ANCONA – Secondo le rilevazioni del centro studi di Confindustria Marche, nel trimestre gennaio-marzo 2018 la produzione del settore della meccanica ha registrato un aumento del 3,5% rispetto allo stesso trimestre del 2017 e le previsioni degli imprenditori riguardo alle vendite nei prossimi mesi sono orientate ad un ulteriore recupero, sia sul mercato interno che sull’estero. «La metalmeccanica è la spina dorsale dell’economia delle Marche: preservarlG e stimolare la sua crescita devono essere quindi le priorità per la politica nazionale e locale, nell’interesse generale». Così Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche Nord, commentando i numeri del settore locale nel ‘Giorno della metalmeccanica’ in cui Federmeccanica presenta l’indagine congiunturale.
In aumento, nel trimestre, l’attività commerciale: le vendite hanno registrato una crescita del 4,2%, sul mercato interno e il fatturato reale è cresciuto del 2,1%; sul mercato estero i fatturati sono aumentati del 6,5%.
«Anche nelle province di Ancona e Pesaro Urbino – ha proseguito Schiavoni – il trend è di crescita». Secondo un’indagine qualitativa su un campione di aziende nelle due province, a fronte di un andamento stabile della produzione rispetto al trimestre precedente, gli imprenditori della meccanica hanno segnalato con un portafoglio ordini mediamente superiore. Per quanto riguarda l’export i dati riferiti all’anno 2017 mostrano una sostanziale tenuta delle due province che registrano un timido +0,6% rispetto all’anno precedente. Parliamo di un fatturato export complessivo di circa 4 miliardi di euro, concentrato per di più sui Paesi Europei (73%), con una quota importante in Nord America (9%) e il resto tra Africa e Asia. In Europa tra i principali mercati di riferimento risultano in crescita Germania, Spagna, Polonia e Russia; in calo, seppure restando a livelli significativi in valore assoluto, risultano Francia, Regno Unito e Turchia. In forte aumento il mercato cinese in termini percentuali (+30%) anche se poco rilevante in termini assoluti (4% del totale export).
«Sulle prospettive a breve, che appaiono in timido miglioramento – ha precisato Schiavoni – pesano le incognite relative alle dinamiche geo politiche internazionali, che generano un clima di incertezza: la formazione del nuovo governo dovrebbe garantire stabilità e l’adozione di misure efficaci per favorire la crescita e lo sviluppo, ma al contempo il caso dei dazi sull’acciaio e alluminio da parte degli Usa preoccupa per l’impatto che gli stessi potranno avere sulle nostre esportazioni verso quel paese”.
«Dal punto di vista qualitativo il comparto meccanico nel nostro territorio è molto eterogeneo: elettrodomestici, stampi, componenti per l’automotive, meccanica di precisione, macchine per la lavorazione del legno e dei metalli, casalinghi in alluminio, contoterzisti. Sono settori che presentano dinamiche diverse e che sono esposti da un lato ad una bassa marginalità, dall’altro ad una sempre più pressante richiesta di qualità a parità di prezzo. Le nostre imprese investono costantemente in innovazione e stanno cogliendo la sfida di Industria 4.0 per tenere alta la produttività e al contempo sono impegnate nel perseguire strategie di crescita sostenibile, imprese che considerano la sicurezza dei lavoratori un obiettivo primario e che collaborano con il mondo education e con il mondo del welfare divenendo parte integrante dei processi di integrazione nel territorio e di sviluppo delle comunità locali».
«Ecco perché mi piacerebbe che un faro fosse sempre acceso sulla nostra metalmeccanica – ha concluso Schiavoni –, mettendo da parte una cultura anti impresa che contrasta con la funzione che queste aziende svolgono sul territorio».