ANCONA – «Il Comando della Polizia Municipale di Ancona non ha applicato il regolamento regionale che disciplina i nuovi distintivi di grado». Vincenzo Marino, segretario regionale UGL – PL, denuncia che sono «228 i Comuni delle Marche destinatari del regolamento regionale nr. 2/17, con cui vengono attribuiti i nuovi gradi alla Polizia Locale, e puntualmente il Comando di Ancona, capoluogo di Regione, non lo ha applicato nonostante la normativa abbia dato due anni di tempo ai Comuni per adeguarsi, fino al 2 marzo 2019».
La Giunta regionale, nel febbraio 2017, aveva infatti approvato il regolamento sulla “Disciplina dei distintivi di grado, dei contrassegni di specialità e delle onorificenze per gli appartenenti alle strutture di polizia locale”. In base al regolamento, «i segni distintivi di grado sono attribuiti in relazione al profilo e alle funzioni conferite all’interno della struttura di polizia locale, sulla base dei seguenti criteri: posizione economica acquisita secondo i criteri del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) e anzianità di servizio; formazione e aggiornamento professionale».
«La Polizia locale della regione è stata equiparata nei gradi a quella della Polizia di Stato – spiega Vincenzo Marino – ad esempio non esiste più il grado di maresciallo ma c’è quello di ispettore, non esiste più il grado di capitano e c’è quello di commissario. Ancona, capoluogo di Regione, si è sottratta all’obbligo di adeguarsi alla nuova normativa. Sarà un caso o una dimenticanza? A nostro avviso è semplicemente il risultato di una gestione molto opinabile del Corpo di PL, e sono i fatti a dirlo. Basti pensare che la Comandante si è autofregiata del nuovo grado, mentre il restante organico è rimasto nel “limbo”. La comandante ha applicato la normativa solo su se stessa, èd è diventata comandante dirigente generale, mentre gli altri 84 operatori del corpo della Polizia locale sono rimasti con i vecchi gradi, sia nella simbologia che nel titolo che li caratterizza. In sostanza è stata violata l’applicazione del regolamento regionale».
Inoltre Marino denuncia la «mancanza della formazione e dei dispositivi di protezione. La cosa più discutibile per l’Ugl è la mancanza del rispetto delle norme da parte di chi le regole le dovrebbe far rispettare. Continueremo a denunciare lo stato di abbandono in cui versa il Corpo di PL di Ancona. Manca la formazione in primis, di cui si parlò anche nel consiglio comunale aperto di inizio dicembre ma che ad oggi non ha sortito nessun effetto se non promesse». Marino denuncia anche la mancanza «dell’uso in servizio di strumenti di difesa in dotazione (ad esempio il taser), delle Carte dei Servizi, di cui l’Anac esprimerà a breve un giudizio, di nuove divise, autovetture e di nuove assunzioni che non si sa quando arriveranno. La professionalità di un intero Comando è stata depotenziata nel giro di un anno (es. il settore Polizia Giudiziaria), nonostante il datore di lavoro abbia l’obbligo di tutelare l’integrità psicofisica dei propri lavoratori (art. 2087 del cc) attraverso la fornitura dei previsti strumenti di difesa e relativo specifico addestramento, la cui mancanza determinerebbe uno stato di insicurezza sul luogo di lavoro, ovvero la strada. L’Ugl continuerà la sua battaglia in difesa dei diritti di tutti gli operatori di PL di Ancona».