Ancona-Osimo

Marche, la ricollocazione dei fondi Fse+ accende la polemica politica in Consiglio regionale

Duro botta e risposta con le opposizioni che hanno deciso di abbandonare l’aula nel momento della votazione finale dell’atto amministrativo. Dalla maggioranza si è ribadita la necessità di portare in Aula l’atto per procedere alla votazione entro il 31 marzo

ANCONA – Riprogrammazione di medio termine delle risorse comunitarie destinate al finanziamento del Fondo sociale europeo, duro botta e risposta durante il Consiglio regionale delle Marche con le opposizioni che hanno deciso di abbandonare l’aula nel momento della votazione finale dell’atto amministrativo. Dalla maggioranza si è ribadita la necessità di portare in Aula l’atto per procedere alla votazione entro il 31 marzo.

La maggioranza

«Dall’approvazione del programma al 31 dicembre 2024 del PR FSE+ Marche 2021-27, sono stati attivati interventi per oltre 168 milioni di euro, corrispondenti al 57% della dotazione complessiva, con il conseguente raggiungimento di tutti i target intermedi. Tutto ciò ha permesso alla nostra Regione di essere benchmark a livello nazionale, occupando il primo posto per impegni di spesa, regione capofila», l’incipit dell’intervento di Andrea Putzu presidente della II Commissione Permanente, relatore di maggioranza della proposta di atto amministrativo, che è passato quindi a illustrare le variazioni.

«Uno dei principali interventi riguarda il potenziamento delle politiche attive del lavoro, 85,5 milioni di euro, 18 milioni in più, grazie ai quali si attivano: Creazione d’impresa (9 milioni); Borse lavoro (5 milioni); Borse ricerca (4 milioni), garantendo un supporto più incisivo per chi è in cerca di occupazione. Prevista una lieve riduzione dei fondi destinati ai servizi pubblici per l’impiego, compensata dalle risorse ministeriali, che ora disporranno di 12,5 milioni di euro, pur mantenendo inalterato il numero di enti e strutture beneficiarie».

Il budget per le politiche di pari opportunità sul lavoro è di 15 milioni di euro, con un adeguamento del numero di partecipanti previsto e individuando nell’ambito del PN FSE+ GDL, 7,9 milioni di risorse per la conciliazione nelle Marche. I fondi destinati alla formazione permanente passano a 2 milioni di euro, individuando altre fonti di finanziamento, come il Pnrr. «Cresce il sostegno alla formazione e istruzione per i giovani, con un incremento della dotazione finanziaria fino a 41,2 milioni di euro e con queste risorse aggiuntive si attivano le FP (4 milioni) e ITS (2,5 milioni), contribuendo a formare nuove competenze per il mercato del lavoro e aumentando il numero di giovani coinvolti, che entro il 2029 supereranno le 8.200 unità. Con una dotazione invariata di 35 milioni di euro, si prevede di ampliare il numero di beneficiari fino a 7.466 persone, grazie all’attivazione di tirocini di inclusione sociale, progetti di innovazione sociale e percorsi di formazione per soggetti svantaggiati. Anche i servizi di supporto sociale e assistenziale beneficeranno di una revisione al rialzo, con l’incremento delle strutture coinvolte, che passeranno da 23 a 30 enti pubblici e privati, al fine di garantire un accesso più ampio e capillare ai servizi per le fasce più fragili della popolazione», concluso Putzu, evidenziando come si sia agito «con responsabilità e visione strategica, riallocando i fondi in modo da rispondere in maniera più efficace alle esigenze emergenti e confermando il nostro impegno per una Regione Marche più dinamica e inclusiva».

Le opposizioni

«L’atto che ci è stato sottoposto è inaccettabile sia nel metodo che nel merito dei contenuti proposti. Si trattava di un adempimento di metà periodo di programmazione richiesto dalla stessa Commissione Europea e che consisteva nella verifica degli interventi attuati e della loro rispondenza alle priorità individuate al momento della definizione del programma, tenuto conto del quadro economico regionale e delle modifiche intervenute nel frattempo. La giunta regionale conosceva la scadenza del 31 marzo. Eppure, come purtroppo troppo spesso accade, il presidente Acquaroli si è ridotto all’ultimo momento, bypassando ogni tipo di procedura e trattando il consiglio regionale come un mero passacarte», l’affondo dei vari esponenti del Pd durante la discussione dell’atto amministrativo.

«Ma è nel merito che l’atto ha evidenziato le maggiori criticità. Hanno presentato le modifiche contenute al suo interno come una formalità tecnica. La verità, invece, è che sono state approvate scelte profondamente politiche. Spostare ben 15 milioni di euro dall’asse istruzione formazione per finanziare l’asse occupazione e l’asse giovani rispettivamente per 8,5 e 6,5 ml di euro, non è una scelta tecnica, è una scelta politica. Allo stesso modo, ridurre l’obiettivo “servizi al lavoro” per 7,5 ml di euro, precedentemente destinati ai centri per l’impiego, perché ci si accorge soltanto ora che gli stessi progetti sono già finanziati con il Pnrr, è una decisione politica, oltre a essere un grave errore di programmazione e la dimostrazione della totale incapacità del centrodestra di amministrare e gestire le risorse comunitarie. Si sapeva già in sede di programmazione comunitaria che il Pnrr avrebbe finanziato determinate misure. Noi stessi davamo per scontato che le misure previste dall’FSE+ fossero diverse e in qualche maniera complementari a quelle previste dal Recovery Fund. Invece oggi abbiamo scoperto che la maggioranza ha inutilmente duplicato gli interventi, lasciando milioni di risorse inutilizzate a causa della sua incapacità programmatoria e organizzativa. Infine, anche la riduzione dell’obiettivo specifico “pari opportunità” di 2 milioni di euro è una scelta politica. Il fatto che lo Stato abbia concesso risorse aggiuntive per il programma nazionale “Giovani, donne e lavoro”, non giustifica questi tagli. Riteniamo piuttosto che mantenere entrambi gli stanziamenti avrebbe permesso di attivare più interventi sicuramente più efficaci», hanno concluso prima di abbandonare l’aula, compresa la capogruppo del M5S, nel momento della votazione dell’atto amministrativo.