ANCONA – «Siamo preoccupati, la progressiva riconversione dei reparti ospedalieri in aree Covid e la carenza di personale, insieme alle infezioni Covid contratte dai sanitari, rischiano di mettere in crisi ulteriormente la sanità delle Marche». A lanciare l’allarme è Elsa Frogioni, segretaria Area Vasta due del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche.
Con la quarta ondata dei contagi che fa moltiplicare le infezioni e i ricoveri che continuano a crescere, la carenza di personale «è sempre di più un’emergenza in tutta la regione» e in Area Vasta due «non sono stati rinnovati i dieci contratti a tempo determinato in scadenza, assunti per la fase emergenziale: ci hanno detto che dovevano richiamare infermieri a tempo indeterminato dalla graduatoria concorsuale, ma ancora li stiamo aspettiamo. Per ora vediamo solo uscite e nessun nuovo ingresso».
La segretaria del Nursind rimarca che la carenza di infermieri stimata dal sindacato per le Marche è «attorno alle 3mila unità». Un dato sul quale pesano anche le infezioni contratte dai sanitari, sia sul luogo di lavoro che al di fuori. «Le maglie del controllo del Super Green pass sono ancora troppo larghe in Area Vasta due – lamenta – e a tutt’oggi sono pochissime le richieste pervenute agli infermieri di invio della certificazione verde rafforzata e in molte unità operative non c’è stata ancora alcuna richiesta».
Insomma secondo il Nursind «i controlli sono troppo esigui» sia all’interno delle strutture ospedaliere che nei poliambulatori e a livello domiciliare: «Chi accede ai poliambulatori dovrebbe mostrare il Green pass “base”, ovvero quello che si ottiene con l’esito negativo di un tampone, la vaccinazione e la guarigione dal virus, mentre gli utenti entrano con il solo controllo della temperatura corporea e questo rischia di agevolare la diffusione del virus tra i sanitari facendo crescere il numero delle infezioni e dei conseguenti isolamenti, alimentando ulteriormente una carenza di personale che è già importante sul territorio».
Nelle Marche sono 215 gli operatori sanitari in isolamento domiciliare per Covid. Una questione, quella dei controlli che interessa anche l’assistenza domiciliare dove il sindacato evidenzia «la carenza di procedure certe su come controllare il possesso della certificazione verde da parte degli assistiti».