Ancona-Osimo

Al mercato di Falconara miele, olio e caciotte del carcere Barcaglione. Così i detenuti respirano la libertà

Il progetto va avanti dal 2014 e coinvolge diversi detenuti. La direttrice Ceresani: «Un'opportunità di formazione e lavoro per i condannati che possono reinserirsi nella società»

Falconara, i prodotti del carcere in piazza

ANCONA – Sono andati a ruba caciotte, miele e olio prodotti nel carcere Barcaglione di Ancona, presenti per la prima volta al mercato di Falconara grazie all’iniziativa Campagna Amica di Coldiretti.

Manuela Ceresani, direttrice della Casa di reclusione di Barcaglione

Dalla mattina del 22 settembre, è stato infatti allestito uno stand della ‘Fattoria Barcaglione’, una realtà interna al penitenziario anconetano, che permette a 60 detenuti di produrre formaggi con il latte delle 20 pecore allevate, olio dai 300 ulivi coltivati e miele dai 30 alveari.

Un’occasione di riscatto per i tanti detenuti in via definitiva che si ritrovano reclusi a Barcaglione, uno dei due istituti penitenziari di Ancona. L’altro è infatti quello di Montacuto, dove dallo scorso anno è partito un progetto analogo.

Dietro il bancone dello stand, i falconaresi hanno trovato Antonio Carletti, imprenditore agricolo, presidente di Federpensionati Coldiretti Ancona e tutor dell’orto sociale del carcere. Ad affiancarlo è uno dei detenuti di Barcaglione che, dai prossimi giorni, comincerà a lavorare all’interno della fattoria.

Ad accoglierli in piazza l’assessore al commercio Clemente Rossi, che ha fatto sapere come «grazie a Coldiretti i frequentatori del mercato del giovedì possono conoscere i prodotti della fattoria di Barcaglione, formaggio, olio e miele a filiera cortissima, visto che provengono dalle colline del nostro territorio. Soprattutto – ha precisato Rossi – l’iniziativa permette di conoscere questa realtà, cui abbiamo dato il massimo appoggio perché unisce la qualità del prodotto a un’iniziativa di grande respiro sociale».

Detenuti al lavoro nell’orto di Barcaglione

Una grossa soddisfazione per i detenuti-lavoratori che grazie a questo progetto hanno modo di ritrovare fiducia nelle loro capacità, di imparare un mestiere e di stare a contatto con la gente.

«La Fattoria Barcaglione è in grado di produrre ogni anno 800 forme di caciotta e tra i sette e gli otto quintali di olio – spiega Carletti – mentre gli alveari quest’anno hanno permesso di raccogliere 4,5 quintali di miele. Falconara, il primo giorno, ha risposto benissimo, un bel segnale in vista dei prossimi appuntamenti».

«Questo genere di attività – riflette la direttrice, Manuela Ceresani – è volto a dare un’opportunità di formazione e di lavoro ai condannati per il loro reinserimento sociale. Si dà loro la possibilità, quando possono uscire con misure alternative, di poter sfruttare questa opportunità lavorativa, impiegandosi in qualche azienda agricola o diventando loro stessi imprenditori agricoli per poter inserire a livello sociale. Si tratta di attività trattamentali – fa ancora Ceresani – che il detenuto può fare e che servono pure a noi per l’osservazione, per vedere come ci si comporta e quale sia la volontà di inserimento. Non è solo uscire all’aria aperta, ma impiegare il tempo in modo costruttivo».

Pecore al pascolo nel carcere di Barcaglione

Campagna Amica, il mercato di Coldiretti che permette di acquistare prodotti a filiera corta e made in Marche, è presente dal settembre 2021 ogni giovedì in piazza Mazzini, dove sono arrivati anche i venditori del mercato ambulante alimentare un tempo ospitati in piazza Catalani.

«In settimana, saremo anche al mercato dorico, ad Ancona» sottolinea Sauro Marozzi, agronomo del carcere e ideatore del progetto. Un progetto che, nel carcere di Barcaglione, va avanti dal 2014 e il fatto che prosegua è garanzia di successo. «Ogni giorno, sono 6 o 7 i detenuti che, a turno, si occupano dell’orto» fa sapere Marozzi.

Falconara, i prodotti del carcere in piazza

«Fuori dalle celle, alla luce del sole, ci sono oliveti e animali, un caseificio e persino l’attrezzatura per ricavare l’olio dalle olive. L’orto sociale è un’attività ludico ricreativa alternativa all’ozio, al calcetto o all’ora d’aria, in cui ci si approccia volontariamente». Dalla semina alla cura della pianta che cresce: i carcerati hanno così modo di rapportarsi con la vita oltre la cella, quella che prosegue nonostante tutto. Aria di libertà, col vento che ti scompiglia i capelli mentre esci da quella gattabuia.

«I prodotti raccolti vengono distribuiti gratuitamente ai detenuti che partecipano al progetto» illustra l’agronomo. Un forte interesse, quello dei condannati, per queste due ore trascorse in modo diverso dal solito, aspettando di poter respirare – per chi potrà – la libertà vera, quella che ti permette la fuga verso una nuova vita da costruire, lontana dal buio delle celle e da qualche ora d’aria.