ANCONA- La città dorica al centro dell’attenzione mediatica nazionale ed internazionale. Si è celebrata oggi, la Giornata Nazionale della Marina Militare Italiana, con cui vengono ricordate le gesta eroiche di tanti uomini e donne che si impegnano quotidianamente per la sicurezza della nazione. Una millenaria vocazione marittima di un paese, l’Italia, che è il secondo in ambito europeo per interscambio navale e primo al mondo per navi traghetto. La città dorica è stata scelta quale teatro della giornata di festa per la ricorrenza del centenario della storica “Impresa di Premuda”. Era la sera del 9 giugno 1918 quando dal porto di Ancona partirono due piccoli motoscafi armati siluranti (MAS), comandanti dal capitano di corvetta Luigi Rizzo e dal guardiamarina Giuseppe Aonzo. All’alba del 10 giugno, proprio al largo dell’isola dalmata, il Comandante Rizzo sferrò l’attacco alla flotta astro ungarica, riuscendo con le due piccole imbarcazioni ad affondare la grande corazzata Santo Stefano. Un’azione di grande rilievo che consegnò all’Italia il pieno controllo sul mare Adriatico e che risultò decisiva per la vittoria della Prima Guerra Mondiale.
Una storia lunga 157 anni, quella della Marina Militare, fondata nel 1861 come Regia Marina. Un percorso che ha segnato la storia del nostro paese, contrassegnandolo per gli alti valori umani, tradizione che ancora oggi la Marina prosegue, e che questa giornata, ricca di emozioni, ha voluto ricordare. Significativa la partecipazione del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, alle prime uscite ufficiali, dopo essere stata incaricata in seno al Governo. «Voglio annunciarvi che mi attiverò con ogni mezzo e attraverso ogni canale per avanzare la proposta di candidatura della Marina Militare e di tutte le componenti che hanno partecipato ai salvataggi, al premio Nobel per la Pace» ha annunciato il Ministro, «Ve lo meritate e ce lo meritiamo».
Un impegno forte, quello preso da Elisabetta Trenta, per sottolineare il ruolo strategico della Marina Militare Italiana, schierata in prima linea nel salvare migliaia di vite umane nelle acque del Mediterraneo. Un mare che «per secoli ha costituito il collante geografico, culturale, sociale, religioso ed economico fra il nord e il sud del nostro mondo. In questi anni – ha sottolineato il Ministro – anche a seguito degli stravolgimenti che hanno colpito i paesi del nord Africa e del Medio Oriente, si è trasformato purtroppo in un luogo di instabilità e insicurezza, dove vengono a manifestarsi tematiche che hanno origini esterne. Non solo, in un contesto internazionale sicuramente complesso la Marina ha svolto e svolge con professionalità, passione e grande senso di responsabilità tutte le missioni che le sono affidate. Missioni vitali per l’Italia, l’Europa e per l’intera comunità internazionale. Dall’operazione EUNAVFOR MED Sophia, all’attività anti pirateria della UE Atlanta al largo del Corno d’Africa, garantendo la libertà di navigazione e del traffico commerciale nell’area. Noi tutti siamo orgogliosi di quello che il paese ha saputo fare finora per sostenere operativamente l’Europa nella gestione del suo confine meridionale. Siamo orgogliosi di come la Marina abbia saputo tradurre in pratica i valori e gli ideali di solidarietà umana e di salvaguardia dei diritti fondamentali».
Una forza armata, quella della Marina che negli ultimi anni, sta portando avanti un profondo programma di rinnovamento dopo l’approvazione della Legge Navale nel 2014, come ha ricordato il Ministro: «un rinnovamento delle Unità della classe Frem, che costituiranno la spina dorsale della Marina Militare dei prossimi decenni, la cui importanza si declina anche sul fronte delle sue ricadute industriali e occupazionali e per l’elevata percentuale di Made in Italy presente su tutte le Unità Navali», ha concluso Elisabetta Trenta.
Ma l’importanza di Ancona nell’ambito delle celebrazioni non è limitata solo all’Impresa di Premuda.
La città dorica è stata infatti anche uno dei principali punti d’approdo per i sommergibili italiani, che contribuirono nella lotta contro la flotta astro ungarica. Per questo, durante le celebrazioni, sono state consegnate agli equipaggi dei sommergibili Pietro Venuti e Romeo Romei le Bandiere di Combattimento, simbolo del senso d’appartenenza alla Patria, che suggellano l’ingresso dei due battelli all’interno della flotta operativa. Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha consegnato la bandiera di combattimento del sommergibile Pietro Venuti al Capitano di Corvetta Antonio Salvatore D’Amico, mentre il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli ha consegnato la bandiera del Sommergibile Romeo Romei al Capitano di Corvetta Fabio Casamassima.
Nelle acque del porto dorico, oltre ai sommergibili, uno schieramento di navi d’eccezione che hanno attirato oltre 31 mila visitatori accorsi per salire a bordo della flotta. Ad Ancona sono state presenti infatti, per alcuni giorni nave Garibaldi, Fregata Rizzo, nave Borsini, Sommergibili Venuti e Romei, nave Palinuro, nave Galatea, nave Crotone e nave Pedretti, oltre alla nave Corsi del Corpo della
Capitanerie di Porto – Guardia Costiera. Una grande festa che, come ha sottolineato Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, evidenzia l’importanza della città dorica, scelta per questa celebrazione nazionale. «Questo deve renderci tutti più orgogliosi, deve darci un senso di appartenenza più forte e soprattutto la condivisione che questa è un’opportunità grande per tutti noi».
Un’accoglienza straordinaria, quella riservata da Ancona alla Marina Militare Italiana, come ha evidenziato l’Ammiraglio Valter Girardelli, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana: «Non poteva essere altrimenti visto il millenario legame che unisce la città di Ancona al mare». Girardelli ha ricordato il valore degli uomini della Marina, un valore immutato nel tempo. «Oggi come allora – ha spiegato – lo strumento aeronavale nel suo complesso è perfettamente integrato e interdipendente con quello più ampio a livello interforze, interagenzia e internazionale. Assolve a compiti di presenza, sorveglianza, deterrenza nonché di proiezione di capacità sul mare dal mare al fine di contribuire alla sicurezza del paese. Al libero, legittimo, legale e lecito uso del mare, dell’alto mare, degli oceani mediante la difesa in profondità per identificare e risolvere proattivamente i rischi, le minacce le incertezze, le crisi le instabilità prima ancora che possano produrre i loro effetti nocivi sul territorio a difesa e salvaguardia degli interessi vitali e strategici del paese e a protezione di noi cittadini». Sicurezza marittima, anti pirateria, antiterrorismo, anti traffici illeciti, azioni di vigilanza, sono solo alcuni dei compiti svolti dalla Marina, insieme all’attività di controllo svolta in raccordo con la Capitaneria di Porto Guardia Costiera. «Oggi i cambiamenti repentini – ha sottolineato il Capo di Stato Maggiore della Marina – richiedono un modello basato sulla capacità di assimilazione culturale del cambiamento stesso, per agire d’anticipo e in maniera preventiva e proattiva specie nel settore marittimo che occupa un posto centrale nella trattazione degli aspetti nazionali connessi all’economia, al commercio, alle relazioni internazionali, all’energia, al turismo, all’interscambio, alla cultura, alle tradizioni e ai comportamenti.
Lo strumento militare marittimo in tale contesto esprime le caratteristiche di versatilità strategica, flessibilità operativa e autonomia logistica che gli consentono di condurre le missioni e svolgere i compiti assegnati da Governo e dal Parlamento».
Molteplici i campi di intervento nei quali opera la Marina Militare: subacqueo, archeologico, bonifica degli ordigni esplosivi, sanitario, tecnologico, universitario, sociale, sportivo e molti altri. Caratteristiche di multidisciplinarietà e di multidimensionalità che «sono la reale espressione del capitale umano su cui poggia e si regge la forza armata», ha concluso Girardelli.
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, ha ringraziato il Ministro della Difesa per la presenza e la vicinanza al corpo della Marina ed ha reso «omaggio alla Bandiera di Guerra della Marina Militare e delle Forze Navali, pluridecorata per il meritorio comportamento dei nostri marinai ed al Gonfalone della Città di Ancona, nonché alle Bandiere di Combattimento» consegnate ai Sommergibili Venuti e Romei. «Un momento importante per celebrare assieme virtù e valori che la Marina Militare condivide con le altre Forze armate in un legame indissolubile, fatto di storia e tradizioni, che illumina il percorso attuale della Difesa, nel complesso scenario geopolitico attuale» ha sottolineato Claudio Graziano.
Sono oltre 6000 gli uomini e le donne della Marina, attualmente impiegati in operazioni all’estero, e più di 7200 quelli operativi sul territorio nazionale, «in un’ottica interagenzia – come ha ricordato il Capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano – al fianco delle Forze dell’Ordine in compiti di Pubblica Sicurezza e a supporto delle popolazioni colpite da improvvise quanto drammatiche catastrofi naturali. La Marina, svolgendo le attività di contrasto per mare, sempre nello sforzo integrato che la Difesa sta portando avanti con tutte le sue componenti, contribuisce a stabilizzare le aree da cui i flussi migratori provengono, Paesi caratterizzati da forti lacerazioni interne sul piano socio-economico e politico. Quello della stabilizzazione delle aree è il vero obiettivo delle nuove missioni internazionali di sicurezza. Occorre, in sintesi, risolvere il problema all’origine, costruire capacità laddove mancano o sono venute meno».
Un impegno, quello della Marina, che corre parallelo, come spiega il Capo di Stato Maggiore della Difesa, al processo di trasformazione dello Strumento Militare, e che trova espressione nel “Libro Bianco per la Sicurezza internazionale e la Difesa” del 2015. Nell’ambito di questi mutamenti compito della Marina e di tutte le Forze Armate è quello di creare una prospettiva di integrazione interforze, ha precisato Claudio Graziano, «quale patrimonio culturale pienamente condiviso dalle Forze armate, riferimento ineludibile per tutte le articolazioni ed i settori della Difesa, dalla formazione, all’addestramento, dalla dottrina alle operazioni, abbracciando l’importantissimo ambito dello sviluppo capacitivo».
Un processo di integrazione che sarà esteso anche alla dimensione interagenzia, come ha spiegato, per garantire una risposta efficace nei confronti delle sfide alla sicurezza ma anche per rimanere al passo con gli altri principali Paesi europei. Un momento «di grandi novità e fervore nell’ambito delle strategie sia dell’Unione Europea, che sta muovendo decisamente verso una dimensione di maggiore protagonismo ed autonomia dal punto di vista delle capacità, sia della NATO anch’essa interessata da un processo di trasformazione di ampia portata», ha concluso il Capo di Stato Maggiore della Difesa, che ha sottolineato come «la dimensione umana continui ad essere l’unica ed inestimabile ricchezza strategica da preservare e valorizzare».
Nel corso della cerimonia sono state consegnate le cinque onorificenze al personale che si è distinto nell’azione di salvataggio di vite umane nelle acque del mediterraneo. La medaglia d’oro al Valor di Marina è stata conferita al Sottocapo di Prima Classe Gregorio Matteo, imbarcato sull’ Unità Navale delle Capitaneria di Porto Guardia Costiera. È stato insignito dell’onorificenza per il salvataggio di un gommone sovraccarico di migranti nel corso di un’operazione nel Mediterraneo Centrale, eseguita il 13 maggio 2017. Medaglia d’argento consegnata al Tenente di Vascello Salvatore Santangelo (ritirata dal padre Pietro, perché impegnato in missione) e al Secondo Capo Davide Cimino, rispettivamente Ufficiale e Sottoufficiale di Nave Bettica durante un’operazione di soccorso di un peschereccio in procinto di affondare nello Stretto di Sicilia, il 25 maggio 2016. Riconoscimento attestato anche al Secondo Capo Scelto Cilio Antonino, Sottoufficiale di Nave Borsini durante un’operazione di soccorso di un gommone sovraccarico di migranti nello Stretto di Sicilia, il 5 settembre 2016. Infine, il Sottoufficiale Ignazio Mattioli, della Brigata Marina San Marco, imbarcato sulla Nave San Giusto è stato insignito della medaglia d’argento per l’operazione nel Mar Libico Settentrionale del 25 febbraio 2014, in favore di un gommone in pessime condizioni di galleggiamento, anch’esso carico di migranti.