ANCONA – Occorre «distinguere l’importanza della campagna vaccinale dalla burocrazia e da una serie di regole che, dallo scorso mese di luglio, condizionano e cambiano repentinamente, creando confusione e danni economici». Sono le parole con cui il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha commentato in un’intervista su Sky Tg24 l’emendamento presentato da Claudio Borghi (Lega) per l’esclusione del Green pass dal prossimo 31 marzo con la fine dello stato d’emergenza.
Il governatore marchigiano ha spiegato che, «considerando l’elevatissimo grado di vaccinazioni raggiunto nel Paese, quando il Green pass è stato ideato eravamo intorno al 70% di popolazione vaccinata in prima dose mentre oggi siamo oltre il 90%, credo che in questo momento rasserenare il rapporto» possa riconciliare la popolazione e consentire «il superamento di un modello burocratico, che condiziona in maniera anche molto negativa, l’andamento economico delle piccole imprese e attività commerciali».
Secondo Acquaroli, «mi sembra che sia in corso ancora un lockdown, come accadeva nei mesi peggiori della pandemia» perché «di fatto non gira più nessuno».
Parlando del sistema di classificazione in fasce di rischio, basato sul sistema a colori, che le Regioni avevano chiesto di superare, il governatore ha rimarcato «ne parlavo venerdì con il ministro (Speranza, ndr.): è un errore strategico continuare a classificare le regioni per colori e, soprattutto, farlo in maniera così rigida, creando anche confusione rispetto al momento che stiamo vivendo».
Con le Marche per la seconda settimana in zona arancione, nonostante negli ultimi giorni la percentuale di ricoveri ospedalieri sia da zona gialla, il governatore rispondendo al giornalista ha spiegato che è «fuori dal momento che viviamo ed è un’azione grave, perché crea dei danni nell’immaginario collettivo, all’economia e alla socialità» per questo ha sottolineato che è «giunto il momento di superare questa classificazione e di dare serenità ai cittadini, con un messaggio di positività».
Acquaroli ha parlato anche dei rincari energetici spiegando che «la possibilità di essere competitivi dipende in gran parte dal costo dell’energia: anche per questa ragione, il nostro Paese è chiamato a fare una scelta seria e definitiva, che non comprometta l’ambiente e che guardi anche con determinazione a un’esigenza che non può essere più procrastinata».
Intervenendo sul potenziamento dell’estrazione del gas naturale, ha spiegato che occorre «capire se effettivamente il danno a cui fanno riferimento le associazioni ambientaliste sia così importante. Credo che una strategia nazionale sull’energia debba essere assolutamente individuata e percorsa nel tempo più veloce possibile. Al contrario – ha detto – è difficile poter immaginare un Paese competitivo. Bisogna trovare un compromesso che non pesi troppo sulle generazioni future».