ANCONA – È l’ascolana Bruna Corradetti, ricercatrice dell’Università Politecnica delle Marche, la prima donna ad essere stata nominata segretario di Eustm, Società Europea di Medicina Traslazionale, di cui fanno parte esperti e leader mondiali di istituti di ricerca, aziende farmaceutiche e industrie biotech.
La ricercatrice, originaria di Castignano, ha un dottorato al Disva, Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente, dell’Università Politecnica delle Marche.
Un incarico di grande importanza, quello ottenuto da Corradetti, se si pensa che è la prima volta che una donna, per di più così giovane, viene chiamata alla guida di Eustm.
E infatti vanta un curriculum di primo piano la giovane ricercatrice ascolana, che a soli 36 anni è già “affiliate faculty member” allo Houston Methodist Research Institute, un importante centro di ricerca del Texas per la medicina rigenerativa e le nanotecnologie. È stata visiting professor presso ETH Zurich, il più prestigioso istituto universitario politecnico della Svizzera e uno dei più importanti centri di ricerca al mondo, dove Corradetti ha collaborato con la professoressa e ricercatrice di fama internazionale Chiara Daraio, anche lei formata all’Università Politecnica delle Marche.
«È una nomina – spiega Bruna Corradetti – che può aprire la strada a ulteriori collaborazioni tra l’Università Politecnica delle Marche e istituti di ricerca internazionali, avvicinando studenti, dottorandi e giovani ricercatori a esperti riconosciuti a livello mondiale».
La Eustm è infatti un’organizzazione no profit, con sede in Austria, che ha l’ambizione di sviluppare strategie terapeutiche in un ottica globale ed è punto di incontro tra scienziati che si occupano di ricerca di base e clinici.
Un incarico più che meritato, quello di Bruna Corradetti, che dal 2016 ricopre il ruolo di membro dell’accademia dei professionisti di medicina traslazionale all’interno di Eustm, dove si è messa in luce per aver organizzato una sessione di discussioni sulla medicina rigenerativa al quale hanno partecipato speaker di primo piano quali la dottoressa Doris Taylor, direttore del Regenerative Medicine Research presso il Texas Heart Institute e altri scienziati provenienti dalle Università di Milano e Houston. «L’incontro ha riscosso un tale successo – spiega la Corradetti – che hanno deciso di propormi per questo incarico».
Una storia di successi, quella della ricercatrice “nostrana”, che nei giorni scorsi ha ottenuto l’ambito riconoscimento di essere stata annoverata nel volume “100 Eccellenze Italiane” 2017, una “vetrina” d’onore per il Made in Italy e per quanti rappresentano il meglio che l’Italia ha da offrire in qualità, talento, innovazione e creatività in diversi settori: scienza, aziende, moda, cultura e in tanti altri ambiti. A Palazzo Montecitorio, ha ricevuto il Premio Nazionale per la categoria “Giovani Talenti”, per gli obiettivi raggiunti nel campo della ricerca, incluso il progetto che ha svolto per il Dipartimento della Difesa Americano, e la caparbietà con cui lavora per trasferire le conoscenze acquisite nella realtà italiana.
Ancora poco conosciuta dai “non addetti ai lavori”, la medicina traslazionale è una disciplina che sta registrando un rapido sviluppo negli ultimi anni nel campo della ricerca biomedica. Il suo obiettivo è quello di semplificare e velocizzare l’applicazione clinica delle scoperte raggiunte dalla ricerca di base, in modo da poter sviluppare nuove terapie e procedure mediche. La medicina rigenerativa è un’importante branca della medicina, che permette di individuare strategie per riparare organi o tessuti danneggiati da malattie, traumi o dall’invecchiamento, in modo da ripristinarne o migliorarne la funzionalità.
E proprio di rigenerazione, in particolare di ossa e cartilagini, si occupano le ricerche condotte da Bruna Corradetti, che studia applicazioni in ambito ortopedico per trattare fratture e patologie associate ad infiammazione cronica come artite reumatoide e osteoartrite. «La rigenerazione può avvenire in diversi modi – precisa Corradetti – l’organismo sa già come rigenerarsi, in alcuni casi il solo approccio è stimolare questa rigenerazione attraverso l’impiego di cellule staminali o l’impianto di materiali bioattivi, di ispirazione naturale che ricordano il tessuto che si vuole rigenerare e che sono in grado di ridurre l’infiammazione una volta impiantati. In altri casi si può ricorrere invece alla nanomedicina».
Attualmente gli studi della ricercatrice si stanno focalizzando sui meccanismi di comunicazione tra cellule staminali e sistema immunitario ai fini della rigenerazione: «Essendo Faculty Associate Member dello Houston Methodist – precisa – amplia la possibilità di interagire costantemente con gruppi che sviluppano piattaforme molto innovative e questo permette di accedere anche alle tecnologie di cui non disponiamo, rendendo più fluido e veloce lo sviluppo dei progetti ambiziosi che ci proponiamo ad UNIVPM».
A Houston, in particolare, la giovane ricercatrice ha collaborato ad un progetto del Dipartimento di Difesa Americano dedicato alla rigenerazione degli arti amputati dei soldati feriti in Afghanistan.
Punta ad un coinvolgimento sempre più vasto di giovani ricercatori nei meeting Eustm. «Già quest’anno la partecipazione dei giovani è stata abbastanza vasta – spiega Bruna Corradetti – ed é stato bello vedere la collaborazione tra i più esperti e i meno esperti».
Tra i nuovi progetti della ricercatrice marchigiana c’è in previsione, nel 2018, un importante meeting che si svolgerà in Italia e affronterà diversi temi: malattie infettive, oncologia e medicina rigenerativa. Un evento che rappresenterà una grande opportunità per la comunità scientifica italiana e che potrebbe avvicinare ulteriormente la Eustm alla realtà marchigiana, consentendo a scienziati e clinici di confrontarsi e di mettere in luce le eccellenze locali.