Ancona-Osimo

Ucraina, l’appello dei partiti e delle istituzioni marchigiane a fermare l’attacco

È ferma la condanna delle istituzioni e della politica marchigiana all'attacco russo nei confronti dell'Ucraina. Il movimento Dipende Da Noi promuove per sabato una manifestazione per la pace ad Ancona

Il consiglio regionale delle Marche
Il consiglio regionale delle Marche

ANCONA – Anche le istituzioni marchigiane sono in apprensione per la crisi ucraina, che nelle ultime ore registra l’attacco russo. Forze militari russe sarebbero entrate nel Paese da diversi punti della frontiera, anche da Bielorussia e Crimea. E ci sarebbero già le prime vittime.

Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche

«Esprimo preoccupazione e la mia profonda condanna per l’attacco all’Ucraina – dichiara il governatore marchigiano, Francesco Acquaroli -. Scene di guerra che mai avrei immaginato di dover ancora vedere, soprattutto in un momento come quello che l’intera comunità mondiale sta vivendo da ormai due anni. Spero che cessi subito il fuoco e prevalga il senso di responsabilità, con le diplomazie che riescano a far prevalere il diritto internazionale».

Il tema è stato affrontato anche nell’Aula del Consiglio regionale, in apertura dei lavori, dedicati al Pnrr. Il presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche, Dino Latini, ha sottolineato «qualunque sia la ragione, non è giusto, né giustificabile far ricorso alle armi, alla violenza, alle invasioni, alle sopraffazioni. Ricordiamo sempre che la nostra Costituzione consacra il ripudio della guerra come forma di risoluzione dei conflitti tra i popoli».

Dino Latini, presidente Consiglio regionale

«Ora e subito – aggiunge – cessino di parlare le armi e riprenda il dialogo diplomatico vero e risolutivo, pacifico e propositivo. Totale solidarietà ai civili, uniche vittime di questo conflitto. Chiediamo che si applichi immediatamente una tregua che consenta la ripresa del dialogo. L’unico scopo deve essere quello di riportare la pace e garantire la convivenza tra i popoli».

Un appello a fermare la guerra arriva anche dal movimento Dipende Da Noi, che ha indetto per sabato 26 febbraio alle 17, in piazza Cavour ad Ancona, una manifestazione per la pace, assieme all’Università per la Pace, ad altri movimenti e associazioni della società civile, a forze politiche e sindacali. «Al popolo dell’Ucraina, di qualunque appartenenza etnica e orientamento ideale, va la nostra totale solidarietà» affermano Paola Petrucci e Roberto Mancini, co-coordinatori regionali di Dipende Da Noi.

Paola Petrucci, co-coordinatrice regionale di Dipende da Noi

Secondo i due esponenti «la situazione in Ucraina è il risultato di una rivalità permanente e folle tra le grandi potenze, che poi si ripercuote tra i diversi gruppi etnici e sui territori. Dipende da Noi chiede al governo italiano di agire per riaprire il dialogo a oltranza, evitando di mandare truppe e di comminare sanzioni alla Russia. È urgente riscoprire le ragioni della buona convivenza, di una economia interdipendente e di una salvezza solidale dei popoli mentre ancora stiamo fronteggiando la pandemia».

«L’egemonismo russo e nel contempo l’accerchiamento della Russia ad opera degli Usa e della Nato – proseguono – concorrono tragicamente in questi giorni a fabbricare una nuova guerra nel cuore dell’Europa, in una spirale che fatalmente coinvolgerebbe le altre nazioni. Anche il governo italiano è pronto a inviare truppe e noi saremmo coinvolti in questa ennesima follia. La responsabilità diretta del governo di Putin è evidente; d’altra parte sarebbe sbagliato pesare le colpe degli uni e degli altri per trovare i buoni e i cattivi: in questi decenni ognuna delle superpotenze mondiali, nessuna esclusa, ha fatto e sta facendo del suo peggio per espandere il proprio potere».

Roberto Mancini, “Dipende da noi”

Mancini e Petrucci puntano il dito contro le sofferenze a cui è costretto il popolo ucraino in questo momento: «Mentre i popoli vengono messi a tacere e aggrediti, mentre le armi s’impongono e la menzogna sembra prevalere, noi vogliamo far valere la voce dell’umanità, le ragioni della pace, il dovere di essere una comunità mondiale solidale, il desiderio di un mondo democratico e nonviolento. Il primo passo è risvegliare le coscienze, prendere la parola, fare pressione sul nostro governo perché prenda posizione inequivocabile per la pace e per una nuova politica di intesa tra le nazioni, rinunciando definitivamente all’invio di truppe e a partecipare a una guerra per via economica». «Ora tocca a noi – concludono -, la pace non viene mai da chi ha il potere ma non ha umanità».

Maurizio Mangialardi, capogruppo consiliare Pd

«Il mondo rischia di entrare nella sua ora più buia – commenta sulla sua pagina Facebook il capogruppo in Consiglio regionale del Pd, Maurizio Mangialardi -. L’ingiustificabile attacco militare su vasta scala portato dalla Russia all’Ucraina apre scenari inquietanti di cui, al momento, gli orizzonti appaiono ignoti. Sicuramente tanta è la preoccupazione per le incognite che segnano l’evoluzione di questa crisi – sia sul piano militare che sul piano economico – e che ci fanno paventare per i popoli europei (e forse per il mondo intero) un futuro radicalmente diverso dalla storia vissuta nel corso degli ultimi decenni, che seppur non priva di contraddizioni, ha visto prevalere un assetto politico capace di garantire #pace e prosperità».

«Il pensiero – prosegue – va alle già tante vittime di questa nuova guerra che torna a insanguinare l’Europa, seminando lutti, distruzione e sofferenze. Il sacrosanto appello affinché tacciano le armi e si torni immediatamente all’azione diplomatica sembra scontrarsi con la drammatica realtà dei fatti. Tuttavia, credo che l’impegno per la pace e la coesistenza umana debbano continuare a rappresentare la bussola del governo italiano e dell’Unione europea».

Riccardo Augusto Marchetti, commissario regionale della Lega

Parla di «ferita profonda inferta a tutta l’umanità» il commissario regionale della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti. «Oggi, al suo risveglio – aggiunge -, l’Occidente si è trovato a vivere il peggiore degli incubi. Lo spettro di morte che si sta aggirando per l’Europa, deve essere sconfitto dalla forza della libertà. E la libertà non è una conquista, ma esiste, vive e permane nell’inviolabile principio di autodeterminazione. Assoggettare un popolo, soggiogarne la libertà asservendolo alla follia tirannica, lacerarlo con il sangue, squarciarlo con la morte, consegnerà questo nostro tempo a una pagina di Storia che non sarebbe mai dovuta essere scritta da nessuno. La violenza non è mai un’alternativa. La guerra mai la soluzione».

Mauro Coltorti, presidente della Commissione Infrastrutture e Trasporti del Senato

«Ferma condanna per l’attacco russo che precipita la situazione e allontana ogni soluzione diplomatica» anche da parte del Movimento 5 Stelle, per voce del senatore Mauro Coltorti. «Confidiamo in una risposta comune europea e nel contributo che l’Italia può dare – aggiunge -. Il nostro pensiero, come ha specificato il presidente Conte, va alla popolazione civile, alla quale esprimiamo tutta la nostra vicinanza. Auspichiamo una decisa e univoca risposta dell’Ue e della Nato».

Fabio Sebastianelli, esponente del Popolo della Famiglia

Di segno diverso la posizione del Popolo della Famiglia. «La guerra è oggettivamente sempre deprecabile – dichiara Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale del movimento guidato da Adinolfi – . La situazione però è più complessa di come la vogliono far passare cioè: Russia cattiva, Europa e Usa buoni e democratici. È più cattivo, chi lancia le bombe o chi ha fatto in modo che ciò avvenisse? Non si può armare con armi Nato uno Stato alle porte della Russia e aspettarsi che questa stia in silenzio a guardare. Una situazione simile, ma a ruoli invertiti si è verificata nel 1962 con i missili russi a Cuba.
Se in quell’occasione gli USA hanno quasi scatenato una terza guerra mondiale per quei missili davanti alla porta di casa loro, perchè ora si pensa che non dovrebbe fare così anche la Russia? La cosa poteva essere risolta diplomaticamente? Si, senza irrigidirsi ognuno nelle sue posizioni».

Secondo Sebastianelli «le domande che forse tutti dovremmo farci sono due: Chi ci guadagna con questa guerra?
Ovviamente non l’Ucraina ma nemmeno la Russia. Sicuramente non l’ Europa che con le sanzioni economiche danneggia più se stessa che la Russia. L’Italia, d’altro canto dipende per la maggior parte delle forniture di gas dalla Russia per cui la vicenda e le relative sanzioni saranno un ulteriore danno alla nostra economia e alle tasche delle famiglie italiane già massacrate dal covid e dai provvedimenti del governo Draghi. Restano gli USA che condannano, da lontano, e che, probabilmente, ci forniranno (a caro prezzo) il gas al posto dei russi. Oltretutto Biden con questa vicenda rafforza e rivaluta la sua posizione dopo il flop in Afganistan. Il tutto a spese nostre e dell’Ucraina. Alla luce di quanto detto la seconda domanda che dovremmo farci è: Siamo sicuri che sia solo una semplice questione di democrazia e di diritto internazionale?».

Massimo Montesi con il Ministro della Salute Roberto Speranza

Sulla vicenda interviene anche Massimo Montesi, coordinatore regionale di Articolo 1. «L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia va condannata senza esitazioni – afferma l’esponente del partito -. Ogni atto di guerra va assolutamente respinto e condannato. La comunità internazionale aiuti la popolazione civile ucraina che subirà gli effetti più devastanti del conflitto».

Secondo Montesi, occorre insistere sulla via della diplomazia, nonostante l’attacco militare sferrato nella notte dalla Russia. «Anche in queste ore bisogna lavorare al cessate il fuoco e a riaprire un canale diplomatico per fermare il conflitto. Non ci si può rassegnare alla guerra, mai».


Piergiorgio Carrescia, componente dell’Assemblea Nazionale di Italia Viva

«L’attacco russo alla indipendenza dell’Ucraina – sostiene Piergiorgio Carrescia, componente dell’Assemblea Nazionale di Italia Viva – è una grave e ingiustificata violazione del diritto internazionale e un pericolo per la pace mondiale».

Secondo l’esponente politico «le mire espansionistiche di Putin rischiano di destabilizzare una situazione già difficile. Bene hanno fatto l’unione europea e gli altri Paesi occidentali a rispondere con fermezza. A parte sconsiderate frange d’area grillina con le farneticanti dichiarazioni di Di Battista, quelle di un nostalgico comunista come Marco Rizzo e del leghista Borghezio, è positivo che da tutti i partiti si siano levate voci di condanna della Russia e in difesa del popolo ucraino. L’auspicio è che non ci sia una escalation e che l’appello alla pace di Papa Francesco non resti inascoltato».