Ancona-Osimo

Marche, più passeggeri ma treni ancora vecchi. Serve più integrazione con i bus. Ecco Pendolaria 2020

Legambiente presenta il rapporto annuale del trasporto ferroviario. In regione i viaggiatori sono cresciuti del 52% in otto anni. «Occorre dirottare maggiori risorse su questo tipo di mobilità», dice la presidente dell'associazione ambientalista Francesca Pulcini

Da Pixabay-Free-Photos

MONTEMARCIANO – Dal 2011 ad oggi i passeggeri che usano il treno nelle Marche sono passati da 16.400 a quasi 25mila, con un aumento del 52,1%. Ma le opere necessarie ai pendolari hanno pochissime risorse. Legambiente presenta Pendolaria 2020″, il rapporto annuale di analisi del trasporto ferroviario in Italia. Oggi, a Montemarciano, è stato illustrato il dossier.

«L’elevato numero di cittadini che usufruiscono del servizio di mobilità su ferro dimostra quanto sia fondamentale dirottare le risorse regionali nei treni – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – Puntare con ancora più decisione sul potenziamento del trasporto pubblico locale, significa prima di tutto cambiare le nostre città, liberandole dal traffico, e investire sulla qualità della vita dei cittadini. Da poco il monopattino elettrico è stato equiparato alla bici e le Marche si apprestano ad avere un’importante rete di ciclovie. È fondamentale, dunque, che il trasporto pubblico, per essere al passo con l’innovazione che questo settore sta vivendo, si adegui a queste nuove sfide. Solo investendo di più nel servizio ferroviario e lavorando per l’integrazione con i mezzi pubblici urbani sarà possibile fornire un’alternativa di trasporto sostenibile che permetta di lasciare l’auto a casa, riducendo l’inquinamento di cui soffrono le nostre città, e progettare centri urbani più greene competitivi».

Nelle Marche sono quasi 25 mila i cittadini che tutti i giorni viaggiano sui 386 km di linea ferroviaria, per un totale di 153 corse giornaliere.

La situazione della mobilità su rotaia nelle Marche presenta ancora poche luci e molte ombre: le risorse regionali in servizi e materiale rotabile nel periodo 2009-2018 sono state pari a quasi 50 milioni di euro (19 in servizi e 29,91 in materiale rotabile), di gran lunga inferiori rispetto a quelle di altre regioni del centro Italia. Inoltre, in proporzione al numero di abitanti delle singole eegioni italiane, con solo 3,19 euro per abitante all’anno per servizi e materiale rotabile, la nostra regione non risulta certamente tra le più virtuose.

Nelle Marche, tra l’altro, si contano 51 treni la cui età media è di 12,3 anni. Nonostante rispetto al 2015 l’età media sia scesa (-6,8), il 25,5% del materiale rotabile supera i 15 anni, età in cui i treni cominciano ad avere problemi sempre più rilevanti di gestione e manutenzione.

La stazione di Ancona (foto Wikipedia)

Di contro, l’aumento dei passeggeri dal 2011, che sono passati da 16.400 a 24.950 (+52,1%), dimostra la voglia di treno presente nella nostra regione (dati aggiornati 2018). L’incremento della domanda di trasporto sulle principali linee ferroviarie urbane ha una spiegazione legata al cambiamento avvenuto nelle principali aree metropolitane italiane negli ultimi vent’anni. Un esempio di questi cambiamenti è la cosiddetta Città Adriatica, che va da Pescara a Rimini, con le Marche al centro di questo sistema, dove sarebbe di fondamentale importanza puntare a una “metropolitana della Città Adriatica”. Ossia a un servizio di trasporto ferroviario con caratteristiche europee, che colleghi i 237 km, ed i 20 centri principali, con treni moderni a orari cadenzati, abbonamenti integrati e coincidenze con autobus locali, treni e pullman verso collegamenti interni e nazionali, ma anche il sistema di porti (commerciali e turistici) e aeroporti (Rimini, Ancona, Pescara).

Investire e potenziare il servizio ha portato ottimi risultati, come dimostra l’investimento fatto dalla Regione e dalla Provincia di Ascoli Piceno con fondi Fas sulla linea Ascoli-Porto d’Ascoli. Nel 2013 sono stati ultimati i lavori per l’elettrificazione e il vecchio treno a gasolio ha lasciato il posto ai treni elettrici garantendo un servizio più moderno, meno inquinante e più fruibile. Allo stato attuale, infatti, il collegamento tra la linea interna e quella adriatica risulta immediato, con una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza e, quindi, un miglioramento complessivo del servizio. I risultati in termini di viaggiatori sono chiari: la modernizzazione della linea ha prodotto un aumento di viaggiatori del 30%, circa 3 milioni di unità complessive l’anno (dati 2017).

Permangono alcuni problemi infrastrutturali legati al mancato raddoppio del collegamento ferroviario Orte-Falconara ed al conseguente aggancio con la linea Adriatica. Tra le opere prioritarie per i pendolari, inserite in Pendolaria, troviamo il raddoppio della tratta P.M. 228 Albacina-Castelplanio, che costituisce parte integrante della linea Orte-Falconara, quasi interamente ad un solo binario.

Il costo dell’intervento sarebbe di 593,1 milioni di euro (di cui 20 milioni per nuovo materiale rotabile), di cui, ad oggi risultano disponibili appena 2 milioni. L’intera direttrice deve essere considerata un’opera strategica non solo per Marche e Umbria ma per tutto il traffico merci e passeggeri del centro Italia e del Nord-Est, una vera e propria alternativa alla dorsale Roma-Milano e andrebbe ad interessare un’utenza di 50mila passeggeri.