciato dal sindaco Fabio Badiali, nel suo paese natale sarà inaugurato un museo multimediale, in collaborazione con l’Associazione italiana Carlo Urbani. «Grazie all’associazione riusciamo a far camminare i progetti a cui mio padre ha dedicato l’esistenza – ha sostenuto il figlio Luca, consigliere dell’Aicu, attualmente impegnato in Congo per una missione umanitaria – La stessa pandemia ci ha insegnato quanta strada c’è ancora da fare per superare le disuguaglianze». Vittima della Sars, la malattia che per primo riuscì ad isolare, Urbani attivò in Vietnam un metodo anti-pandemie – “proteggersi, proteggere e chiudere” – che oggi ancora l’Organizzazione mondiale della sanità riconosce protocollo internazionale, come hanno ricordato, Enzo Petrelli, già direttore di malattie infettive agli ospedali Marche Nord, e il dottor Marco Albonico, collega infettivologo di Urbani, collegato in video, che si sono soffermati sulle sue doti professionali e umane.
Impegnato nel diritto ai farmaci per i Paesi in via di sviluppo, il medico marchigiano nel 1999 divenne presidente di Medici Senza Frontiere per l’Italia, ruolo ricoperto dal 2018 da Claudia Lodesani che considera Urbani, come sottolineato in aula, un «faro e un maestro».
Nelle conclusioni il presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli ha ringraziato la famiglia Urbani, «per aver tenuto vivo in questi anni il suo ricordo, un figlio illustre della nostra terra, esempio attuale, interprete di eroismo«. In serata secondo appuntamento a Castelplanio, organizzato in collaborazione con l’Aicu. Nella sala polivalente “Pittori” in scena la rappresentazione teatrale “Carlo Urbani la voce di un fiore di loto – Il Viaggio di una vita. Parole, note e immagini”, da un’idea di Paolo Pirani. Introduzione affidata al presidente dell’Assemblea legislativa, Dino Latini.