ANCONA – Da ottobre scatta la patente a crediti per aziende e autonomi del settore edile. Obiettivo del decreto del Governo, quello di garantire maggiore sicurezza nei cantieri. In pratica in base a questo nuovo sistema infortuni e irregolarità faranno scalare il punto iniziale pari a 30 punti.
Le imprese edili e gli autonomi potranno operare solo con un minimo di 15 punti, mentre con pochi crediti o addirittura senza crediti non potranno partecipare ai bandi pubblici per sei mesi e saranno soggetti al pagamento di una multa fino a 12mila euro. In caso di morte di un lavoratore a seguito di incidente sul lavoro, all’impresa o all’autonomo verranno decurtati 20 crediti, 15 o 10 nel caso in cui l’incidente determini una inabilità nel lavoratore, mentre la decurtazione va da 10 a 7 crediti in caso di violazioni. Oltre ai crediti il nuovo sistema prevede anche maggiori controlli (+40%) e 766 nuovi ispettori.
Positivo il giudizio della Cisl, il segretario regionale Marco Ferracuti, ritiene la misura «un intervento importante per contenere la strage di morti e infortuni, oltre che di malattie professionali». Un intervento che secondo Cisl Marche «può essere determinante perché distingue tra aziende che rispettano le norme e dunque non hanno incidenti e quelle che non le rispettano e hanno incidenti, anche mortali. Di fatto si stabilirebbe un rating sociale collegato alle gare pubbliche. Bene anche l’investimento in maggiori controlli e in nuovi ispettori. Aspettiamo comunque di conoscere nel merito i contenuti del decreto per esprimere un giudizio definitivo».
Critiche le associazioni di categoria delle imprese, Ance e Cna. Stefano Violoni, presidente Ance Marche, evidenzia che il nuovo sistema basato sui crediti (o punti) «interviene a infortunio o incidente mortale già avvenuto, senza lavorare sulla prevenzione, inoltre aggrava ulteriormente gli oneri burocratici a carico delle imprese».
Per l’Ance Marche bisogna «intervenire per limitare l’apertura e la chiusura sregolata delle aziende e dei lavoratori autonomi in edilizia: ad esempio se per aprire una partita Iva come idraulico bisogna avere almeno tre anni di esperienza, alla stessa maniera dovrebbe essere prevista esperienza come pre-requisito per l’apertura di una impresa edile. Il fenomeno delle aziende edili ‘mordi e fuggi’ non aiuta a prevenire infortuni e non premia la storicità delle imprese».
Fondamentali, secondo Violoni, anche «le certificazioni Soa, che attestano la crescita di azienda, e che dovrebbero rappresentare un punto di partenza per l’accesso agli appalti. Per prevenire incidenti mortali e infortuni è necessario intervenire nella fase progettuale del lavoro.
Per la Cna la via maestra per garantire la sicurezza ed evitare le morti nei cantieri dovrebbe passare attraverso tre pilastri fondamentali dice Elisabetta Grilli: «prevenzione, formazione e cultura della sicurezza». «La sicurezza è un tema serio che va costantemente monitorato e accompagnato da formazione, prevenzione, cultura della sicurezza e della prevenzione, mentre la patente a punti aggiunge burocrazia senza risolvere il problema, invece il sistema di qualificazione Soa, pensata per gli appalti pubblici, penalizza le piccole imprese di cui è ricca la nostra regione».
Sul tema della formazione fa notare che «in edilizia è previsto un corso di ingresso al lavoro, ma si tratta di sole 16 ore, insufficienti. Serve piuttosto una normativa che preveda dei requisiti di ingresso alla professione, prima che l’azienda apra. Lo abbiamo visto anche con il Superbonus, tanti si sono improvvisati nelle costruzioni e questo crea rischi in termini di sicurezza».