La Meloni ad Ancona: «Infrastrutture prioritarie per far uscire la Regione dall’isolamento»
La leader di Fratelli d'Italia in visita nel capoluogo dorico ha affrontato i nodi cruciali per le Marche. Sul candidato alle elezioni regionali 2020 non ha ancora sciolto le riserve
ANCONA – «Le Marche a maggio hanno la grande occasione di essere liberate, di liberare le energie soffocate dalle occasioni perse da questa regione». Così la leader nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in visita ad Ancona per sancire l’avvio ufficiale della campagna elettorale del partito nelle Marche. Una visita iniziata in mattinata a Loreto per un incontro privato con il mondo cattolico e poi seguita dal vertice con la Confartigianato. Dopo la tappa dorica la Meloni si è recata a Macerata per lanciare il manifesto contro la droga.
Ancora nessun nome per il candidato alle regionali, anche se sul piatto della bilancia ci sono il deputato Francesco Acquaroli e l’ex sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli, oltre a Carlo Ciccioli alla regia. La Meloni ha spiegato che il candidato sarà definito nei prossimi giorni con gli altri partiti di centrodestra, ma come aveva già annunciato chiederà che sia Fratelli d’Italia a guidare la coalizione nelle Marche dal momento che, come ha sottolineato, il partito può contare su una «classe dirigente straordinaria che può fare la differenza».
Al ridotto delle Muse la Meloni è andata all’affondo sul governo regionale reo di aver ridotto le Marche all’isolamento: «La regione è al centro dell’Italia ma isolata» ha dichiarato nell’evidenziare lo scivolone nel manifatturiero e nell’economia più in generale che ha portato le Marche a non essere più annoverate tra le regioni ricche ma a divenire «la prima regione del sud d’Italia».
«Pensiamo che nella prossima stagione le Marche possano disegnare un’altra storia. Noi vogliano dire che siamo pronti a governare con una proposta seria e credibile».
Tra le priorità delineate dalla Meloni, le infrastrutture cruciali l’economia dei territori ma che sono carenti e che per questo fanno perdere all’Italia 70miliardi di euro annui.
Poi prioritaria la piccola e media impresa che ha definito «ossatura di questa regione». Affrontando il tema della lotta all’evasione la Meloni ha parlato di uno «Stato che fa di tutto per vessare i cittadini», mentre ha detto dovrebbe concentrare le proprie energie sulle multinazionali dove «risiede la grande evasione», inclusi i colossi del web.
La leader di Fratelli d’Italia ha poi toccato il tema della conciliazione lavoro famiglia per le donne: «Nelle Marche i figli non si fanno più perché mettere al mondo un figlio è un bene di lusso. Lo Stato non aiuta con i servizi, serve un sistema vero per consentire alle donne di lavorare anche se hanno dei figli. Il vero problema è l’occupazione femminile, le donne pagano il fatto di essere madri». Una questione sulla quale ha avanzato una serie di proposte portate ai tavoli nazionali come il reddito d’infanzia e i nidi gratuiti.
Poi il sisma che ha definito come un «tema abbandonato» e per il quale ha ricordato la battaglia portata avanti in parlamento da Fratelli d’Italia con il deputato marchigiano Francesco Acquaroli.
Riferendosi alle sardine che hanno organizzato una manifestazione in Piazza del Papa ha detto «faccio politica per amore non contro qualcuno». Poi ha definito il simbolo delle sardine azzeccato, «sono pesci tutti uguali che seguono la corrente e finiscono boccone di qualche squalo».
Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli ha chiarito che l’intenzione del partito è quella di dare alla Regione un nuovo progetto dopo che «gli altri hanno fallito e malgovernato». Poi ha evidenziato la necessità di «creare una squadra coesa» così da «liberare le Marche insieme a Lega, Forza Italia e ai civici che vorranno aderire».
«Vogliamo essere una destra alternativa di governo e vogliamo essere affidabili e intransigenti» ha detto Ciccioli, poi la stoccata verso le sardine che ha definito «sardelle come le chiamiamo noi ad Ancona», sottolineando «non ci interessano».
Sulle infrastrutture Ciccioli ha spiegato che è un tema di cui si parla sempre ma «le Marche sono isolate, hanno un binario unico», e le cose non vanno meglio sul fronte autostrade «a imbuto e corsia unica». In merito all’Aeroporto ha detto che potrebbe portare migliaia di persone «ma siamo sulla parte bassa della classifica italiana». Il Porto di Ancona è il primo dell’Adriatico ma è chiuso e manca una uscita» che una «Regione forte deve garantire, perché l’accessibilità è un costo per gli imprenditori».
Infine la questione sanità per la quale Ciccioli ha ribadito la necessità di una consulta che coinvolga vari attori fra i quali anche l’Ordine dei Medici e ha evidenziato i 150milioni di mobilità passiva con i marchigiani che vanno a curarsi fuori.
L’ex sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli ha ricordato che «fino a 10 anni fa le Marche erano la settima regione per manifatturiero ora invece è fra le regioni del sud d’Italia. Il Partito Democratico – ha detto – non ha mai rappresentato una guida capace». Poi ha ricordato il calo nell’export calzaturiero che ha segnato un -18% e il credito alle imprese che ha toccato quota -13% in un anno. «Stiamo morendo» ha dichiarato Castelli «Ceriscioli strepita, ma è a capo della Regione. Lo abbiamo visto sul decreto sisma, dove si è comportato come uno dell’opposizione. Non serve urlare».
Il deputato Francesco Acquaroli ha ricordato che «le Marche erano un territorio dinamico, ma oggi quel sistema è un ricordo. Una regione ricca oggi è piegata su se stessa e non trova una via per uscire da crisi. Una regione che vive fra terremoti e erosione che penalizza la costa».
Il deputato ha sottolineato che a penalizzare le Marche in termini infrastrutturali non solo solo le infrastrutture viarie, ma anche quelle di connessione, come «internet ancora non presente in molte aree della regione, un quadro deprimente». «Famiglia, imprese e lavoro» sono le priorità delineate da Acquaroli oltre al sisma e alle infrastrutture.
Il portavoce provinciale Lorenzo Rabini ha invece ricordato la spinta data dalla Meloni al centrodestra dopo la fine del Pdl nel 2012, mentre il consigliere comunale Angelo Eliantonio ha posto l’accento sull’inchiesta Ghost Jobs relativa alla corruzione in alcuni appalti pubblici del Comune di Ancona e nel riferirsi al sindaco Valeria Mancinelli ha detto che «fa il pesce in barile». Sull’ipotesi invece di una candidatura alle regionali della Mancinelli o di un Ceriscioli bis, Eliantonio ha dichiarato «che Dio ce ne scampi».
La consigliera regionale Elena Leonardi ha posto l’accento sul post sisma spiegando che «nell’entroterra c’è un grande potenziale e opportunità turistiche» , ma «la sciagura de sisma è stata peggiorata dalle scelte fatte dal governo regionale». «Ceriscioli ora rialza la testa ma fino ad oggi ha avvallato le impostazione di chi lo ha condizionato politicamente. Serve una alternativa importante per non lasciare indietro i territori. Non vogliamo marchigiani di serie A e di serie B».
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