ANCONA – No al coprifuoco, ma sì a mascherina e distanziamento. È quanto prevede l’intesa raggiunta tra Regioni e ministero della Salute sulla zona bianca. Non si dovrà attendere dunque il 21 giugno per dire addio al coprifuoco dalle 23 alle 5, le Regioni che si coloreranno di bianco vedranno già dalla prossima settimana l’eliminazione del limite orario che impone il divieto di circolazione fa scattar le chiusure per le attività.
Tra le regole confermate, che dovremo portare con noi ancora per un po’ di tempo, c’è l’obbligo di indossare la mascherina e di rispettare il distanziamento, ma anche di areare e sanificare i luoghi chiusi. Una delle novità che scattano con la zona bianca, per le Regioni con una incidenza di casi positivi pari a 50 settimanali su 100mila abitanti, è l’anticipazione delle riaperture delle attività economiche e sociali che avrebbero dovuto riaprire più avanti.
Tra queste ci sono le piscine al chiuso, i matrimoni al chiuso, i parchi tematici, unica eccezione sono le discoteche che dovranno restare ancora chiuse. I governatori però premono per consentire agli italiani di tornare a ballare in estate, approfittando del green pass il cui arrivo è previsto per il primo luglio. I presidenti hanno chiesto di seguire lo stesso protocollo autorizzato per i banchetti di matrimoni, comunioni e cresime, ma per ora dal ministero della Salute è arrivato solo un “niet”.
Discoteche chiuse, lo sfogo del presidente Silb Fipe: «Pronti a scendere in piazza»
«Per il governo quello delle discoteche è un settore che non esiste – si sfoga Maurizio Pasca, presidente nazionale di Silb Fipe, Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo – tutte le attività economiche stanno riaprendo, l’unica eccezione è rappresentata dai locali da ballo».
Pasca fa notare che i divieti non fermano il fenomeno dell’abusivismo: «Abbiamo moltissime segnalazioni un po’ da ogni parte del Paese di balli “clandestini”, nei luoghi degli aperitivi, ma anche al chiuso». Insomma balere improvvisate dove la sicurezza sfugge a qualunque controllo e il rischio di contagio è dietro l’angolo.
«Il fenomeno dell’abusivismo è estremamente diffuso con assembramenti pericolosi – spiega -: riaprono anche i centri sociali e i parchi tematici, mentre una balera di 100 posti non può riaprire, questa è una assurdità». Il sindacato di Confcommercio è sul piede di guerra. Se da un lato il green pass potrebbe offrire una occasione utile per tornare in attività, dall’altro Silb attende l’eliminazione del coprifuoco, che chiaramente costituisce un limite importante per questo settore.
«In Italia ci sono 100mila lavoratori fermi da 15 mesi – conclude Pasca -, se non ci faranno riaprire una volta eliminato il coprifuoco siamo pronti a scendere in piazza: gli ricorderemo che esistiamo».
Da giugno, anche se con tempistiche diverse, entrano in zona bianca Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Sardegna e Veneto. Di fatto un ritorno alla normalità, che lascia ben sperare per il comparto del turismo e per le tante attività messe in crisi dalle chiusure imposte per la pandemia. Le Marche, stando a quanto ha dichiarato ieri (26 maggio) il presidente della Regione Francesco Acquaroli potrebbero passare in zona bianca già dal 7 giugno, ma occorrerà vedere il trend dei casi.