A fiere chiuse, è sempre più legato al digitale l’export del comparto agroalimentare delle Marche, un settore fortemente provato dall’impatto del sisma e della pandemia, e sempre più alla ricerca di canali alternativi di vendita, dal km 0 sul mercato interno alle piattaforme online per esportare i prodotti sul mercati esteri. Agguerrita la concorrenza, e pieno di insidie l’ambiente web, tra tutela del brand e algoritmi da padroneggiare per rendersi visibili; per questo la Camera di Commercio delle Marche, in collaborazione con la sua agenzia speciale Linfa, con ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) e con Università Politecnica Marche, ha organizzato oggi un webinar gratuito cui hanno partecipato quasi 70 imprenditori della regione.
«Una volta l’imprenditore partiva con la valigetta cercando grossisti e importatori, oggi ci si deve equipaggiare di competenze digitali forti e interne, chiedendo supporto a Camera Marche e mondo delle associazioni, e credito alle banche», ha esordito Simone Mariani, presidente dell’Azienda Speciale Linfa, il braccio operativo dell’ente camerale nel settore agroalimentare.
Nell’anno pandemico, nelle Marche il comparto ha sofferto molto con le sue 27.157 aziende, in particolare sul fronte dell’export e per la forte contrazione del settore Horeca, con ristoranti bar strutture ricettive e mense (aziendali e scolastiche) che hanno potuto lavorare a scartamento molto ridotto. Lo ha ricordato il presidente di Camera delle Marche, Gino Sabatini, segnalando che «il valore delle esportazioni marchigiane nel 2020 ha subito una decisa contrazione per le imprese di agricoltura pesca silvicoltura: -9,3%. Meno peggio bevande che segnano rispetto allo stesso periodo del 2019 un -0,5%.»
Per ripartire – ha aggiunto – due sono le chiavi: da un lato «il ritorno alle origini, alle tradizioni, al prodotto km 0 per agevolare un turismo lento e offrire opportunità di crescita alle piccole aziende del territorio; dall’altro innovare e far crescere le competenze digitali». Un tema, quello dell’agricoltura 4.0, che nelle Marche sta generando interessanti esperienze, dalle tecnologie blockchain applicate alle filiere di produzione che garantiscono qualità e trasparenza nel piatto, ai codici QR-Code sui prodotti per illustrare storie di aziende virtuose, alle campagne Tik-Tok del Made in Marche indirizzate a giovani e meno giovani.
Il webinar ha concluso la trilogia dedicata da Camera Marche al digital export (a febbraio e marzo sono stati indagati i comparti di Moda e Meccanica/Mobile), e ha visto la partecipazione di aziende marchigiane che che hanno usufruito del bando B2B promosso da Camera Marche e Regione Marche per affrontare i “market place” con il giusto equipaggiamento digitale: Olio Poldo (AN), pastificio Filotea (AN), Ispa (AP), Salumificio Ceriaci (FM), T&C Tartufi (PU). Tra le esperienze interessanti proposte, quella della PMI innovativa marchigiana Apio che ha sviluppato la piattaforma Trusty (www.trusty.id), dedicata alle aziende del settore agrifood e realizzata in collaborazione con Var Group, che utilizza diverse tecnologie blockchain tra cui anche uno dei network principali nel mercato agroalimentare, ovvero Ibm Food Trust.
L’evento ha anche ospitato in anteprima il lancio del progetto di marketplace “Vinitaly Plus”, piattaforma online e app in 10 lingue (ma la chat tra venditori e acquirenti ne conta ben 71, di lingue) per far incontrare i produttori italiani con operatori e ‘wine lover’ di tutto il mondo. La sta sviluppando, e la presenterà a brevissimo, il Vinitaly di Verona, il più grande evento espositivo nazionale del settore enologico che – causa pandemia – ha dovuto rimandare sia l’edizione 2020 che 2022, e che ha posticipato la 54ª edizione Vinitaly al 2022, dal 10 al 13 aprile.