ANCONA – La variante Omicron è divenuta prevalente in provincia di Ancona, dove si attesta quasi al 100% dei campioni positivi. Lo riferisce il virologo Stefano Menzo nel tracciare il quadro dell’andamento della pandemia nelle Marche. L’anconetano che sta continuando a fare da traino, registrando la metà delle infezioni rilevate nelle Marche, conferma la maggiore diffusività di questa variante.
«Nelle altre province siamo oltre il 90% quasi ovunque», spiega il professor Menzo, eccetto il fermano dove «è ancora presente qualche caso di infezione da variante Delta» e la variante Omicron è presente «all’incirca nell’80% dei campioni positivi».
Secondo il virologo «siamo vicini al plateau» ovvero quella fase in cui i contagi si mantengono pressoché stabili, eccetto piccole variazioni verso l’alto o verso il basso, e che generalmente viene seguita da una discesa del numero delle infezioni.
«Il plateau delle infezioni – aggiunge – lo vedremo quando la maggior parte della popolazione si sarà vaccinata e la restante parte (i non vaccinati, ndr) avrà contratto l’infezione: in Italia, stando ai dati ufficiali, abbiamo attorno ai 10milioni di persone che hanno già contratto il virus e che sono guarite, ne restano circa 50mila che si contageranno con il virus molto rapidamente. Per questo entro la primavera, forse anche prima, avremo una immunità mista, tra vaccinati e infettati naturalmente dal virus».
«Alla fine la prenderemo tutti nel giro di breve tempo la variante Omicron» spiega, sottolineando che «tra vaccinazioni e infezioni saremo tutti più o meno immunizzati e assisteremo ad infezioni di minore gravità, non perché il virus è diventato più buono, ma perché attecchisce su una popolazione più protetta dalla malattia grave grazie appunto agli anticorpi sviluppati con la vaccinazione e la malattia».
Secondo il professor Menzo contrariamente a quanto sostengono alcuni colleghi, «il virus non si sta “raffreddorizzando”, è la popolazione che immunizzata sopporta meglio l’infezione: sta avvenendo anche in Africa dove ormai lo hanno contratto tutti». Questa «immunità di gregge mista» (vaccinati e infettati in maniera naturale) avrà una azione protettiva anche nei confronti di nuove varianti che potranno da qui in avanti svilupparsi.
Tuttavia come evidenzia «è ancora presto per derubricare il virus, non ce ne libereremo facilmente, ma avrà un impatto clinico minore». Sull’impatto della riapertura delle scuole, che hanno ripreso le lezioni in presenza dal 7 gennaio dopo la pausa natalizia, sostiene che «fra un paio di settimane rivedremo un certo incremento delle infezioni».