Da mercoledì 10 marzo quattro province marchigiane (Pesaro Urbino, Fermo, Macerata, Ancona) su cinque saranno in zona rossa fino a domenica 14 marzo, data per cui atteso il nuovo Dpcm che detta le misure di contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio da Covid-19, il secondo in era Draghi.
L’entrata di Pesaro Urbino tra le zone a rischio di massima gravità fa salire, secondo i dati della Camera di Commercio delle Marche presieduta da Gino Sabatini, a 8.415 le imprese marchigiane la cui attività è sospesa. Di queste 8.267 sono concentrate nelle zone classificate rosse, corrispondenti alle province, oltre che di PU, anche di Ancona, Fermo e Macerata. Resiste in zona arancione il solo territorio di Ascoli Piceno dove valgono minori restrizioni che comunque hanno portato alla sospensione di 148 imprese delle oltre 20.600 attive in provincia.
Secondo l’interpretazione del sistema camerale del disposto del Dpcm 02/03/2021, in zone rossa rimangono chiusi oltre ai luoghi dello sport (piscine, palestre, impianti sportivi), dell’intrattenimento (discoteche e sale da ballo) e della cultura (come cinema e teatri), anche tutti codici del settore del commercio al dettaglio.
Non viene annoverata tra le attività sospese la ristorazione, considerando che i servizi di asporto e consegna a domicilio rimangono attivi.
Con riguardo ai Comuni, nell’anconetano la concentrazione più alta di imprese sospese si rileva nel capoluogo (616 imprese), a Senigallia (317), Osimo (183), Jesi (277), Falconara Marittima (152), Chiaravalle (104), Castelfidardo (94).
Nel comune di Fermo sono sospese 221 imprese, 205 a Porto Sant’Elpidio, 152 a Porto San Giorgio, 78 a Montegranaro, 47 a Monte Urano.
In provincia di Macerata, oltre al capoluogo con 326 attivita’ sospese, si segnala Civitanova Marche con 491 imprese coinvolte dalle restrizioni, Porto Recanati con 265, Tolentino 154 imprese sospese, e Recanati con 105.
Nel pesarese sono ferme 594 attività nel capoluogo di provincia, 388 a Fano, 114 a Mondolfo, 94 a Urbino, 86 nel Vallefoglia.