ANCONA – Legittima la nomina di una sola donna nella Giunta Regionale. Lo ha sancito il Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) delle Marche, respingendo il ricorso contro il mancato equilibrio di genere presentato nei mesi scorsi, dopo l’assegnazione delle deleghe della Giunta.
«Sono pienamente legittimi gli atti con i quali il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, a seguito delle elezioni del 20 e 21 settembre 2020, ha nominato la giunta regionale ed ha assegnato le deleghe agli assessori», fa sapere la Regione Marche in una nota stampa.
«Il Giudice Amministrativo . prosegue la nota – ha respinto e dichiarato infondato nel merito il ricorso presentato da alcuni ricorrenti, confermando così la legittimità della composizione della giunta regionale delle Marche che vede la presenza di una donna tra gli assessori, in coerenza con le previsioni dello Statuto regionale».
Secondo il Tar il presidente della Regione Marche avrebbe rispettato l’articolo 7, comma 2, dello Statuto regionale, che prevede la garanzia della rappresentanza di entrambi i sessi, ottemperata dalla presenza di una donna. «La Giunta regionale – conclude la Regione – , dunque, risulta formata in modo perfettamente aderente alla legge».
Il ricorso era stato avanzato il 21 dicembre scorso dalla consigliera di parità per la Regione Marche Paola Petrucci che nell’iniziativa era stata appoggiata da un parterre di 60 firmatari di spicco fra i quali figurano ex assessori ed un ex magistrato.
«Mi duole constatare che il collegio giudicante era formato solo da uomini e, pertanto, la sentenza mi sorprende meno – commenta Paola Petrucci, consigliera di Parità della Regione Marche – . Vorrei ribadire che l’articolo 3 dello statuto impegna la Regione a “garantire condizioni di effettiva parità” e certamente non è ciò che è stato fatto nella composizione della giunta il cui equilibrio è esclusivamente politico e ciò si evince anche dalla distribuzione di nomine ed incarichi di questi giorni. Sottolineo che il ricorso presentato da me unitamente ad altre 60 persone ha avuto il gradimento e il sostegno, inevitabilmente esterno, di donne e uomini che appartengono alla maggioranza di governo della Regione».
La consigliera ricorda poi che, «pochi giorni fa e davanti allo stesso Tribunale è stata transata la causa contro il Comune di Civitanova Marche, sempre per il mancato equilibrio di genere, il quale non solo ha nominato un’assessora sostituendo un uomo della giunta ma ha anche pagato tutte le spese legali e dovuto dimostrare di aver realizzato attività sulle tematiche di genere così come richiesto dalla sottoscritta. Evidentemente, nella nostra Regione, le diverse amministrazioni pubbliche vengono trattate con modalità differenti».