Ancona-Osimo

Al via nelle Marche il Molecular Tumor Board, per mappare il tumore dei pazienti. Berardi: «Per un terzo dei malati il beneficio di una terapia di precisione»

In questi giorni il gruppo multidisciplinare regionale ha iniziato a riunirsi per valutare i primi pazienti oncologici. La pandemia ha ridotto le nuove diagnosi di tumore di colon e mammella del 20%

Rossana Berardi
La dottoressa Rossana Berardi

ANCONA – «In oncologia circa il 10% dei pazienti con malattia in fase avanzata presenta alterazioni genomiche che sono riconosciute come biomarcatori, ovvero bersagli utili per la selezione di un trattamento di precisione, mentre un ulteriore 27% è portatore di altre aberrazioni (alterazioni, ndr) genomiche». È anche a tale scopo che nelle Marche è stato attivato il Molecolar Tumor Board, il gruppo regionale multidisciplinare il cui obiettivo è quello di mappare il tumore dei pazienti, attraverso l’analisi di pannelli di geni che possano poi consentire ai malati di accedere ai protocolli più innovativi di terapia, così da personalizzare la cura, dando forma e concretezza alla medicina di precisione. E proprio in questi giorni il gruppo multidisciplinare ha iniziato a riunirsi per valutare i primi pazienti.

A fare il punto sulla struttura che insiste nel Centro Oncologico di Ricerca delle Marche inaugurato il 23 aprile scorso, è la professoressa Rossana Berardi, direttore della Clinica Oncologica di Torrette, ordinario di Oncologia dell’Università Politecnica delle Marche e coordinatrice dell’Aiom Marche. Nel dettaglio «un terzo dei malati oncologici potrebbe beneficare di una terapia di precisione», un importante passo avanti nella cura di queste malattie che sono fra le prime cause di morte. 

La pandemia con le chiusure dei reparti per far spazio ai pazienti positivi ha comportato un rallentamento nell’attività degli ospedali italiani e, come mostra uno studio nazionale promosso dalla Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, nel 2020 su una casistica di 5mila pazienti afferenti a 25 centri italiani, si è registrata una riduzione complessiva delle diagnosi del 20% circa dei tumori del colon e della mammella e del 7% del polmone, inoltre un 20% dei malati è giunto all’attenzione dei sanitari in stadi più avanzati della malattia, tuttavia una riduzione delle diagnosi minore si è avuta per via di una sintomatologia non troppo dissimile da quella del Covid, un elemento che ha determinato un calo meno accelerato di visite e monitoraggi.

Secondo una stima dell’Aiom, Associazione Italiana di Oncologia Medica, tutte le patologie hanno conosciuto una riduzione delle diagnosi dell’11% circa nel primo anno della pandemia, specie per quanto concerne colon e mammella, dove non sono stati effettuati esami di screening nel periodo più critico della pandemia: «Si è giunti al 20%, così come sempre per il 20% di pazienti la malattia è stata diagnosticata in uno stadio più avanzato – afferma la professoressa Berardi -. Ora che la pandemia appare più sotto controllo, che si può contare su armi efficaci come il vaccino, che la paura di recarsi in Ospedale è meno presente e che sono state riattivate tutte le procedure anche di diagnosi precoce, occorre rialzare una forte attenzione sul paziente oncologico, affinché si possano superare le criticità legate alle mancate diagnosi tempestive».

Il primario teme che possa realizzarsi anche un effetto traslazione sul 2021 e per gli anni a seguire se non si pone rimedio in tempo. Tuttavia l’esperienza del Molecolar Tumor Board dimostra che l’oncologia marchigiana non si è mai fermata anche in termini di innovazione. «Oggi è fondamentale personalizzare la cura – prosegue – e soprattutto creare una mappatura biomolecolare dei pazienti. Esistono infatti casi che necessitano di un approfondimento biomolecolare più esteso, in sostanza serve uno studio dei geni volto a definire meglio la tipologia della patologia, spesso si tratta si malattie rare, per offrire opportunità terapeutiche ai pazienti, spesso già trattati con terapie standard che possono giovarsi, ad esempio, di soluzioni terapeutiche nell’ambito di un protocollo sperimentale per acquisire la possibilità di accedere a farmaci innovativi».

Una cornice nella quale il Molecolar Tumor Board colloca le Marche in una posizione d’avanguardia. Nel Gruppo multidisciplinare, oncologi, patologi, biologi molecolari, bioinformatici, data manager, ed anche altre professionalità che hanno il compito di valutare se il paziente necessita della mappatura più approfondita della sua malattia. 
«Grazie al modello di oncologia medica diffuso sul territorio – spiega Renato Bisonni, direttore dell’Oncologia di Fermo e da pochi giorni coordinatore per la regione Marche del Cipomo, Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri – , all’alta qualità dei professionisti che vi operano, alla loro capacità di soddisfare prontamente la domanda dei pazienti, la regione Marche, dati del 2019, presenta un saldo positivo di mobilità». 

«Aver attivato il Molecolar Tumor Board è particolarmente importante in un’ottica di condivisione anche regionale di conoscenze e consente al paziente curato in ogni oncologia della regione di poter accedere all’innovazione diagnostica e alle migliori terapie, in un contesto di rete» osserva Rosa Rita Silva, direttrice dell’Oncologia di Fabriano e neo-eletta nel Consiglio Direttivo del Cipomo a livello nazionale.