ANCONA – «La produzione annuale di acacia è a rischio a causa del caldo anomalo di febbraio e marzo. Inoltre, a partire dal mese di aprile, in concomitanza con la prima fioritura di acacia, il freddo, le precipitazioni intermittenti e il vento forte stanno compromettendo il raccolto e le api stanno lavorando in forte stress. Le fioriture, in parte compromesse ma anche quelle in fase di crescita, sono a rischio e mettono in seria difficoltà il raccolto del miele di acacia, che rappresenta il top di gamma dei mieli».
I consorzi apistici delle Marche lanciano l’allarme di salvaguardia di questi insetti preziosi ma in grande pericolo come lo è la produzione di miele di acacia made in Marche. Sono i presidenti dei Consorzi della provincia di Pesaro e Urbino Frederic Oliva; della provincia di Ancona, Sergio Cocciarini; della provincia di Macerata, Alvaro Caramanti; delle provincie di Fermo e Ascoli Piceno, Giovanni Zucconi.
La situazione è simile in tutta la regione, pertanto i Consorzi apistici delle cinque province esprimono grande preoccupazione: «Si stanno verificando le stesse condizioni meteo degli ultimi anni e, in particolare, del 2019 quando le basse temperature di aprile hanno bruciato quasi totalmente la fioritura di acacia. Negli ultimi anni si sono registrati inverni poco freddi, primavere e fioriture anticipate, ritorni di freddo ad aprile, estati troppo calde e soprattutto grande siccità, il tutto accompagnato da eventi atmosferici estremi come le grandinate o il vento continuo. Tanto che le piante non riescono più a produrre il prezioso nettare che poi le api trasformano in miele. Inoltre, questi preziosi insetti sono dei veri e propri indicatori ambientali. Se l’ambiente è in forte difficoltà, le api sono le prime a subirne le conseguenze. E gli apicoltori non solo ogni anno raccolgono sempre meno miele, ma devono far fronte a notevoli difficoltà e fare di tutto per cercare di far sopravvivere le proprie api».
Il miele di acacia è tra i mieli più pregiati prodotti dalle api marchigiane. Dal profumo floreale e fruttato con un sapore dolce e vanigliato lo rendono uno dei prodotti più amati e più consumati dagli appassionati di miele. Negli ultimi anni, a causa delle condizioni meteo avverse, «il miele di acacia sta diventando come il tartufo che scarseggia sempre di più» – proseguono gli apicoltori. «Speriamo che le condizioni meteo tornino stabili poiché le api hanno già consumato il poco miele immagazzinato e noi apicoltori siamo nella necessità di fornire alimentazione di supporto per sostenere le famiglie che hanno scorte pari a zero. Auspichiamo, inoltre, che non si debba ricorrere come nel 2019 e nel 2021 a dover essere di nuovo soccorsi dalla Regione Marche con un provvedimento specifico per garantire la sopravvivenza delle imprese apistiche. Nel frattempo, pioggia e freddo hanno danneggiato i fiori e quindi la raccolta di questo miele, che rappresenta circa il 25% della produzione annua con un apporto economico importante dato che è uno tra i prodotti più preziosi».
Oggi le Marche, con 72.356 alveari e 3.339 apicoltori, si classificano tra le prime regioni in Italia per l’apicoltura. Sono seconde nel rapporto tra numero di alveari per chilometri di superficie e quarte nel rapporto apicoltori per abitanti. Negli ultimi 10 anni la produzione italiana di miele è aumentata del 30%; nelle Marche oggi si attesta intorno alle 2 mila tonnellate l’anno (Osservatorio Miele).