Ancona-Osimo

Riprendiamoci i beni comuni: le Marche si organizzano contro il Decreto Concorrenza con un movimento trasversale

Il movimento è nato nelle Marche per contrastare le privatizzazioni portate dal Decreto Concorrenza e rilanciare la partecipazione democratica. Ecco cosa chiede

Acqua, acqua potabile, rubinetto, risorse idriche

ANCONA – Movimenti politici e ambientali, liste civiche, mondo sindacale, comitati e associazionismo hanno dato vita nel mese di gennaio a “Riprendiamoci i beni comuni”, un movimento trasversale che punta a contrastare le implicazioni collegate al Decreto Concorrenza. Il provvedimento, «spinge le Pubbliche Amministrazioni verso la privatizzazione di tutti i servizi pubblici a partire dalla gestione dell’acqua, dei rifiuti, e così via» dichiara Paola Petrucci, co-coordinatrice regionale di Dipende da Noi.

Il movimento, aperto alla cittadinanza, è costituito da molte anime: tra i movimenti politici spiccano Pd, Sinistra Italiana, tra le liste civiche Dipende da Noi, mentre tra i movimenti ambientali figura Legambiente. «Da parte di tutti – afferma Petrucci – si è condivisa l’urgenza di agire affinché tale previsione normativa, che tradisce la volontà popolare espressa nel referendum del 2011 e lede gravemente l’autonomia degli Enti locali, venga stralciata e sia informata la cittadinanza di quanto sta accadendo nonché delle implicazioni che il Decreto Concorrenza, così come proposto, possono avere sui diritti fondamentali e la vita di ciascuno».

Per queste ragioni, le diverse anime, trasversali alla società civile e all’attivismo a vari livelli, hanno deciso di dare vita a un coordinamento unitario «per rilanciare la partecipazione democratica nella gestione dei servizi pubblici». E i primi incontri hanno già preso avvio sul territorio, tanto che lunedì si è tenuto un confronto online dei gruppi dell’Ascolano, al quale ha preso parte più di trenta tra movimenti e associazioni.

Incontri che si estenderanno a macchia d’olio anche al resto della regione, andandosi anche a coordinare a livello nazionale per una iniziativa di più ampio respiro. Tra gli obiettivi quello di coinvolgere la popolazione in momenti informativi e di confronto, tramite anche una raccolta firme per contrastare il provvedimento.

Paola Petrucci, co-coordinatrice regionale di Dipende da Noi

La preoccupazione degli aderenti, è che «con la privatizzazione e quindi l’esternalizzazione dei servizi i cittadini di fatto non siano più liberi di scegliere – osserva Paola Petrucci -. Non possono esistere in un comune, solo pensando alla scuola, asili esclusivamente privati». Il movimento “Riprendiamoci i beni comuni” punta a coinvolgere anche gli enti come Comuni, Province e Regione per l’approvazione di Ordini del Giorno ad hoc da inviare al Governo ed al Parlamento con i quali chiedere lo stralcio dell’articolo 6 del Decreto Legge Concorrenza.

«È una battaglia per i beni pubblici» conclude, invocando l’interessamento dei parlamentari del territorio «affinché assumano una posizione coerente con i principi di democrazia e di autonomia degli enti locali sanciti dalla Costituzione. La battaglia che ci accingiamo a intraprendere è correlata a un più ampio intervento nazionale che sta coinvolgendo Amministrazioni Comunali e Regionali a prescindere dal loro colore politico. Infatti l’Ordine del Giorno che si propone è stato già approvato, tra l’altro, dalle Amministrazioni Comunali di Bologna, Fano, Lanciano, Reggio Emilia e dalla Regione Friuli Venezia Giulia».

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