ANCONA – I familiari non hanno avuto ancora nessun risarcimento economico ma il procedimento giudiziario segna un primo passo. Morte di Luca Rizzeri, c’è la condanna per il comandante della nave portacontainer Bf Philipp. Il 53enne russo, residente in Ucraina, ha patteggiato ieri (21 dicembre) a dieci mesi (pena sospesa) per omicidio colposo. L’udienza si è svolta davanti alla gup Paola Moscaroli dove l’imputato era difeso dallo studio Scaloni.
È dalla nave che lui conduceva che il 10 giugno di due anni fa si spezzò una delle cime di attracco, nella fase di ormeggio, uccidendo con una frustata alla testa l’agente marittimo di 33 anni, padre di due bambini. Un incidente che sconvolse la città e il porto tanto che a distanza di anni lo scalo ricorda ancora Rizzeri con il suono delle sirene quando ricorre l’anniversario della tragedia.
L’indagine sull’incidente avvenuto sul posto di lavoro era stata chiusa un anno fa dal pm Rosario Lioniello, dopo una consulenza tecnica sulla corda rotta, fatta dall’ingegnere Pasquale Frascione, che chiarì che la cima si era spezzata perché completamente usurata, utilizzata da almeno 4-5 anni e quindi non idonea all’ormeggio in banchina. Una corda con gravi ammaloramenti soprattutto nel punto di rottura. Il comandate sarebbe entrato in porto ad una «velocità non proporzionata alle condizioni di usura dei cavi impiegati per l’attracco alle bitte esistenti». Per il risarcimento economico la famiglia, rappresentata dagli avvocati dello Studio3A, inizierà una causa civile.