Abbattere le barriere tra produttore e consumatore, democratizzare l’accesso alle nuove tecnologie lungo tutta la filiera del cacao, aumentare la trasparenza e aiutare la rete degli agricoltori locali. La tecnologia che fa bene all’Africa ha un cuore tra Marche e Abruzzo, in una giovane start-up fondata nel 2014 da 4 giovani ingegneri, Apio, che si occupa di tracciamento tramite blockchain.
Nel 2021 Apio, nell’ambito di un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (Aics), ha potuto tracciare con la piattaforma blockchain Trusty la filiera del cacao e del cioccolato, importando alcune barrette prodotte in Costa d’Avorio e vendute in Italia dall’azienda italiana Domori. L’esperienza è poi andata avanti, ed è stata raccontata in questi giorni alla fiera Eurochocolate di Perugia da Alessandro Chelli, Ceo e cofondatore di Apio.
«Durante il convegno al Choco Lab di Eurochocolate – ha fatto sapere Chelli – abbiamo raccontato il nostro ambizioso progetto ‘Fair and Trusty Trade’. Questo evento ci ha fornito un’occasione importante per divulgare i traguardi raggiunti e le lezioni apprese lungo questo percorso unico. La nostra iniziativa in Costa d’Avorio è partita grazie ad una intuizione: portare l’innovazione nei paesi emergenti. L’AICS, Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo, grazie al co-finanziamento dell’iniziativa, ci ha permesso di entrare in questo mercato. Il progetto ha avuto impatti concreti sulle cooperative e sugli agricoltori coinvolti, e ciò è stato valorizzato anche attraverso i QR code sulle confezioni di cioccolato prodotte dalle cooperative di Chocoplus. Questa tecnologia ha permesso ai partecipanti di interagire direttamente con le informazioni della filiera, creando un ponte trasparente tra i consumatori e le origini del prodotto».
«Il progetto terminerà a novembre – ha aggiunto Chelli – ma per noi questo rappresenta soltanto l’inizio di un nuovo capitolo in Costa d’Avorio, nel quale ci impegneremo a gettare le fondamenta di un mercato del cacao in cui gli agricoltori e le cooperative siano protagonisti attivi di questa complessa filiera».
La piattaforma blockchain Trusty traccia raccolta, fermentazione, essiccazione, consegna, trasporto, esportazione, ingresso nel magazzino e tutti i processi di trasformazione finale. Le informazioni certificate finiscono dentro a un QR code apposto su ogni barretta e tramite il quale si può risalire alla storia di ogni fava di cacao. «Questa tecnologia non è più una cosa avveniristica. Per fruirla serve solo uno smartphone» ha continuato Chelli. «Inoltre Trusty è un sistema open source: i dati, i server e il loro controllo ce l’ha la cooperativa».