ANCONA – La meccanica marchigiana cresce e si attesta sempre di più come il settore maggiormente dinamico dell’economia della regione. Già nel 2021, a livello di fatturato, la meccanica supererà il dato del 2019, grazie soprattutto alla performance sui mercati internazionali. Un trend positivo che consentirà di recuperare le perdite avvenute nel 2020 a causa della pandemia.
È quanto è emerso nel corso di “Marche e Meccanica: traiettorie di sviluppo sostenibile”, il seminario promosso da Istao e Intesa Sanpaolo per tracciare le traiettorie di sviluppo del sistema produttivo meccanico regionale, partendo dallo studio dei principali trend economici del settore.
Se da un lato lo scenario macroeconomico mostra segnali di ripresa dei mercati, per alcuni settori, tra i più tradizionali e radicati nel territorio marchigiano, il rischio è rappresentato dalla possibilità di perdere tempo prezioso nel processo di riconversione tecnologico-produttiva e nella riorganizzazione delle competenze.
L’incontro, che si è dipanato in duplice modalità, in presenza a Villa Favorita, sede dell’Istao, e su piattaforma web, ha visto le preziose testimonianze di aziende ed esponenti del mondo accademico, impegnati nella riorganizzazione economico-produttiva in filiere integrate così da rispondere in maniera efficace alla necessità di innovazione sostenibile e di competitività sul mercato interno e internazionale.
Ad introdurre i lavori sono stati il presidente Istao Pietro Marcolini e la direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo Cristina Balbo. Al seminario ha preso parte anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, mentre ad illustrare i dati è stato Giovanni Foresti, economista della Direzioni Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
La situazione nelle Marche
Partendo dall’analisi del Pil mondiale che nel 2021 segna una crescita del +5,9%, trainato soprattutto dai mercati asiatici, ma anche da quello europeo, nel corso dell’evento è stato sottolineato che il Pil italiano quest’anno è cresciuto del +6,2%. L’Italia in tal senso si attesta sopra i livelli pre-Covid e il Paese in termini di competitività cresce più delle altre nazioni europee, inclusa la Germania. Ma se l’Italia registra una maggiore dinamicità in termini generali, la meccanica in particolare è il settore che nel Paese registra una ripresa particolarmente positiva.
E anche le Marche seguono questo trend, tanto che la meccanica si attesta primo settore economico della regione in termini di export, con un sorpasso sui settori più tradizionali come elettrodomestico e moda (calzaturiero), afflitti da vertenze e crisi.
Nel primo semestre la meccanica marchigiana ha toccato la cifra record di export di 1,16 miliardi di euro, più 16,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Già prima della crisi pandemica la meccanica marchigiana aveva mostrato un’elevata competitività, tra il 2007 e il 2019 l’export era salito del 26%, cinque punti percentuali in più rispetto alla media italiana.
Nella nostra regione il settore registra una crescita diffusa sul territorio, anche se la provincia di Ancona fa da traino. Un ambito economico che si contraddistingue anche in termini di innovazione, tanto che sono stati 136 i brevetti registrati ogni 100 imprese, un terzo dei quali sono green.
L’analisi degli esperti
Il presidente Istao Pietro Marcolini ha definito la meccanica come un settore «estremamente vitale» che coinvolge oltre 40mila addetti. «Comprendere i punti di forza di queste imprese e analizzarne l’organizzazione in filiere nel particolare momento storico che stiamo vivendo è di grande importanza – afferma – e offrirà sicuramente spunti interessanti per individuare possibili traiettorie da intraprendere. La nostra regione non può perdere la sfida green e il settore meccanico potrebbe essere uno di quelli che traineranno la transizione ecologica marchigiana».
Cristina Balbo ha evidenziato che nelle Marche, come nel resto del Paese, si assiste ad una ripresa, la scommessa è fare in modo che «sia tutto il territorio a fare un passo avanti» e che si riescano ad intercettare e indirizzare le risorse in maniera giusta. Fondamentale poi l’investimento «in capitale umano».
«In questa fase – spiega – la priorità è rendere strutturale la ripresa in atto e il comparto meccanico regionale può essere il caposaldo del rilancio dell’economia marchigiana. Da parte nostra siamo impegnati a sostenere le imprese, in particolare verso la transizione ecologica e tecnologica, sia sostenendo gli investimenti che accompagnandole verso un modello produttivo solido e strategico nel lungo periodo».
La direttrice ha spiegato che l’istituto di credito da un lato metterà a disposizione nell’orizzonte del Pnrr, da qui al 2026, «erogazioni per 270 miliardi di euro di a favore delle imprese italiane. Dall’altro siamo stati i primi a valorizzare il modello della filiera produttiva: punto di riferimento centrale per la resilienza e la ripartenza del territorio, tanto più in una regione come le Marche caratterizzata da una altissima concentrazione di piccole e medie aziende.
Le filiere di prossimità costituiscono un fattore competitivo per la ridefinizione delle catene di fornitura, come testimonia anche l’analisi degli acquisti delle imprese regionali della meccanica, in termini commerciali e nei processi di innovazione».
Il Programma Filiere di Intesa Sanpaolo, che consente alle pmi di ottenere accesso al credito, «è un esempio della nostra fiducia in questo modello: nelle Marche ad oggi – conclude – vi hanno aderito 20 aziende capofila con circa 350 imprese fornitrici e un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro».
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli nel suo intervento ha sottolineato che la pandemia ha obbligato le istituzioni «a fare i conti rispetto a quella che è la sfida delle Marche, ovvero come rilanciare un modello produttivo, come poterlo sostenere e come poter fare massa critica insieme agli altri».
Il governatore ha ricordato l’impegno della Regione sul fronte infrastrutturale, con l’avvio di un dialogo con le regioni del corridoio Adriatico, Abruzzo, Molise e Puglia, per abbattere il «limite» sul fronte dei collegamenti e della crescita. Poi ha evidenziato anche il protocollo con la Regione Lombardia e la Regione Veneto, una intesa che dovrebbe arrivare tra fine anno e inizio del nuovo, strategica sul fronte economico.
Giovanni Foresti della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo ha evidenziato che «la meccanica marchigiana può certamente ricoprire un ruolo di primo piano nel favorire il percorso verso la transizione tecnologica e green che il tessuto economico della regione dovrà necessariamente seguire nei prossimi anni».
Nel corso della tavola rotonda è stata illustrata l’iniziativa Smart Manufacturing Machine with Predictive Electronic maintenance (SIMPLE), un progetto tutto marchigiano che punta a diventare una best technology italiana innovativa nel panorama nazionale e internazionale di riferimento. Cinque le imprese marchigiane della meccanica protagoniste del progetto: Sigma, specializzata nella produzione e gestione di apparecchiature elettroniche; Clabo, leader nella produzione di vetrine refrigerate per il food retail; Simonelli Group, che progetta e realizza macchine per caffè espresso; Schnell, leader a livello mondiale nella produzione di macchine automatiche per la lavorazione del ferro per cemento armato; Pieralisi, leader mondiale nella produzione di impianti e macchine olearie e per la separazione centrifuga.
Emanuele Frontoni dell’Università Politecnica delle Marche ha spiegato che il SIMPLE ha come obiettivo lo studio e lo sviluppo di un sistema di manutenzione predittiva in grado di effettuare delle correlazioni intelligenti per permettere di prevedere in anticipo possibili malfunzionamenti dei prodotti. Un progetto «ambizioso – conclude – e altamente innovativo, sia per la tecnologia che utilizza sia perché economico ed universale» che rappresenta «un esempio virtuoso di collaborazione in filiera».