ANCONA – Aumentano i reati informatici e i maltrattamenti in famiglia. È parte della fotografia scattata dal procuratore generale delle Marche, Sergio Sottani e dal presidente della Corte di Appello Luigi Catelli, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2021. Sono gli effetti legati alla pandemia di covid-19 che ha segnato buona parte del 2020. I due mesi di lockdown con il blocco degli spostamenti, ha confinato le persone fra le quattro pareti domestiche e questo ha creato una impennata del 49% di maltrattamenti.
La maggiore digitalizzazione, che sta ancora contrassegnando l’ambiente lavorativo, ma anche lo shopping, a causa dell’emergenza sanitaria, ha fatto crescere dell’80% i reati informatici. Parallelamente però le restrizioni sugli spostamenti hanno fatto diminuire i reati contro il patrimonio che segnano un -24%, mentre i furti toccano il -37%. Cambiano anche le modalità di spaccio delle sostanze stupefacenti, che si è spostato dalla “strada” alle abitazioni, inoltre il procuratore generale ha definito «preoccupante» il numero dei reati collegati al traffico di droga.
«Non può tranquillizzare il dato tendenzialmente stabile dei reati di omicidio colposo e di lesioni colpose commessi con violazione delle norme in materia di circolazione stradale» ha dichiarato, in relazione alla ridotta mobilità. «Preoccupante», anche se «in analoga tendenza con gli anni precedenti», l’aumento dei reati legati alla prevenzione degli infortuni sul lavoro: «i reati di omicidio colposo per infortuni sul lavoro nel 2020 sono passati da 8 a 19 (+138%), mentre quelli per lesioni colpose sono aumentati del 13%». Dati che hanno registrato una crescita importante nonostante i due mesi di lockdown. In crescita anche i reati per illecita erogazione dei contributi legati al post sisma, che segnano un +63%.
Sul fronte della criminalità minorile Sottani ha parlato di una «situazione inquietante, espressione di un disagio che da anni investe le Marche: risse, consumo e spaccio di sostanze stupefacenti, reati contro la persona con autori minorenni sono segnali di una società che deve trovare al più presto degli anticorpi sociali e culturali, ancora prima che repressivi».
Il presidente della Corte di Appello di Ancona Luigi Catelli ha sottolineato che c’è il pericolo di «ritorno a una deplorevole situazione di sovraffollamento dei detenuti nelle carceri delle Marche, che rischia di pregiudicare i numerosi progetti di risocializzazione in corso di attuazione». Al 30 giugno dello scorso anno, i detenuti effettivamente presenti nelle carceri marchigiane erano il 2,7% in più rispetto alla capienza regolamentare; dal 2013 al 2016, invece, il numero è stato sempre in decrescita e dal 2017 si è invertita la tendenza che, «nell’anno trascorso, si è ulteriormente aggravata». Affrontando l’emergenza sanitaria, Catelli ha affermato che «non vi sono stati episodi clamorosi di concessione di benefici a condannati per reati in materia di criminalità organizzata».