ANCONA – A pochi giorni dal 25 aprile e a due settimane dal 1° maggio, tornano a salire i prezzi dei carburanti. I ponti di primavera, quando molti gli italiani ne approfittano per partire per un viaggio o per una gita fuori porta, vedono lievitare il costo della benzina. Un rincaro che avviene nonostante il prezzo del petrolio negli ultimi giorni sia tornato a scendere sotto i 90 dollari al barile, dopo l’impennata del 12 aprile.
«Sul rialzo del prezzo della benzina incide l’aumento registrato dal costo del petrolio nelle scorse settimane, le scorte sono trimestrali, per cui l’effetto del calo del pezzo del petrolio non si manifesta subito, ma arriverà solo successivamente» dichiara Massimo Ippoliti, gestore di un impianto a San Biagio di Osimo e rappresentante del sindacato gestori di Confcommercio.
Secondo il gestore a incidere sul prezzo sono la guerra tra Russia e Ucraina, il conflitto in Medio Oriente e l’attacco missilistico dell’Iran verso Israele, avvenuto nella notte tra sabato e domenica. «Speriamo che non si aggravi la tensione tra Iran e Israele, altrimenti si rischia il caos» e una nuova ‘fiammata’ dei prezzi.
Anche se il prezzo del carburante è tornato a crescere, le Marche si confermano ancora come la regione dove la benzina costa di meno rispetto alle altre, tanto da essere l’unica dove il carburante resta sotto la soglia di 1,9 euro al litro.
Alla provincia autonoma di Bolzano va la maglia nera a causa di un prezzo medio che si attesta a quota 1,960 euro al litro, subito dentro la Valle d’Aosta con 1,950 euro e la Calabria con 1,949. Ma se sulla rete stradale ordinaria si superano 1,9 al litro, in autostrada il prezzo medio della verde al self è volato sopra i 2 euro al litro, e si attesta a 2,003 euro.
Cresce anche il prezzo del gasolio in autostrada, 1.912 euro al litro, e quello del metano e del gpl, rispettivamente a 1.471 euro e 0.851 euro. Un aumento, quello dei carburanti, che, secondo il Codacons, renderà più costosi viaggi e spostamenti in auto, tanto che rispetto a inizio anno un litro di verde costa oggi in media l’8,2% in più, con un aggravio di spesa sulle tasche dei consumatori del +7,3 euro su un pieno.