ANCONA – Riapre il Covid Hospital di Civitanova Marche. Lo ha comunicato oggi (21 ottobre) a Palazzo Raffaello l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini nel corso di una conferenza stampa convocata per fare il punto sulla pandemia di covid-19. La strategia della Giunta targata Francesco Acquaroli per affrontare l’emergenza nelle Marche, dove i ricoveri e i nuovi contagi continuano a crescere costantemente, passa per il potenziamento della risposta sanitaria territoriale, con il rafforzamento delle Usca, la dotazione di ulteriori tamponi, il raddoppio delle dosi di vaccino antinfluenzale e il potenziamento del personale sanitario con nuovi medici e infermieri che andranno a lavorare nelle Usca. L’assessore alla sanità ha spiegato che intende dotare le Unità Sanitarie di Continuità Assistenziale (Usca) con nuovi mezzi e l’acquisto di macchinari per l’esecuzione delle radiografie toraciche polmonari a casa dei pazienti positivi.
L’obiettivo, come ha spiegato Saltamartini, è quello di «evitare il più possibile il ricorso all’ospedalizzazione dei pazienti» intervenendo con le Usca a domicilio così da riservare il ricovero ai casi più gravi. L’assessore alla sanità ha annunciato che fra oggi e domani verrà riaperto un modulo di terapia semi intensiva da 14 posti letto nel Covid Hospital di Civitanova Marche, realizzato nel corso della precedente Giunta Ceriscioli con l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, con l’obiettivo di mantenere l’ospedale di Macerata pulito, così come le altre strutture sanitarie delle Marche. Una decisione, quella di riaprire la struttura, fra oggi e domani, in seguito alla carenza di posti letto di terapia intensiva nelle Marche.
IL PUNTO SULLE TERAPIE INTENSIVE
L’assessore Saltamartini, facendo il punto sulle degenze di terapia intensiva presenti nelle Marche, ha spiegato infatti che oltre ai 115 posti letto presenti di base sull’intero territorio regionale, nonostante fosse previsto un potenziamento con la realizzazione di ulteriori 105 posti letto disposti dal Dpcm di Conte, le degenze di terapia intensiva attualmente disponibili nelle Marche (al 21 ottobre) sono complessivamente 129. In pratica sono stati realizzati solo 14 posti letto dei 105 che avrebbero dovuto essere attivati, ne mancano dunque all’appello 91.
Insomma i posti letto di terapia intensiva ad oggi presenti non sono sufficienti secondo l’assessore, dal momento che si tratta di una percentuale dell’«8,3% rispetto alla popolazione di circa 1,5 milioni di marchigiani che ci pone come regione al terzultimo posto in Italia».
Di queste nuove degenze, l’assessore ha specificato che 41 erano previste a Marche Nord (Pesaro), 38 agli Ospedali Riuniti di Ancona, 7 a Jesi e 5 a San Benedetto del Tronto (le ultime due Asur). Sui tempi di realizzazione Saltamartini ha chiarito che dei 41 nuovi posti letto di terapia intensiva da realizzare a Marche Nord, 10 saranno attivi dal primo novembre e 31 entro fine anno; dei 38 a Torrette, 20 dovranno essere in funzione tra 4-6 mesi, 8 di quelli messi a disposizione dal commissario Arcuri verranno realizzati entro 235 giorni, mentre altri 10, previsti nella Divisione di Rianimazione, saranno attivati entro novembre.
Un momento della conferenza stampa dell’assessore Saltamartini a Palazzo Raffaello
«Con i nuovi posti letto realizzati a Pesaro e quelli dell’Asur c’è una bella carenza», ha detto Saltamartini, ecco perché la Giunta ha optato per la riapertura del Covid Hospital di Civitanova Marche. La direttiva è stata già impartita, ha chiarito l’assessore che ha posto l’accento anche «sulla paurosa carenza di personale» per il quale il governatore Francesco Acquaroli ha chiesto la disponibilità di medici della Marina Militare per contribuire alla riapertura del modulo del Covid Hospital di Civitanova Marche.
PIU’ PERSONALE
Inoltre l’assessore alla sanità, eletto in quota Lega, ha annunciato di aver contattato le cooperative di medici in pensione per utilizzare pneumologi e anestesisti negli ospedali, personale che verrà ulteriormente implementato ricorrendo anche agli specializzandi e ai neolaureati della Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche. Insomma priorità alle assunzioni di personale per garantire i servizi.
L’obiettivo di Saltamartini è quello di non paralizzare l’attività ordinaria degli ospedali e di garantire gli screening necessari ai malati oncologici per evitare che si generi una ulteriore emergenza con l’incremento di queste patologie.
LOCALI PER LE QUARANTENE
In valutazione anche il reperimento di locali all’interno dell’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi per ospitare chi non può stare in quarantena isolato in casa perché sono presenti altri familiari e non c’è possibilità di garantire il giusto distanziamento. «Siamo in guerra dobbiamo fare tutto ciò che è necessario» ha detto Saltamartini tranquillizzando sul fatto che «possiamo affrontare tutti i rischi che abbiamo di fronte».
POTENZIAMENTO DEL NUMERO DEI TAMPONI
L’altra mossa per affrontare l’emergenza sanitaria è l’innalzamento della quota dei tamponi molecolari giornalieri nelle Marche: l’obiettivo è quello di passare dai 2.200 a 5mila, per questo il governatore Acquaroli ha inviato una lettera di richiesta al commissario Arcuri per aumentare la dotazione di test. Nella stessa missiva il presidente regionale ha chiesto anche che la Regione Marche venga dotata di 1.500 tamponi molecolari rapidi e 5.500 tamponi antigenici rapidi. L’obiettivo è far eseguire i tamponi rapidi ai medici di famiglia, pediatri e ai farmacisti, in modo da allargare la platea dei test anche ai bambini che devono rientrare a scuola e a tutte le categorie a rischio (sanitari e forze dell’ordine). Tamponi, quelli per i bambini, che Saltamartini ha tenuto a sottolineare che dovranno essere gratuiti. I tamponi attualmente disponibili nelle Marche sono 9mila: non essendo sufficienti è stata attivata la procedura per acquisire altri 12mila tamponi molecolari.
«Le famiglie oggi pagano il test per riammettere i figli a scuola – ha detto – . È una violazione del principio di uguaglianza dei cittadini. Non possiamo immaginare una discriminazione sociale delle famiglie che non possono pagare il tampone e ritardano il ritorno a scuola dei loro bambini».
L’assessore ha evidenziato ritardi nell’attuazione del piano pandemico regionale, strigliando “fra le righe” i dirigenti sanitari. Inoltre ha spiegato che nella lettera inviata ieri dal governatore Francesco Acquaroli al Ministero della sanità, il governatore ha chiesto anche di validare i test salivari rapidi, utili nei bambini e nei ragazzi per la minore invasività e per la rapidità di diagnosi che consentirebbe di essere eseguiti anche dai medici di famiglia, dai pediatri e dai farmacisti. Una iniziativa che consentirebbe, inoltre, una riammissione degli studenti più rapida a scuola in caso di quarantena per contatto o per positività.
Parlando del piano pandemico regionale ha chiarito che non sono state apportate modifiche «al treno in corsa, ma dobbiamo implementare gli aspetti carenti e spingere sull’acceleratore per fare quanto ancora non è stato realizzato».
VACCINI ANTINFLUENZALI
L’assessore alla sanità ha annunciato che saranno raddoppiate le dosi di vaccini antinfluenzali che passano dalle 420mila dosi acquistate dalla Regione a 860mila. «Abbiamo ritenuto necessario raddoppiare le dosi ordinarie che i Lea avevano già definito non sufficienti nel 2017 per le Marche».
L’assessore alla sanità ha chiarito che oltre alle 420mila dosi già consegnate «ne abbiamo chieste altrettante: 310mila ad Arcuri e per gli altri 130mila si chiuderà presto la procedura dell’Asur, per arrivare a 860mila dosi. Ad oggi ne abbiamo ricevuti 294.300. Il raddoppio dei vaccini ovviamente comporta un maggior coinvolgimento e impegno dei medici di famiglia e per questo motivo incontreremo le associazioni di categoria per trovare una modalità di collaborazione valida».
USCA
Fra le strategie della Regione c’è quella di puntare sulla domiciliarità della cura, laddove possibile ha chiarito l’assessore, spiegando che l’assessorato di sta muovendo per l’acquisizione di macchine per radiografie toraciche polmonari a casa.
AL VAGLIO RESTRIZIONI
Al vaglio della Giunta provvedimenti restrittivi sulla limitazione della circolazione delle persone e le attività consentite, in linea con il Dpcm del 18 ottobre. Le linee di intervento interesseranno probabilmente trasporti scolastici e situazioni che possono determinare aumento diffusione virus. L’assessore ha chiarito infatti che i contagi si stanno muovendo soprattutto nell’ambito delle relazioni familiari, amicali e tra fidanzati. Per questo ha invitato alla prudenza e al rispetto delle regole.
«Raccomandiamo la massima attenzione nelle azioni che ormai ben conosciamo (mascherina, distanziamento, igiene delle mani) a tutti e in particolare a chi vive con congiunti anziani o persone con disabilità – ha detto – . Penso infatti alle persone portatrici sane, quindi asintomatiche, che rientrando a casa possono trasmettere il virus ai nonni, ai genitori anziani e ai familiari più fragili. Parliamo di quella generazione che ha costruito l’Italia nel dopoguerra e ne ha fatto una potenza mondiale e che merita oggi tutto il nostro sostegno e la nostra protezione».