Ancona-Osimo

Green pass e lavoratori sospesi, Popolo della Famiglia: «Misura “putiniana”. Regione e opposizioni facciano pressione»

Il Popolo della Famiglia manifesta solidarietà verso il Movimento Universitario contro le Discriminazioni e si scaglia contro il green pass

ANCONA – Solidarietà del Popolo della Famiglia al Movimento Universitario contro le Discriminazioni. Il gruppo di docenti, ricercatori e tecnici e amministrativi degli Atenei di Ancona, Macerata, Camerino e Urbino, dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e dell’Isia di Urbino, nei giorni scorsi aveva inviato una lettera ai rettori e ai direttori, per chiedere un tavolo di concertazione nel quale trovare una soluzione per il personale universitario rimasto senza stipendio perché sprovvisto di Green pass. Un appello a cui si unisce anche il Popolo della Famiglia che in una nota stampa a firma del coordinatore regionale Fabio Sebastianelli fa sapere che «è intollerabile che venga tolto lo stipendio a un lavoratore».

«Da febbraio docenti e personale tecnico-amministrativo sono stati sospesi senza stipendio, mettendo in difficoltà economica intere famiglie – sottolinea Sebastianelli -. Sono stati privati non solo della dignità personale e professionale, ma anche del diritto alla privacy sulla loro situazione sanitaria in quanto i sospesi vengono, in pratica, proprio a causa dell’applicazione delle misure, messi alla gogna davanti agli studenti e ai colleghi».

Una richiesta che arriva alla vigilia di una tappa importante del percorso di ritorno alla normalità: il 31 marzo termina infatti, dopo oltre due anni di proroghe, lo stato di emergenza istituito il 31 gennaio 2020 per fronteggiare la pandemia di Covid-19, dal 1° aprile salteranno gradualmente le restrizioni attualmente in vigore per arrivare al 1° maggio, quando ci sarà l’addio al Green pass, lo strumento ritenuto «discriminatorio» dal Movimento Universitario contro le Discriminazioni.

Resta però fino al 31 dicembre 2022 l’obbligo vaccinale con la sospensione dal lavoro per gli esercenti le professioni sanitarie e i lavoratori negli ospedali e nelle RSA e resta fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale per gli over 50, che però potranno recarsi al lavoro con il Green pass base (tampone). 
«Il fatto che le misure del Governo non terminino tutte il 31 marzo con la fine dell’emergenza sanitaria – continua Sebastianelli – è dimostrazione palese che non si è trattato di provvedimenti sanitari ma politici. D’altronde, da un governo che aumenta del 2% le spese militari in un momento in cui cittadini, famiglie e aziende sono in sofferenza per i rincari di energia e materiali, non ci si poteva aspettare nulla di diverso».

«Il Popolo della Famiglia Marche – conclude – esprime la propria solidarietà al coordinamento dei professori universitari contro il Green pass e a tutte quelle categorie di lavoratori e cittadini che sono stati colpiti da questa ingiusta e putiniana misura. Invita inoltre il Governo regionale, ma anche le opposizioni, a fare pressioni sul Governo nazionale perché tutti i lavoratori danneggiati dalle limitazioni del super green pass vengano reintegrati e risarciti».